La ''evoluzione'' con cui il governo ha avviato il decentramento di alcuni uffici ministeriali al Nord ''confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, nonche' con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative''. E' questo uno dei passaggi principali della lettera del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inviata al premier Silvio Berlusconi, sul tema del decentramento delle sedi dei ministrei sul territorio, pubblicata dal sito internet del Quirinale. ''La pur condivisibile intenzione di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini'', che scaturisce dall'apertura di sedi ministeriali al Nord, ''non puo' spingersi - prosegue la lettera di Napolitano - al punto di immaginare una ''capitale diffusa'' o ''reticolare'' disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di Capitale della citta' di Roma, sede del Governo della Repubblica''. ''Ho ritenuto doveroso, onorevole Presidente, prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale - sottolinea inoltre il presidente della Repubblica nella missiva - al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilita' quale rappresentante dell'unita' nazionale e garante di principi e precetti sanciti dalla Costituzione''.
Inoltre, ''l'apertura di sedi di mera rappresentanza costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell'attuale situazione economico-finanziaria, al piu' rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale''.
Inoltre, ''l'apertura di sedi di mera rappresentanza costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell'attuale situazione economico-finanziaria, al piu' rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale''.