ROMA - "Si è conclusa la discussione generale, si stanno illustrando gli emendamenti che sono molti e complessi. In queste ore avremo un ulteriore audizione, quella del consigliere della Corte di Cassazione Piercamillo Davigo e poi entreremo nel vivo delle votazioni". Il presidente della commissione Affari costituzionali, dove si sta esaminando, insieme alla commissione Giustizia, il disegno di legge anticorruzione, Carlo Vizzini, ricorda anche che nelle scorse settimane sono state auditi "almeno 30 soggetti in 14 sedute perchè la materia è davvero complessa".
Secondo il senatore del Pdl, per quanto riguarda gli appalti pubblici e le commesse, occorre "seguire le stesse direttive che abbiamo seguito per la lotta alla criminalità organizzata. Penso che la tracciabilità di tutte le somme, quando si fa un appalto pubblico, debbano essere fatte con conti dedicati appalto per appalto. Questo consentirebbe una tracciabilità completa ed eviterebbe in prevenzione la corruzione.
Per il presidente della commissione i punti di forza del ddl si articolano su "tre concetti. Il primo è quello della trasparenza e dunque della prevenzione, il secondo è quello dei controlli soprattutto su gli enti pubblici e su quelli locali, il terzo è quello delle sanzioni che deve arrivare anche alla ineleggibilità, così come è previsto per condanne definitive superiori a 2 anni con l'esclusione per 5 anni dalla eleggibilità dal parlamento nazionale. Ovviamente, pene molto severe sono stabilite anche per gli enti locali fino alla procedura di fallimento politico dell'ente stesso".
Secondo il senatore del Pdl, per quanto riguarda gli appalti pubblici e le commesse, occorre "seguire le stesse direttive che abbiamo seguito per la lotta alla criminalità organizzata. Penso che la tracciabilità di tutte le somme, quando si fa un appalto pubblico, debbano essere fatte con conti dedicati appalto per appalto. Questo consentirebbe una tracciabilità completa ed eviterebbe in prevenzione la corruzione.
Per il presidente della commissione i punti di forza del ddl si articolano su "tre concetti. Il primo è quello della trasparenza e dunque della prevenzione, il secondo è quello dei controlli soprattutto su gli enti pubblici e su quelli locali, il terzo è quello delle sanzioni che deve arrivare anche alla ineleggibilità, così come è previsto per condanne definitive superiori a 2 anni con l'esclusione per 5 anni dalla eleggibilità dal parlamento nazionale. Ovviamente, pene molto severe sono stabilite anche per gli enti locali fino alla procedura di fallimento politico dell'ente stesso".