Il lavoro che non c’è, la dipendenza dalle famiglie di origine, il rischio concreto che le proprie ambizioni non possano trovare riscontro. Queste le motivazioni che disegnano un futuro grigio per i giovani italiani.
Sette giovani su dieci appaiono preoccupati per la situazione del Paese, destinata a loro parere non migliorare nel breve periodo, con il rischio che non ci si possa realizzare professionalmente, continuando a dipendere dalle famiglie di origine ed addirittura avendo meno possibilità dei propri genitori. La manovra economica non rilancia il futuro dei giovani, che si dicono disposti nel 30% dei casi a trasferirsi in un altro Paese per cercare maggior fortuna.
Queste in estrema sintesi le opinioni dei giovani italiani, che il centro di ricerche Datagiovani e Panel Data hanno intervistato per sondarne aspettative e preoccupazioni in questo momento delicato per il nostro Paese. Il sondaggio è stato realizzato dal 5 al 9 settembre scorsi contattando telefonicamente, con metodologia CATI, un campione di 600 italiani dai 18 ai 35 anni, proporzionale rispetto all’area di residenza (Nord, Centro, Sud).Situazione economica grave, con poche vie di uscita. Sette ragazzi su dieci si dicono preoccupati per il futuro economico del Paese, non solo per la situazione attuale ma anche e soprattutto in chiave futura: il 35% è convinto che il quadro economico italiano è destinato a peggiorare ulteriormente. Interessante è rilevare che queste opinioni sono trasversali alle aree del Paese, sia quelle in cui la disoccupazione giovanile è storicamente elevata sia in quelle in cui la crisi ha messo in luce le difficoltà di creazione di nuovi posti di lavoro.
Poche le prospettive di realizzazione e di crescita personale. Il quadro si continua a tingere di grigio rilevando che sei giovani su dieci non credono che le proprie aspettative ed ambizioni personali e professionali potranno trovare effettiva realizzazione. Qui invece lo scetticismo si fa più marcato tra i giovani del Sud, già abituati a dover fare di necessità virtù per trovare sbocchi occupazionali. È in generale la questione lavoro a preoccupare maggiormente i giovani italiani, che temono di non riuscire a emanciparsi dalle famiglie di origine: infatti, la metà degli intervistati ritiene che la propria generazione abbia a disposizione meno opportunità delle precedenti.
Pronti ad andare all’estero. Non deve stupire dunque il dato emerso dalla rilevazione riguardo alla disponibilità di trasferirsi all’estero avendone le possibilità: tre giovani su dieci rispondono affermativamente, convinti di poter trovare fuori dall’Italia più opportunità di lavoro, più spazio alle nuove generazioni ed in generale un ambiente ed una qualità della vita migliori.
Una manovra che non convince. Le misure adottate dal Governo, seppure necessarie per evitare il rischio di default del nostro Paese, vengono bocciate dai giovani interpellati che si aspettavano più investimenti per il futuro: il 32% è convinto infatti che non ci siano misure reali per la crescita ed il 27% che i provvedimenti attuati penalizzino ulteriormente le nuove generazioni.
Sette giovani su dieci appaiono preoccupati per la situazione del Paese, destinata a loro parere non migliorare nel breve periodo, con il rischio che non ci si possa realizzare professionalmente, continuando a dipendere dalle famiglie di origine ed addirittura avendo meno possibilità dei propri genitori. La manovra economica non rilancia il futuro dei giovani, che si dicono disposti nel 30% dei casi a trasferirsi in un altro Paese per cercare maggior fortuna.
Queste in estrema sintesi le opinioni dei giovani italiani, che il centro di ricerche Datagiovani e Panel Data hanno intervistato per sondarne aspettative e preoccupazioni in questo momento delicato per il nostro Paese. Il sondaggio è stato realizzato dal 5 al 9 settembre scorsi contattando telefonicamente, con metodologia CATI, un campione di 600 italiani dai 18 ai 35 anni, proporzionale rispetto all’area di residenza (Nord, Centro, Sud).Situazione economica grave, con poche vie di uscita. Sette ragazzi su dieci si dicono preoccupati per il futuro economico del Paese, non solo per la situazione attuale ma anche e soprattutto in chiave futura: il 35% è convinto che il quadro economico italiano è destinato a peggiorare ulteriormente. Interessante è rilevare che queste opinioni sono trasversali alle aree del Paese, sia quelle in cui la disoccupazione giovanile è storicamente elevata sia in quelle in cui la crisi ha messo in luce le difficoltà di creazione di nuovi posti di lavoro.
Poche le prospettive di realizzazione e di crescita personale. Il quadro si continua a tingere di grigio rilevando che sei giovani su dieci non credono che le proprie aspettative ed ambizioni personali e professionali potranno trovare effettiva realizzazione. Qui invece lo scetticismo si fa più marcato tra i giovani del Sud, già abituati a dover fare di necessità virtù per trovare sbocchi occupazionali. È in generale la questione lavoro a preoccupare maggiormente i giovani italiani, che temono di non riuscire a emanciparsi dalle famiglie di origine: infatti, la metà degli intervistati ritiene che la propria generazione abbia a disposizione meno opportunità delle precedenti.
Pronti ad andare all’estero. Non deve stupire dunque il dato emerso dalla rilevazione riguardo alla disponibilità di trasferirsi all’estero avendone le possibilità: tre giovani su dieci rispondono affermativamente, convinti di poter trovare fuori dall’Italia più opportunità di lavoro, più spazio alle nuove generazioni ed in generale un ambiente ed una qualità della vita migliori.
Una manovra che non convince. Le misure adottate dal Governo, seppure necessarie per evitare il rischio di default del nostro Paese, vengono bocciate dai giovani interpellati che si aspettavano più investimenti per il futuro: il 32% è convinto infatti che non ci siano misure reali per la crescita ed il 27% che i provvedimenti attuati penalizzino ulteriormente le nuove generazioni.