''Servono risposte coordinate e concertate a contrastare la crisi di fiducia che ha colpito le economie avanzate e il cui contagio si puo' estendere ai paesi emergenti'', cosi' si la nota al termine dei lavori del G20.
Nel dettaglio, il G20 invita i paesi avanzati a dare la priorita' al sostegno di ''una fragile ripresa. In Europa serve un'azione decisiva per affrontare la crisi del debito sovrano e ripristinare la fiducia. I paesi avanzati devono anche risolvere la debolezza dei bilanci della banche ed accelerare le riforme strutturali''.
Viene poi evidenziata la necessita' di provedimenti per combattere ''la volatilita' nei prezzi delle materie prime e le barriere all'accesso ai generi alimentari e all'energia'' che penalizzano i paesi piu' deboli. ''E' poi urgente tradurre in pratica le promesse di aiuto ai paesi piu' poveri''.
Per quanto riguarda il capitolo delle economie emergenti, si riconosce il contributo di questi paesi alla crescita mondiale ma c'e' preoccupazione ''che il rallentamento dell'economia mondiale si estenda'' all'area degli emergenti.
Non una parola sulla necessita' di questi paesi di modificare il loro modello di sviluppo ancora fondato solo su export e contenimento della domanda interna.
Poi un appello ai governi ''perche' adottino politiche per mitigare i rischi derivanti dai flussi generati dai movimenti di capitale''.
Segue poi un richiamo a sviluppare una ''crescita multipolare'', puntando sulla ''cooperazione'' e prestando attenzione ai ''cambiamenti climatici che richiedono cambi strutturali nelle produzione dell'energia''. I lasciti della recessione 2008-9 sono gli elevati tassi di disoccupazione e si sottolinea la necessita' di formulare proposte per le politiche di ''inclusione'' nel mercato del lavoro, in particolare per le donne, e di ''creazione'' di posti di lavoro.
Infine, viene ribadito l'impegno a rafforzare le istituzioni sovranazionali dove deve aumentare ''la voce e la rappresentenanza dei paesi emergenti''. Un cambiamento che sara' affrontato con la revisione delle quote di partecipazione al Fondo Monetario Internazionale che ''dovra' condurre a un aumento delle quote in capo ai paesi emergenti piu' dinamici, ma non a scapito di altri paesi emergenti''.
Nel dettaglio, il G20 invita i paesi avanzati a dare la priorita' al sostegno di ''una fragile ripresa. In Europa serve un'azione decisiva per affrontare la crisi del debito sovrano e ripristinare la fiducia. I paesi avanzati devono anche risolvere la debolezza dei bilanci della banche ed accelerare le riforme strutturali''.
Viene poi evidenziata la necessita' di provedimenti per combattere ''la volatilita' nei prezzi delle materie prime e le barriere all'accesso ai generi alimentari e all'energia'' che penalizzano i paesi piu' deboli. ''E' poi urgente tradurre in pratica le promesse di aiuto ai paesi piu' poveri''.
Per quanto riguarda il capitolo delle economie emergenti, si riconosce il contributo di questi paesi alla crescita mondiale ma c'e' preoccupazione ''che il rallentamento dell'economia mondiale si estenda'' all'area degli emergenti.
Non una parola sulla necessita' di questi paesi di modificare il loro modello di sviluppo ancora fondato solo su export e contenimento della domanda interna.
Poi un appello ai governi ''perche' adottino politiche per mitigare i rischi derivanti dai flussi generati dai movimenti di capitale''.
Segue poi un richiamo a sviluppare una ''crescita multipolare'', puntando sulla ''cooperazione'' e prestando attenzione ai ''cambiamenti climatici che richiedono cambi strutturali nelle produzione dell'energia''. I lasciti della recessione 2008-9 sono gli elevati tassi di disoccupazione e si sottolinea la necessita' di formulare proposte per le politiche di ''inclusione'' nel mercato del lavoro, in particolare per le donne, e di ''creazione'' di posti di lavoro.
Infine, viene ribadito l'impegno a rafforzare le istituzioni sovranazionali dove deve aumentare ''la voce e la rappresentenanza dei paesi emergenti''. Un cambiamento che sara' affrontato con la revisione delle quote di partecipazione al Fondo Monetario Internazionale che ''dovra' condurre a un aumento delle quote in capo ai paesi emergenti piu' dinamici, ma non a scapito di altri paesi emergenti''.