11 aprile 2011

Immigrati, Maroni: l'Italia è sola. Non so se ha senso stare nell'Ue. Bruxelles: nessuno vuole che esca

Aquí escribes la parte del post a mostrar.Italia e Unione Europea ad un passo da una crisi senza precedenti a causa dell'emergenza migranti e della soluzione del permesso temporaneo scelta dal governo. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni rispolvera il detto "meglio soli che male accompagnati" e incassa, in una telefonata con il premier Silvio Berlusconi, la condivisione della linea espressa a Lussemburgo durante il Consiglio Ue degli Affari interni."Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte dell'Unione europea", dopo che questa ha lasciato da sola l'Italia a gestire l'emergenza immigrati'', ha affermato il titolare del Viminale. L'Ue, ha accusato Maroni, è diventata un'istituzione che "si attiva subito solo per salvare le banche e dichiarare guerra, ma quando le si chiede solidarietà concreta per salvare un Paese in difficoltà come l'Italia si nasconde". "Quando l'Italia chiede aiuti a gestire i rimpatri, bloccare gli sbarchi e investire in Tunisia e le viene risposto 'devi pensarci tu perché ci sei vicina', allora mi pare che qualcosa non funzioni", ha continuato. Dato l'atteggiamento degli altri Stati membri, l'Italia ha approvato le conclusioni del Consiglio Ue sull'immigrazione con riserve. Il documento, ha detto Maroni, "non prevede nessuna misura concreta". Il ministro dell'interno ha comunque "chiesto l'intervento della Commissione europea", tanto che domani lo stesso presidente dell'esecutivo Ue si recherà di persona in Tunisia.

"L'unica nota positiva" della giornata, per Maroni è stato constatare, "come era nostra convinzione", che "nessuno ha eccepito che sono contrari alle normative europee" i permessi di soggiorno rilasciati dall'Italia, anzi, "nessuno ha detto che sono contrari a Schengen". Dopo il colloquio con Maroni, Berlusconi ha telefonato al presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso. Nel corso della conversazione, lunga e molto cordiale, i due presidenti hanno ribadito il punto di vista comune sulla necessità di un approccio europeo all'emergenza migratoria. Dall'Ue la commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstroem ha replicato così alle dichiarazioni del titolare del Viminale: ''Mi dispiace se il ministro Maroni è rimasto deluso, nessuno vuole che l'Italia abbandoni l'Ue. L'Italia è un patrimonio per l'Europa", ha sottolinato la commissaria ricordando però che la Commissione ha "già fatto molto per aiutarla". E ha confermato che "il decreto italiano per quel che noi abbiamo visto rispetta Schengen". In precedenza la Malmststroem aveva definito "prematura" l'attivazione del meccanismo Ue di protezione temporanea per i rifugiati ma, aveva sottolineato, ''non spetta alla Commissione europea fornire consigli all'Italia" sul cosa fare con gli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa. Il ministro dell'Interno tedesco Hans Pieter Friedich da parte sua ha accusato l'Italia di violare ''lo spirito delle regole di Schengen" con l'assegnazione dei permessi di soggiorno. Mentre Parigi, tramite il ministro dell'interno francese Claude Gueant, ha assicurato che farà "controlli frequenti e severi" in un "raggio di venti chilometri dalle frontiere". Dall'Italia il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli sottolinea: "Dopo l'egoistica e anticomunitaria posizione assunta oggi dall'Europa nei confronti di uno Stato membro diventa obbligatorio e urgente predisporre un blocco navale assoluto a difesa delle nostre acque e dei nostri confini". Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, invece, "se siamo finiti in questa situazione è perché gli apprendisti stregoni della propaganda sono finiti vittime della propaganda stessa". In Europa, ha dichiarato, "governano le destre proprio come in Italia, e il risultato è questo: propaganda su propaganda, soluzioni zero. Adesso sento che la destra vuole portarci fuori dall'Europa, vuole per caso portarci nell'Unione africana?". E mentre si discuteva a Lussemburgo, sulla questione immigrazione è intervenuto anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano. "Il mio animo è per un impegno forte dell'Italia in Europa, affinché il nostro Paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell'immigrazione", ha detto. "Tutto questo - ha aggiunto il presidente della Repubblica - senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura - ha concluso - ipotesi di separazione".