17 febbraio 2012

Corte dei Conti, luce sulla corruzione: "Un enorme fenomeno sommerso"

L'illegalita', la corruzione e il malaffare sono "fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce". E' quanto dice Luigi Giampaolino nella sua relazione per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2012 della Corte dei Conti da lui presieduta. Essere a conoscenza della "mappatura" dei fenomeni di corruzione, aggiunge, "interessa per effettuare una ricognizione degli episodi piu' ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perche' inefficace, inefficiente, diseconomica. Giampaolino si riferisce a tutti i comportamenti che arrecano "un danno alle finanze pubbliche": dalla corruzione nell'ambito dell'attivita' sanitaria, allo smaltimento dei rifiuti, dal "gravemente colposo" utilizzo di strumenti derivati o prodotti finanziari simili, per arrivare alla costituzione e gestione di societa' a partecipazione pubblica e alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Vengono inclusi anche gli errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi".
EVASIONE D'IVA - "Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto, l'iva, evidenziano per l'Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il piu' elevato tra i grandi paesi europei, con l'eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%"
SPA PUBBLICHE, GUSCI ARTIFICIOSI - Gli enti sostanzialmente pubblici che assumono la forma di societa' si riducono talvolta "a vuota forma o artificioso guscio quando le sue regole, flessibili per consentire una gestione efficiente dell'impresa, vengono, talvolta, strumentalizzate ad una amministrazione non orientata all'economicita' e, di fatto, esonerata da responsabilita'". "In un tale quadro- sottolinea- la giurisdizione contabile deve necessariamente supplire, in presenza di impiego e gestione di pubbliche risorse, alla mancata adozione dei rimedi societari da parte del socio se non, frequentemente, all'inadeguatezza dei medesimi".