16 marzo 2012

Debito record a 1.935 miliardi, ma la Bce "premia" il nostro spread

In gennaio il debito delle Amministrazioni pubbliche e' aumentato di 37,9 miliardi rispetto al mese precedente, portandosi a 1.935,8 miliardi. E' quanto emerge dal Supplemento al Bollettino Statistico "Finanza Pubblica, fabbisogno e debito" della Banca d'Italia.
L'incremento del debito riflette principalmente l'accumulo delle disponibilita' del Tesoro presso la Banca d'Italia (32,6 miliardi), che sono aumentate come avviene regolarmente in questo periodo dell'anno. A tale aumento si aggiunge il fabbisogno del mese (4,0 miliardi).
Al riguardo, si ricorda che cio' che rileva, anche ai fini delle procedure europee, non e' il valore assoluto, ma il peso del debito in rapporto al Pil.
Il fabbisogno si e' attestato a 4,0 miliardi, superiore di 1,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2011; cio' e' attribuibile principalmente all'incremento della spesa per interessi e al pagamento della quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'Efsf parzialmente controbilanciato dall'incremento delle entrate fiscali e dalla flessione della spesa primaria.
Nel mese di gennaio, infine, le entrate tributarie nel bilancio dello Stato sono diminuite di 0,1 miliardi (-0,5 per cento) rispetto allo stesso mese del 2011.
IL MIGLIOR SPREAD - "L'Italia ha riportato il maggiore restringimento dei differenziali di rendimento sulle obbligazioni sovrane (-166 punti base) nonostante il suo declassamento da parte delle tre principali agenzie di rating". Lo scrive la Bce nel Bollettino di marzo.
Le aste a tre anni della Banca centrale europea hanno migliorato "le condizioni di finanziamento per le banche" e hanno "verosimilmente evitato il processo disordinato di ridimensionamento degli attivi bancari, che avrebbe messo sotto pressione alcuni settori del mercato finanziario". Le aste a tre anni "potrebbero inoltre aver contribuito a contenere gli effetti di contagio della crisi del debito sovrano per i mercati del credito e quelli finanziari piu' in generale. In aggiunta, e' probabile che abbiano migliorato il clima di fiducia del mercato per un'ampia gamma di attivita' e concorso alla graduale riapertura di alcuni segmenti del mercato".
Capitolo inflazione. In Italia l'aumento dell'Iva, "sebbene introdotto solo nel settembre 2011- ricorda il Bollettino- ha determinato un impatto meccanico di 0,2 punti percentuali per tutto il 2011. In prospettiva, diversi paesi, fra cui Irlanda, Cipro, Italia, Francia e Portogallo, hanno applicato o annunciato aumenti dell'Iva che avranno un impatto nel 2012 e determineranno il protrarsi delle pressioni al rialzo sull'inflazione nel corso dell'anno".
In Italia si e' indebolito il clima di fiducia. "Il recente miglioramento del clima di fiducia dei consumatori nel complesso dell'area dell'euro cela andamenti divergenti fra i singoli paesi", spiega infatti la Bce. Analizzando l'evoluzione dall'ultimo minimo, marzo 2009, "si osserva un rafforzamento significativo della fiducia dei consumatori in Germania e Spagna.
In Francia invece il recupero e' stato contenuto, mentre in Italia, dopo un'iniziale ripresa, la fiducia si e' gradualmente indebolita per riportarsi su livelli analoghi a quelli osservati durante la recessione del 2008-2009".