Una "attenta e rigorosa valutazione": è quella, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, che il Colle assicura sulla manovra economica del governo che è stata trasmessa oggi al Colle. Un atteggiamento, quello del Quirinale, nei confronti del provvedimento dell'esecutivo sui conti pubblici che per il Colle è prassi, ma che in questa circostanza, sembrerebbe assumere un rilievo diverso dopo le polemiche sulla norma, contenuta nel testo trasmesso oggi alla Presidenza della Repubblica, che parrebbe poter bloccare il maxi risarcimento di 750 milioni di euro dovuto da Fininvest a favore della Cir di Carlo De Benedetti. Per l'esame complessivo del provvedimento, comunque, sara' necessario qualche giorno.
Una manovra che viene "accolta con favore" dalla Commissione Ue, in quanto "in linea con le raccomandazioni specifiche" rivolte da Bruxelles all'Italia che chiedono "la messa in atto senza indugio" di misure mirate al pareggio del deficit entro il 2014 e all'accelerazione della riduzione del debito. E' quanto ha affermato il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, sottolineando però che "al momento non sono ancora disponibili i dettagli delle misure", senza i quali la Commissione non può compiere un'adeguata valutazione della manovra.
Non si placano però le polemiche sul provvedimento, ultima quella sulle energie rinnovabili. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in merito ad alcune notizie circolate in queste ore sugli organi di stampa, assicura che "nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c'è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili''. " Il Cdm - ha proseguito Romani - ha convenuto sull'eliminazione della riduzione del 30% di tutte le agevolazioni e incentivi che oggi gravano sugli oneri di sistema presenti sulle forniture di energia elettrica e gas. Un taglio che, come ho avuto modo di esporre nella seduta del Consiglio, non avrebbe portato benefici alla collettività, incidendo solo per un 3% sul totale del costo. Al contrario, avrebbe comportato l'eliminazione di agevolazioni alle famiglie numerose e alle classi meno abbienti, mettendo inoltre a rischio il funzionamento di impianti strategici per la gestione dell'emergenza rifiuti''.
''Stiamo lavorando già da tempo alla rimodulazione degli incentivi e del conseguente peso in bolletta, prima con il dlgs rinnovabili, poi con il decreto specifico per il fotovoltaico, dando impulso al settore e intervenendo in modo netto e selettivo su sprechi ed eccessi del passato", ha concluso Romani.
In una nota è intervenuta anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. ''Non mi risulta che nel testo della manovra inviato al Quirinale sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica'' ha detto Prestigiacomo.
Il provvedimento continua ad essere oggetto di critiche da parte di diverse categorie. I medici del Servizio sanitario nazionale serrano le fila. Delusi e preoccupati dai tagli previsti dalla manovra licenziata giovedì dal Consiglio dei ministri, si compattano e promettono battaglia. Sperando in miglioramenti e correzioni al testo in sede parlamentare. A quanto apprende l'Adnkronos Salute domani alle 15.30 al Leon's Place Hotel di Roma è in programma un incontro dell'Intersindacale della dirigenza medica del Ssn per affrontare le proposte da avanzare e le proteste da lanciare. Quattro, soprattutto, i punti della manovra che le organizzazioni sindacali trovano 'indigesti': i tagli alla sanità, l'introduzione del ticket, il congelamento delle retribuzioni e il blocco del turnover.
In campo anche il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che ha inviato una lettera ai membri del governo e ai capigruppo di Camera e Senato, un vero e proprio manifesto, in cui si legge che "la bozza di legge delega sulla liberalizzazione delle professioni del governo di Silvio Berlusconi, così come le passate azioni e le odierne ripetute affermazioni del leader dell'opposizione Pierluigi Bersani e gli appelli del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, conducono tutte a uno stesso esito: lo snaturamento delle libere professioni".
Ed è allarme anche nella scuola. Tuttoscuola on line avverte che con la manovra 'salteranno' anche un migliaio di attuali vicepresidi. Attualmente, infatti, la maggior parte delle 10.311 istituzioni scolastiche statali (le presidenze) si avvale di collaboratori del dirigente scolastico che, per svolgere gli incarichi affidati o per sostituire lo stesso dirigente scolastico, vengono distaccati dall'insegnamento completamente (esonero) o parzialmente (semiesonero). Al posto di questi docenti distaccati a svolgere il ruolo di vicepresidi per tutto o parte dell'orario di insegnamento vengono nominati docenti a tempo determinato fino al termine delle attività (giugno).
