Il Pd è pronto a un governo di transizione per cambiare la legge elettorale. A dirlo è il segretario del Pd Pierluigi Bersani nel suo intervento di chiusura all'assemblea nazonale del Pd di Busto Arsizio che ha spiegato come "noi siamo pronti ad un governo breve di transizione che cambi questa legge elettorale e ci rivolgiamo a tutte le forze che vogliono mantenere in sicurezza la democrazia". "E' una legge elettorale vergognosa che con il 35% dà la possibilità di prendesi tutto anche le decisioni che si fanno a Camere riunite. C'è gente che fa troppi sofismi, la posta in gioco è importante, dobbiamo rivolgerci a tutti per cambiare questa legge", sottolinea Bersani.
''Non so se ci sono dossier in giro o ricatti - dice ancora - quello che vedo, però, è che c'è gente che sta 'badata'. Io non ho paura di dossier''.
"C'è chi dice che Berlusconi è finito, la verità è che Berlusconi c'è, purtoppo. La sua può essere una crisi sistemica e chi divaga su questo aiuta Berlusconi a rimanere. Voglio dire che non c'è nussuna alternativa senza che il Pd ne sia traino ma non saremo gli utili idioti di qualcos'altro", ha detto ancora Bersani sottolineando che ''siamo nella seconda fase del berlusconismo, forse quella più pericolosa. La fine del berlusconismo non sarà un pranzo di gala, Berlusconi non se ne andrà bevendo una tazza di tè, ma preferirà il 'muoia Sansone con tutti i filistei'''.
''Non so se ci sono dossier in giro o ricatti - dice ancora - quello che vedo, però, è che c'è gente che sta 'badata'. Io non ho paura di dossier''.
"C'è chi dice che Berlusconi è finito, la verità è che Berlusconi c'è, purtoppo. La sua può essere una crisi sistemica e chi divaga su questo aiuta Berlusconi a rimanere. Voglio dire che non c'è nussuna alternativa senza che il Pd ne sia traino ma non saremo gli utili idioti di qualcos'altro", ha detto ancora Bersani sottolineando che ''siamo nella seconda fase del berlusconismo, forse quella più pericolosa. La fine del berlusconismo non sarà un pranzo di gala, Berlusconi non se ne andrà bevendo una tazza di tè, ma preferirà il 'muoia Sansone con tutti i filistei'''.
Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franecschini, che proprone un'alleanza costituzionale, un'alleanza con tutti quelli che ci stanno, per cambiare la legge elettorale. ''Dobbiamo fare questa alleanza per cambiare la legge elettorale per tornare poi a un bipolarismo centrodestra-centrosinistra senza il berlusconismo'', aggiunge. ''Temo che Berlusconi possa tentare il colpaccio, adesso non parla più di elezioni ma temo che possa tentare un colpo di mano, utilizzando questa legge elettorale per avere un gruppo di deputati fedelissimi e per sfruttare il premio di maggioranza che è particolarmente grande in un sistema che è diventato tripolare. Proprio per questo - aggiunge - dobbiamno allearci con tutti pur di cambiare questa legge elettorale''.
Poi conferma la sua lealtà nei confronti del segretario Bersani': "'Alle primarie ho detto che qualunque fosse il risultato mi sarei sempre impegnato per il partito e non sarà qualche amicizia personale o una storia passata a farmi cambiare idea. Caro Pierluigi io intendo continuare il mio impegno sostenendo lealmente chi ha vinto le primarie, un impegno per fare crescere il partito''. Franceschini lo ha fatto senza citare espressamente il documento dei 75 parlamentari in appoggio a Walter Veltroni, documento a cui non ha aderito. ''Il Pd deve essere un partito unito, ma lo deve essere senza ipocrisie. Non vorrei che si sospendessero le divisioni durante le assemblee nazionali per poi riprenderle il giorno dopo sui giornali. Questo non andrebbe bene'', conclude Franceschini.
L'ex segretario del Pd Walter Veltroni ha '' apprezzato'' l'intervento conclusivo di Bersani . ''E' un passo avanti importante nel profilo di un partito riformista che mette alle spalle le culture del passato e che comincia a cimentarsi con più determinazione nelle sfide di una modernità che richiede nuove risposte''. ''Il metodo di Bersani è quello giusto: ha ascoltato, ha tenuto conto e risposto positivamente a molte delle osservazioni che erano state fatte. E' proprio il metodo giusto per rafforzare il partito e il suo profilo'', conclude Veltroni.
Esprime invece una netta contrarietà a qualunque alleanza elettorale tra il Partito democratico e la nuova formazione di Gianfranco Fini Giuseppe Fioroni: "Non ci salva un papa straniero né un'alleanza con Gianfranco Fini. Voglio essere chiaro, con Fini possiamo fare un'alleanza per un governo di transizione per cambiare la legge elettorale ma non potremo mai fare un'alleanza elettorale per un governo con Fini. Lui appartiene alla destra del paese. Nel discorso di Mirabello sono state evocate storie e uomini che sono alternative a chi come noi ricorda Marzabotto".
Poi conferma la sua lealtà nei confronti del segretario Bersani': "'Alle primarie ho detto che qualunque fosse il risultato mi sarei sempre impegnato per il partito e non sarà qualche amicizia personale o una storia passata a farmi cambiare idea. Caro Pierluigi io intendo continuare il mio impegno sostenendo lealmente chi ha vinto le primarie, un impegno per fare crescere il partito''. Franceschini lo ha fatto senza citare espressamente il documento dei 75 parlamentari in appoggio a Walter Veltroni, documento a cui non ha aderito. ''Il Pd deve essere un partito unito, ma lo deve essere senza ipocrisie. Non vorrei che si sospendessero le divisioni durante le assemblee nazionali per poi riprenderle il giorno dopo sui giornali. Questo non andrebbe bene'', conclude Franceschini.
L'ex segretario del Pd Walter Veltroni ha '' apprezzato'' l'intervento conclusivo di Bersani . ''E' un passo avanti importante nel profilo di un partito riformista che mette alle spalle le culture del passato e che comincia a cimentarsi con più determinazione nelle sfide di una modernità che richiede nuove risposte''. ''Il metodo di Bersani è quello giusto: ha ascoltato, ha tenuto conto e risposto positivamente a molte delle osservazioni che erano state fatte. E' proprio il metodo giusto per rafforzare il partito e il suo profilo'', conclude Veltroni.
Esprime invece una netta contrarietà a qualunque alleanza elettorale tra il Partito democratico e la nuova formazione di Gianfranco Fini Giuseppe Fioroni: "Non ci salva un papa straniero né un'alleanza con Gianfranco Fini. Voglio essere chiaro, con Fini possiamo fare un'alleanza per un governo di transizione per cambiare la legge elettorale ma non potremo mai fare un'alleanza elettorale per un governo con Fini. Lui appartiene alla destra del paese. Nel discorso di Mirabello sono state evocate storie e uomini che sono alternative a chi come noi ricorda Marzabotto".