I risultati degli scrutini elettorali dei ballottaggi sorridono al centrosinistra come gia' avevano indicato sia gli ''intention poll'' (ovvero le intenzioni di voto dichiarate prima di entrare in cabina e divulgate solo a seggi chiusi), sia tutte le prime proiezioni sui Comuni: e' ormai scontata la vittoria di Giuliano Pisapia (PD) con oltre il 55% su Letizia Moratti (PDL) a Milano, di Luigi De Magistris (IDV) con oltre il 62% su Gianni Lettieri (PDL) a Napoli, di Massimo Zedda (PD) che supera con oltre il 59% Massimo Fantola (PDL) a Cagliari e di Roberto Cosolini (PD) con piu' del 57% su Roberto Antonione (PDL) a Trieste.
AI BALLOTTAGGI VINCE IL CENTROSINISTRA 9-4. Milano, Cagliari, Trieste e Novara strappate al centrodestra, importanti conferme a Napoli, Pordenone, Grosseto e Crotone. Il centrosinistra esce da questo turno di ballottaggio con un bottino lusinghiero: sui tredici comuni capoluogo impegnati ne sono stati conquistati ben nove. Il centrodestra, al contrario, ha cofermato il sindaco leghista a Varese, ha strappato Cosenza ed ha confermato i sindaci di Rovigo ed Iglesias. I risultati del ballottaggio elettorale per le amministrative hanno visto allungarsi l'onda del primo turno con tredici comuni finiti al centrosinistra e quattro al centrodestra. A livello numerico la situazione e' lievemente mutata: nei 30 Comuni capoluogo, dove si partiva da 20 Comuni amministrati dal centrosinistra e da 10 dal centrodestra, ora la situazione e' mutata vede 22 amministrazioni guidate dal centrosinistra e 8 dal centrodestra.MILANO: CHI E' PISAPIA, L'AVVOCATO DI SINISTRA CHE HA SCONFITTO IL PDL Ha la stessa eta' di Letizia Brichetto Moratti, come lei e' nato a Milano ed anche lui proviene dell'alta borghesia della citta'. E' la politica che pone Giuliano Pisapia agli antipodi rispetto a Letizia Moratti.L'elezione a sindaco di Milano e' per Pisapia l'apice di una carriera politica inizia nel 1996, quando entra in Parlamento tra le fila di Rifondazione Comunista. Rifiuta subito l'etichetta di ''comunista'', rivendica di essere ''un uomo di sinistra'' ma non manca di sottolineare il suo carattere di deputato indipendente. Lo dimostra nel 1998 quando, in dissenso con la linea dettata da Fausto Bertinotti, vota la fiducia al governo Prodi. Torna alla Camera nel 2001, ma decide di non ricandidarsi nel 2006, anno in cui viene nominato presidente della commissione di studio istituita dal Ministero della Giustizia per la riforma del Codice penale italiano. Piu' che come politico, Pisapia fa parlare di se' come avvocato penalista di successo. E' figlio di Gian Domenico, padre del Codice di Procedura Penale del 1989, ha due lauree (una in giurisprudenza e una in scienze politiche) e durante la sua lunga carriera nello studio milanese ereditato dal padre assume incarichi dall'alto significato simbolico. Si occupa della difesa di Abdullah Ocalan durante la permanenza in Italia dell'uomo icona dell'independentismo curdo ed e' il legale della famiglia di Carlo Giuliani nel processo avviato a Genova sugli scontri del G8 del 2001. E' anche l'avvocato di Carlo De Benedetti e nei processi Sme e Lodo Mondadori rappresenta la parte civile Cir contro Silvio Berluisconi.Nel giugno 2010 e' il primo a ufficializzare la sua candidatura alle primarie promosse dal centrosinistra per la scelta del canidato sindaco di Milano. All'inizio nessuno scommette piu' di tanto su di lui, tutti a Milano sono convinti che sia Stefano Boeri, archistar schierata dal Pd, l'uomo destinato ad affrontare Letizia Moratti alle comunali.E' dunque una sorpresa quando Pisapia supera alle primarie di novembre il candidato ufficiale del Pdl, staccandolo di 5 punti percentuali. Parte allora la lunga corsa di Pisapia verso Palazzo Marino in una campagna elettorale condotta per lo piu' in sordina tra inteviste a tv locali e incontri con i comitati di quartiere. Per lui e' il momento peggiore e' quando a Milano scoppia lo scandalo 'Affittopoli' e si scopre che la sua compagna, la giornalista di Repubblica Cinzia Sasso, vive in un appartamento del Pio Albergo Trivulzio a canone agevolato. La polemica, che in realta' investe soprattutto rappresentanti del centrodestra milanese, si placa quando Giuliano sposa Cinzia, che nel frattempo ha lasciato l'appartamento di Corso di Porta Romana. Altro momento clou della campagna elettorale e' l'attacco personale scagliato da Letizia Moratti al suo indirizzo al termine del primo faccia a faccia tv andato in onda su Sky alla vigilia del primo turno. Quando ormai per lui non c'e' piu' diritto di replica, il sindaco uscente lo accusa di aver beneficiato dell'amnistia