Su questo importante istituto normativo, evidenzia Tuttoscuola, ha messo l'occhio la manovra di stabilizzazione varata dal Consiglio dei Ministri. Nel testo ufficioso del decreto sulla manovra di stabilizzazione si legge, tra l'altro, che ''il comma 4 dell'articolo 459 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dall'articolo 3, comma 88, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è abrogato''.
La breve e criptica formulazione, spiega ancora la rivista specializzata, racchiude una decisione che, se confermata, influirebbe negativamente sulla qualità del funzionamento delle istituzioni scolastiche perché creerebbe difficoltà nella gestione e nell'organizzazione del servizio, oltre a determinare una contestuale contrazione di posti per i docenti con contratto a tempo determinato.
Non si placano però le polemiche sul provvedimento, ultima quella sulle energie rinnovabili. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in merito ad alcune notizie circolate in queste ore sugli organi di stampa, assicura che "nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c'è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili''. " Il Cdm - ha proseguito Romani - ha convenuto sull'eliminazione della riduzione del 30% di tutte le agevolazioni e incentivi che oggi gravano sugli oneri di sistema presenti sulle forniture di energia elettrica e gas. Un taglio che, come ho avuto modo di esporre nella seduta del Consiglio, non avrebbe portato benefici alla collettività, incidendo solo per un 3% sul totale del costo. Al contrario, avrebbe comportato l'eliminazione di agevolazioni alle famiglie numerose e alle classi meno abbienti, mettendo inoltre a rischio il funzionamento di impianti strategici per la gestione dell'emergenza rifiuti''.
''Stiamo lavorando già da tempo alla rimodulazione degli incentivi e del conseguente peso in bolletta, prima con il dlgs rinnovabili, poi con il decreto specifico per il fotovoltaico, dando impulso al settore e intervenendo in modo netto e selettivo su sprechi ed eccessi del passato", ha concluso Romani.
In una nota è intervenuta anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. ''Non mi risulta che nel testo della manovra inviato al Quirinale sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica'' ha detto Prestigiacomo.
Il provvedimento continua ad essere oggetto di critiche da parte di diverse categorie. I medici del Servizio sanitario nazionale serrano le fila. Delusi e preoccupati dai tagli previsti dalla manovra licenziata giovedì dal Consiglio dei ministri, si compattano e promettono battaglia. Sperando in miglioramenti e correzioni al testo in sede parlamentare. A quanto apprende l'Adnkronos Salute domani alle 15.30 al Leon's Place Hotel di Roma è in programma un incontro dell'Intersindacale della dirigenza medica del Ssn per affrontare le proposte da avanzare e le proteste da lanciare. Quattro, soprattutto, i punti della manovra che le organizzazioni sindacali trovano 'indigesti': i tagli alla sanità, l'introduzione del ticket, il congelamento delle retribuzioni e il blocco del turnover.
In campo anche il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che ha inviato una lettera ai membri del governo e ai capigruppo di Camera e Senato, un vero e proprio manifesto, in cui si legge che "la bozza di legge delega sulla liberalizzazione delle professioni del governo di Silvio Berlusconi, così come le passate azioni e le odierne ripetute affermazioni del leader dell'opposizione Pierluigi Bersani e gli appelli del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, conducono tutte a uno stesso esito: lo snaturamento delle libere professioni".
Ed è allarme anche nella scuola. Tuttoscuola on line avverte che con la manovra 'salteranno' anche un migliaio di attuali vicepresidi. Attualmente, infatti, la maggior parte delle 10.311 istituzioni scolastiche statali (le presidenze) si avvale di collaboratori del dirigente scolastico che, per svolgere gli incarichi affidati o per sostituire lo stesso dirigente scolastico, vengono distaccati dall'insegnamento completamente (esonero) o parzialmente (semiesonero). Al posto di questi docenti distaccati a svolgere il ruolo di vicepresidi per tutto o parte dell'orario di insegnamento vengono nominati docenti a tempo determinato fino al termine delle attività (giugno).
Su questo importante istituto normativo, evidenzia Tuttoscuola, ha messo l'occhio la manovra di stabilizzazione varata dal Consiglio dei Ministri. Nel testo ufficioso del decreto sulla manovra di stabilizzazione si legge, tra l'altro, che ''il comma 4 dell'articolo 459 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dall'articolo 3, comma 88, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è abrogato''.
La breve e criptica formulazione, spiega ancora la rivista specializzata, racchiude una decisione che, se confermata, influirebbe negativamente sulla qualità del funzionamento delle istituzioni scolastiche perché creerebbe difficoltà nella gestione e nell'organizzazione del servizio, oltre a determinare una contestuale contrazione di posti per i docenti con contratto a tempo determinato.