Le critiche di Montezemolo, che con Italiafutura legge una manovra da "minimo sindacale", imbottita di "assegni post datati". La bocciatura netta di Bersani: il governo "scarica responsabilita' su enti locali e sul futuro". E la stretta sulle pensioni, nella versione introdotta con l'ultima limatura della manovra, contro cui si scagliano opposizione e sindacato. A guadagnare il centro della scena, il giorno dopo il via libera del Cdm, sono soprattutto i no alle misure messe in campo dal Governo''Prima ancora di parlare dei singoli e gravi aspetti della manovra, bisogna parlare dell'insieme. La sostanza e' questa: ai 47 miliardi annunciati non si arriva nemmeno lontanamente; almeno 30 miliardi investono direttamente politiche sociali e del territorio, aggredito nei servizi e negli investimenti. Tutto questo avviene scaricando il problema sui governi che verranno, con l'uso del voto di fiducia da parte di chi non ha piu' la fiducia degli italiani. Questa e' la sostanza'', sintetizza il segretario del Pd.
Prima di lui, il think tank di Montezemolo, ItaliaFutura, mette nero su bianco un giudizio tanto articolato quanto eloquente. La manovra rappresenta "il minimo sindacale, con alcune ridicole prese in giro sui costi della politica (dove si annunciano misure puramente simboliche) e una buona quantita' di assegni post-datati".
Gli assegni post datati sono quei provvedimenti che "avranno effetto solo dalla prossima legislatura e che rappresenteranno un alibi formidabile per chiunque governera' il paese dopo il 2013". E l'associazione guidata da Luca Cordero di Montezemolo si mostra scettica sull'efficacia stessa della manovra. "Abbiamo forti dubbi che, nel medio periodo, questo risultera' sufficiente per arginare le turbolenze finanziarie internazionali".
Nel mirino dell'opposizione, e del sindacato, finisce invece la misura sulla rivalutazione di una quota consistente di assegni pensionistici. L'Inps puntualizza che non c'e' uno stop alla rivalutazione delle pensioni ma una revisione per fasce, per cui tutte le pensioni sono oggetto di rivalutazione, anche se in misura progressivamente inversa rispetto all'entita' della pensione.
Le pensioni piu' basse, fino a tre volte il minimo, ovvero fino a un importo di 1428 euro mensili, sono rivalutate al 100 per cento. Le pensioni tra tre e cinque volte il minimo - nello scaglione tra 1428 e 2380 euro mensili - saranno rivalutate al cento per cento nella fascia fino a 1428 e al 45 per cento nella fascia fino a 2380. Le pensioni oltre cinque volte il minimo - ovvero superiori a 2380 euro mensili - saranno rivalutare al 100 per cento nella fascia fino a 1428 euro, al 45 per cento nella fascia da 1428 a 2380, e solo nella quota superiore a 2380 euro mensili non avranno rivalutazione.
Comunque dure le reazioni. "Lo stop alle rivalutazioni delle pensioni e' una patrimoniale ai danni di 13 milioni di pensionati", commento Felice Belisario, dell'Idv. ''E' un vero e proprio insulto colpire da un lato 13 milioni di pensionati, molti dei quali gia' stentano ad arrivare a fine mese e, dall'altro, pesare con il misurino del farmacista, dilatandoli nel tempo, i tagli dei costi della politica". Sulla stessa linea il leader di Sel, Nichi Vendola. "La manovra Berlusconi-Tremonti candida chi dirige le amministrazioni territoriali, presidenti di Regione, di Province e sindaci a diventare esclusivamente dei curatori fallimentari", premette.
Poi Vendola ricorda che la manovra "era partita con gli effetti speciali degli annunci, che riguardano sempre il futuro, mai il presente, dei tagli alla casta e alla politica". Ma poi, andando a osservare "il contenuto vero" della manovra "si capisce, guardando ad esempio l'incredibile vicenda del blocco delle pensioni, che si tratta della patrimoniale sui ceti medio bassi del nostro Paese. E' la patrimoniale sui poveri. Nient'altro".
Anche dalla maggioranza, sponda Lega, emergono dubbi e si promette battaglia. Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, guarda in particolar modo alla proposta di tagliare le bollette eliminando alcuni incentivi, che non e' stata accolta, oltre alle stesse pensioni. "Per quindici giorni su questo tema si ballera' e vedremo se le Camere saranno piu' sagge di qualche ministro lobbista. Cosi' come - promette Calderoli - chiederemo il taglio delle pensioni d'oro".
Dal fronte sindacale, arrivano le valutazioni del leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Il blocco delle rivalutazioni delle pensioni e' socialmente ingiusto. Governo e Parlamento devono correggere il provvedimento", avverte, sostenendo che "la norma che riduce la rivalutazione delle pensioni per la fascia da tre a cinque volte il trattamento minimo, tenendo conto dell'inflazione, rende ancora piu' vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno gia' gia' visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni"
Quella sulle pensioni e' per la Cgil "una misura inaccettabile", inserita in una manovra che "ancora una volta colpisce i soliti noti, che non affronta i temi della crescita e che picchia duro sui lavoratori e sui pensionati", commenta il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, annunciando che il sindacato "si opporra' con forza anche con la mobilitazione".