a conclusione di un processo sul furto di un'auto destinata poi a un pestaggio. La vicenda risale alla fine degli anni '70, con la Moratti che tralascia di specificare che Pisapia e' in realta' stato assolto in appello con formula piena. Per il sindaco uscente si rivelera' un autogoal. Al primo turno di cinque giorni dopo Pisapia vola al 48%, vincendo in tutte le 9 circoscrizioni della citta', mentre Moratti non arriva a toccare il 42% dei consensi.PERDE BERLUSCONI, VINCE L'ALTERNATIVA RADICALE La sconfitta di Silvio Berlusconi ai ballottaggi rappresenta il dato significativo di questa tornata elettorale. Un risultato non inatteso, considerando l'involuzione del Pdl dalla sua nascita ad oggi e le difficolta' incontrate dal premier (in Parlamento e fuori) dopo la rottura con Gianfranco Fini.Cio' che invece emerge con una certa sorpresa e' la vittoria non tanto del centrosinistra - con il Pd sua teorica punta di diamante - ma di quel processo democratico, di quella partecipazione popolare (con o senza primarie) che ha portato ad individuare nei candidati per cosi' dire 'estremi', la sinistra piu' radicale di Pisapia e la posizione antagonista di de Magistris su tutti, i concorrenti vincenti sugli avversari del centrodestra. In un momento di evidente disaffezione dell'elettorato verso la politica e le proposte tradizionali - solo Milano oggi ha confermato un'affluenza analoga al primo turno, mentre negli altri capoluoghi dove si e' votato si va dai 5 ai 19 punti in meno - emerge una sorta di movimento popolare, che vede in candidati provenienti da Sel, da Rifondazione, da Idv come coloro in grado di comprendere i bisogni dei cittadini e di interpretare le loro istanze.Berlusconi ha pagato - per la prima volta dal 2008, dopo tante elezioni vinte - una sorta di saturazione dell'elettorato nei suoi confronti. Gli oltre 10 punti con cui Pisapia ha sconfitto la Moratti dicono chiaramente come il referendum che il Cavaliere ha chiesto su stesso, in particolare ai milanesi, sia stato perso. Anche il dato di affluenza alle urne per il ballottaggio nel capoluogo lombardo (pressoche' uguale al dato del primo turno) indica che forse i milanesi sono andati a votare perche' 'volevano' bocciare Berlusconi. Discorso analogo va fatto per Napoli e Cagliari, in parte per Trieste. Un premier che ha ovviamente scontato la diaspora finiana e il conseguente appoggio di Fli, dei suoi ex elettori ai candidati di centrosinistra. Il partito di Fini non ha forse raggiunto - spalmando i risultati su tutto il Paese - cio' che sperava in termini numerici, ma sicuramente puo' incassare un significativo risultato politico: la sconfitta di Berlusconi.Il presidente del Consiglio vive in questo momento la sua vita politica su due piani: fino ad ora resistente in Parlamento (qualche scricchiolio comincia a farsi sentire, vedi le dimissioni lampo da sottosegretario, a pochi giorni dai ballottaggi, della Libdem Daniela Melchiorre) e debole nel Paese, senza quel seguito che ha da sempre caratterizzato la sua avventura politica. Che anche su altri fronti non sembra scorrere nel verso giusto. E' di oggi infatti la notizia di una indagine per abuso d'ufficio, avviata dalla Procura di Roma, nei confronti dello stesso Berlusconi, del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e quello pro tempore del Tg2 Mario De Scalzi, per le interviste concesse dal premier lo scorso 20 maggio. Un atto dovuto, in seguito ad una denuncia presentata dai Radicali, che lamento come le interviste non fossero altro che spot elettorali (vietati).Se, dopo una sconfitta cosi' netta, appaiono quasi scontate le richieste di dimissioni che arrivano da Pier Luigi Bersani e da Antonio Di Pietro, meno scontate sono le conseguenze che potrebbero derivare per l'esecutivo guidato da Berlusconi. Il premier, in missione a Bucarest, non commenta per ora i risultati. Cosa che fa invece la Lega Nord. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, assicura che il governo non corre rischi, anche se serve una scossa. Dopo ''la sberla'' di oggi, osserva, serve un ''colpo di frusta'' per la ''ripresa dell'azione di governo''. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, invita Berlusconi a fare una ''riflessione'', dal momento che ''ha impostato lui la campagna elettorale e abbiamo perso''. Quanto ad una ricandidatura del Cavaliere alle prossime Politiche, Tosi nota: ''Avra' 76 anni...''. Per il capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale a Milano, Matteo Salvini, ''il Pdl ha perso mentre noi abbiamo guadagnato''. In ogni caso, aggiunge, ''quando si perde si perde tutti insieme''.