9 maggio 2010

Crisi, Londra dice no al fondo salva-Stati. Al via il vertice Ecofin

La Gran Bretagna non partecipera' al fondo contro le crisi nell'eurozona. A dirlo, a Londra, e' stato il ministro delle Finanze britannico Alistair Darling, parlando ai giornalisti, mentre a Bruxelles sta per aprirsi la riunione straordinaria dei ministri delle Finanze dell'eurozona.
"Dobbiamo mostrare ancora una volta oggi - ha dichiarato - che agendo insieme possiamo stabilizzare la situazione, e che non vogliamo compromettere la ripresa che sta lentamente prendendo piede". "Noi - ha proseguito - faremo la nostra parte, me quando si tratta di sostenere l'euro, e' evidente che questo spetta ai paesi dell'eurozona".
Nella tarda mattinata a Bruxelles si è svolto un vertice della Commissione europea. Subito dopo si è aperto l'Ecofin tra i ministri delle finanze della Ue. Dai 27 si attende il via libera alle misure decise per combattere gli effetti della crisi greca. Ovvero i 110 miliardi di aiuti ad Atene oltre al fondo anticrisi per l'eurozona.


La vicenda è seguita con molto interesse anche in Usa. Oggi il presidente Usa ha chiamato al telefono la cancelliera tedesca Angela Merkel per la seconda volta in tre giorni. "Il presidente Barack Obama - ha dichiarato ai giornalisti Bill Burton, un portavoce della Casa Bianca - ha parlato con la cancelliera Merkel questa mattina, nel quandro del suo continuo impegno a seguire la situazione economica". I due politici, ha proseguito Burton, "hanno stimato importante che i membri dell'Unione Europea prendano misure energiche per ridare fiducia ai mercati". Obama ha telefonato alla Merkel da Hampton, in Virginia, dove ha incontrato degli studenti.
Poco prima dell'inizio della riunione Ecofin, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble e' stato ricoverato in ospedale a Bruxelles e tenuto sotto osservazione dopo essersi sentito male, probabilmente per un reazione allergica ad un medicinale.
La Spagna intanto assicura di non avere alcuna intenzione di ricorrere al fondo salva-stati, come ha ribadito la spagnola Elena Salgado. "Spero che l'Ecofin possa avviare quello che i capi di Stato e di governo ci hanno raccomandato venerdi'", ha detto, assicurando che "la Spagna non prevede di ricorrere al fondo" con cui dovrebbero essere aiutati gli Stati in difficolta'. "Difenderemo l'euro", ha ribadito ancora il ministro delle Finanze spagnolo.
A quanto si apprende da fonti diplomatiche, i ministri delle Finanze dei 27 riuniti a Bruxelles discuteranno l'ipotesi di estendere all'eurozona il sistema gia' esistente che permette alla Commissione di accedere a prestiti sul mercato per aiutare i Paesi non euro. Si tratta della cosiddetta "formula ungherese", grazie alla quale, nei mesi scorsi, per sostenere la bilancia dei pagamenti di alcuni Paesi in difficolta', sono stati dati aiuti europei e dell'Fmi a Ungheria, Lettonia e Romania.
Nei confronti dell'ipotesi dell'estensione all'eurozona della 'facility' prevista per i Paesi non euro la Gran Bretagna non ha alcuna obiezione, perche' Londra "e' interessata ad assicurare la stabilita' dell'euro", hanno spiegato le fonti. La base giuridica, in questo caso, sarebbe l'articolo 143 del Trattato di Lisbona, che parla "di difficolta' o di grave minaccia di difficolta' nella bilancia dei pagamenti di uno Stato membro con deroga".
L'opposizione britannica riguarda invece il cosiddetto fondo salva-stati che verrebbe costituito, a maggioranza qualificata, sulla base dell'articolo 122. "Qualora uno Stato membro si trovi in difficolta' o sia seriamente minacciato da gravi difficolta' a causa di calamita' naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo - recita l'articolo - il Consiglio, su proposta della Commissione, puo' concedere a determinate condizioni un'assistenza finanziaria dell'Ue (quindi dei 27) allo Stato membro interessato".