Altrettanto contraria l'Ugl. ''L'eventuale mancata rivalutazione delle pensioni a 13 milioni di persone vuole dire impoverire una platea molto ampia di cittadini e significa scaricare nuovamente sulle solite categorie il peso della crisi e del bilancio dello Stato'', scandisce il segretario generale Giovanni Centrella.
Gli assegni post datati sono quei provvedimenti che "avranno effetto solo dalla prossima legislatura e che rappresenteranno un alibi formidabile per chiunque governera' il paese dopo il 2013". E l'associazione guidata da Luca Cordero di Montezemolo si mostra scettica sull'efficacia stessa della manovra. "Abbiamo forti dubbi che, nel medio periodo, questo risultera' sufficiente per arginare le turbolenze finanziarie internazionali".
Nel mirino dell'opposizione, e del sindacato, finisce invece la misura sulla rivalutazione di una quota consistente di assegni pensionistici. L'Inps puntualizza che non c'e' uno stop alla rivalutazione delle pensioni ma una revisione per fasce, per cui tutte le pensioni sono oggetto di rivalutazione, anche se in misura progressivamente inversa rispetto all'entita' della pensione.
Le pensioni piu' basse, fino a tre volte il minimo, ovvero fino a un importo di 1428 euro mensili, sono rivalutate al 100 per cento. Le pensioni tra tre e cinque volte il minimo - nello scaglione tra 1428 e 2380 euro mensili - saranno rivalutate al cento per cento nella fascia fino a 1428 e al 45 per cento nella fascia fino a 2380. Le pensioni oltre cinque volte il minimo - ovvero superiori a 2380 euro mensili - saranno rivalutare al 100 per cento nella fascia fino a 1428 euro, al 45 per cento nella fascia da 1428 a 2380, e solo nella quota superiore a 2380 euro mensili non avranno rivalutazione.
Comunque dure le reazioni. "Lo stop alle rivalutazioni delle pensioni e' una patrimoniale ai danni di 13 milioni di pensionati", commento Felice Belisario, dell'Idv. ''E' un vero e proprio insulto colpire da un lato 13 milioni di pensionati, molti dei quali gia' stentano ad arrivare a fine mese e, dall'altro, pesare con il misurino del farmacista, dilatandoli nel tempo, i tagli dei costi della politica". Sulla stessa linea il leader di Sel, Nichi Vendola. "La manovra Berlusconi-Tremonti candida chi dirige le amministrazioni territoriali, presidenti di Regione, di Province e sindaci a diventare esclusivamente dei curatori fallimentari", premette.
Poi Vendola ricorda che la manovra "era partita con gli effetti speciali degli annunci, che riguardano sempre il futuro, mai il presente, dei tagli alla casta e alla politica". Ma poi, andando a osservare "il contenuto vero" della manovra "si capisce, guardando ad esempio l'incredibile vicenda del blocco delle pensioni, che si tratta della patrimoniale sui ceti medio bassi del nostro Paese. E' la patrimoniale sui poveri. Nient'altro".
Anche dalla maggioranza, sponda Lega, emergono dubbi e si promette battaglia. Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, guarda in particolar modo alla proposta di tagliare le bollette eliminando alcuni incentivi, che non e' stata accolta, oltre alle stesse pensioni. "Per quindici giorni su questo tema si ballera' e vedremo se le Camere saranno piu' sagge di qualche ministro lobbista. Cosi' come - promette Calderoli - chiederemo il taglio delle pensioni d'oro".
Dal fronte sindacale, arrivano le valutazioni del leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Il blocco delle rivalutazioni delle pensioni e' socialmente ingiusto. Governo e Parlamento devono correggere il provvedimento", avverte, sostenendo che "la norma che riduce la rivalutazione delle pensioni per la fascia da tre a cinque volte il trattamento minimo, tenendo conto dell'inflazione, rende ancora piu' vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno gia' gia' visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni"
Quella sulle pensioni e' per la Cgil "una misura inaccettabile", inserita in una manovra che "ancora una volta colpisce i soliti noti, che non affronta i temi della crescita e che picchia duro sui lavoratori e sui pensionati", commenta il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, annunciando che il sindacato "si opporra' con forza anche con la mobilitazione".
Altrettanto contraria l'Ugl. ''L'eventuale mancata rivalutazione delle pensioni a 13 milioni di persone vuole dire impoverire una platea molto ampia di cittadini e significa scaricare nuovamente sulle solite categorie il peso della crisi e del bilancio dello Stato'', scandisce il segretario generale Giovanni Centrella.