30 gennaio 2011

D'Alema: "Dobbiamo andare a elezioni, la maggioranza non vuole aprire nuova fase"

Di fronte al fatto che la maggioranza non intende aprire una fase politica nuova, noi dobbiamo puntare verso le elezioni". Lo dice Massimo D'Alema a 'In mezz'ora'.
D'Alema ricorda che "l'opposizione si era resa disponibile a prendersi la responsabilita' di un nuovo governo anche collaborando con la maggioranza, ma hanno risposto con arroganza e hanno preteso di rimpiazzare il vuoto lasciato da Fini con un gruppetto raccogliticcio".
"Noi dobbiamo fare nostra parte e non strattonare il capo dello Stato" che certo "ha il potere di sciogliere il Parlamento", prosegue D'Alema che sottolinea come sia "evidente che il capo dello Stato non possa che essere preoccupato dal conflitto istituzionale" che vive il Paese.
Secondo il presidentre del Copasir è necessario quindi "uscire al piu' presto da questa condizione ormai insostenibile. Non c'è paese civile al mondo in cui un premier nelle condizioni di Berlusconi resta al suo posto". Siamo di fronte a "un potere politico che si erge al di sopra della legalita'. E' un attentato alla Costituzione", aggiunge ricordando quanto accaduto in Isreale: "Il presidente israeliano, quando fu accusato di molestie verso alcune collaboratrici, si e' dimesso".

Le dichiarazioni di D'Alema seguono l'intervista rilasciata a 'Repubblica' in edicola oggi, nella quale affermava come il Paese stesse attraversando "una crisi democratica gravissima" e nella quale ribadita la ncessità, "se Berlusconi non si dimette", di andare "alle elezioni anticipate". Andare al voto, quindi, e "chiedere agli elettori di promuovere quel governo di responsabilita' nazionale che e' necessario al Paese, per uscire da una crisi cosi' profonda", aveva detto D'Alema a 'Repubblica' lanciando quindi un "appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento: uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo".
Parole che avevano trovato subito la risposta di Antonio Di Pietro, leader dell'Idv. "L'alleanza costituente" lanciata dal presidente del Copasir e che si rivolge anche a Fli, è "un accoppiamento contro natura", una coalizione "senza un programma" perche' troppo diversa e quindi "non convincente". "Mi fa piacere -dice Di Pietro alla'Adnkronos- che buon ultimo D'Alema si accorga oggi della necessita' di liberarsi di Berlusconi . E, soprattutto, di andare alle elezioni e non di continuare a cincischiare cercando una maggioranza alternativa che non c'e' perche' i numeri sono quelli che sono". Per andare al voto anticipato, osserva Di Pietro, "non vi e' dubbio che bisogna passare prima attraverso la forca caudina di 316 parlamentari da trovare in aula. Questo puo' avvenire solo se una parte della maggioranza e tutta l'opposizone unita danno vita a un 'fronte di liberazione parlamantare'".
Aveva preferito non commentare a caldo Pier Ferdinando Casini, che a Sky Tg24 aveva spiegato: "Credo che sulla proposta di D'Alema occorra una riflessione molto seria. Non si può liquidarla con una battuta", dice il leader dell'Udc.
Da Fli aveva risposto Adolfo Urso: no alla "logica del tutti contro Berlusconi" e no a trasformare le elezioni "in un plebiscito" attorno al Cavaliere, piuttosto va costruita "un'alternativa credibile soprattutto sul piano di quelle riforme liberali" che il governo "non ha affatto realizzato". "Penso sia prioritario in questo momento costruire questa alleanza riformista e modernizzatrice. Noi, non a caso, abbiamo parlato di 'nuovo polo per l'Italia'. Questa è la risposta piu' compiuta a quei tanti elettori che hanno dato credito al sogno berlusconiano e ora si ritrovano sgomenti davanti a un incubo che mai avrebbero potuto immaginare", spiega.
Quindi, per Urso, la priorita' e' un'alleanza con "tutte le forze moderati e riformiste tanto piu' di fronte a sondaggi che dicono che, chi si arrocca nel Pdl, lo fa perche' non vede un'alternativa nello stesso spazio politico del centrodestra. Dobbiamo guardare a quel 40 per cento di elettori che si dicono incerti o propensi all'astensione. Questi elettori aspettano no una santa alleanza ma una proposta politica diversa e competitiva rispetto a quella naufragata nel berlusconismo".