19 giugno 2011

PRONOSTICO DI BERSANI: ''PAESE COL CAPPIO AL COLLO DI FRONTE A UN'ALTERNATIVA DEL DIAVOLO''

''Io vi faccio un pronostico, e lo faccio anche a tutti gli osservatori questo pronostico: noi saremo messi di fronte ad un'alternativa del diavolo. O azzardare -il Paese- una rischiosissima, davanti a tutto il mondo e ai mercati, ridiscussione europea o bere una ricetta recessiva''.Lo ha detto il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani nel suo intervento conclusivo alla Conferenza nazionale del Pd sul lavoro (intervento trasmesso da Rai News24 e da Youdem tv).''Quindi, faccio questo pronostico: loro -ha detto ancora Bersani- lasceranno l'Italia col cappio al collo. Siccome e' cosi', e purtroppo non mi sbaglio, adesso devono venire a dirlo. Non posso sentire interviste di ministri che dicono 'mica volete lasciare alla sinistra pure i conti a posto'. Ma quali conti a posto? Adesso voi dite dove ci avete portato! E io raccolgo l'invito del Presidente della Repubblica ad un atteggiamento di responsabilita' nazionale, che parta da questo: andiamo in parlamento e ci chiariamo sulla situazione. Non posso vedere che per mesi e mesi si e' detto che tutto era a posto perche' c'erano le elezioni. E adesso ci preparano quel che stanno preparando. No adesso vengono in parlamento e dicono -visti gli accordi che hanno fatto in Europa- cosa intendono fare. Noi diremo cosa avremmo fatto noi e cosa faremmo. A questo punto il gioco delle tre carte non si puo' assolutamente fare. C'e' un Paese che soffre''.
''Non sara' mettendo Berlusconi sul lettino dello psicanalista per vedere se gli viene qualche altro risveglio liberal-non so cosa, non sara' con un aggiustamento di qualche incarico di partito, non sara' con un'altra fiducia parlamentare del governo Bossi-Berlusconi-Scilipoti, non sara' su discussioni surreali come tirare o aprire i cordoni della borsa -ma di quale borsa si parla?!-, non sara' neanche con l'annuncio di progetti e di pezzi carta che il centrodestra puo' rispondere alle sue responsabilita' e fare un discorso onesto davanti al Paese'', ha quindi proseguito Bersani, che dicendo di non voler citare Moody's ha pero' sottolineato che mentre queste agenzie di rating ci mettono sotto osservazione e mentre si rischia il defolt della Grecia con conseguente contagio europeo, nel nostro Paese si discute di tutt'altro fino ad essere in attesa di quel che avverra' domani nel pratone di Pontida.''NOI ALTERNATIVI ALLA LEGA E LA SFIDIAMO'' Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ribadisce che il suo partito e' alternativo alla Lega, che non sta preparando aperture o allenze e che anzi ''sfida'' la Lega nel suo Nord.''Adesso c'e' Pontida e io -ha detto Bersani nel suo intervento alla Conferenza nazionale di Genova sul lavoro- ho fatto un augurio: che la Lega vada a fondo di questa discussione. La Lega e' un partito che ha governato 8 anni degli ultimi 10 e ha governato da Roma, non da Gemonio! I grandi obbiettivi dove sono finiti? L'autonomismo, la sburocratizzazione e tutto il resto dove sono finiti? E le ricette dove sono finite? Ci ricordiamo il protezionismo in economia? Ci hanno detto il federalismo come panacea fiscale, ci hanno detto aggressivita' contro l'immigrazione. Ma il risultato dov'e'?''.''Il risultato non c'e' per il Nord, ne' per l'Italia e ne' per la Lega'' ha detto ancora Bersani che ha quindi invitato la Lega ad ''andare fino in fondo'' nella sua riflessione. ''E non ci facciano gli ennesini ultimatum che poi sono sempre dei penultimatum, ancorche' roboanti''.''E quando qualcuno dice dialogo e apertura alla Lega veramente non capisce! Questa -ha affermato Bersani- e' la sfida alla Lega. Noi siamo alternativi alla Lega. Glieli abbiamo fatti noi i manifesti con la spada di Alberto da Giussano 'un po' cosi'' in tutto il Nord o glieli ha fatti Sel? Dopodiche' se vogliono tirarmi a dire che la maggioranza degli elettori di Varese o di Treviso e gli operai che hanno votato Lega sono dei razzisti, io dico no, non sono d'accordo, perche' non e' cosi'. Perche' solo chi non capisce niente puo' dire una cosa cosi'''.''MOMENTO DIFFICILE MA CAMBIARE E' POSSIBILE'' ''Cambiare e' possibile'': e' quanto ha affermato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani nella sua relazione conclusiva alla Conferenza nazionale sul lavoro di Genova. Un cambiamento che Bersani ha riferito alla involuzione del nostro Paese sia in termini economici che sociali e politici dovuto alle scelte sbagliate fatte dal governo Berlusconi. In particolare Bersani ha indicato come principale fattore di fallimento la politica del ''ghe pensi mi'' che ha portato ad un personalismo che ha distratto dai problemi un intero Paese. E' in questa ottica che Bersani ha rivendicato al proprio partito il merito di portare al centro dell'attenzione un tema come il lavoro che, ha detto, ''per noi e' la questione numero uno''. Con una riflessione dal ''sapore polemico'' il segretario democratico ha invitato a ''misurare la distanza stellare tra quel che diciamo noi e quello che dice il governo e questa maggioranza in queste ore''.Bersani a testimonianza della validita' della sua valutazione ha ricordato l'esito dei referendum per i quali e' stata largamente usata la parola ''inaspettato''. ''Ma inaspettato da chi?'' ha chiesto Bersani che dicendo di volersi togliere ''un sassolino'' ha proseguito: ''Ci siamo dimenticati delle battaglie degli operai e degli studenti in autunno. Ci siamo dimenticati delle trasmissioni di Saviano, ci siamo dimenticati di quella grande piazza San Giovanni?''.Sia le elezioni amministrative che i referendum per il segretario democratico hanno messo in luce ''un movimento che sta gia' raccogliendo i frutti''. E Bersani ha sottolineato come aspetto significativo che ''si sono mosse le donne''.''Per noi - ha aggiunto - quel risultato non era inaspettato, anche se non potevamo prevedere la dimensione''.Da tutto questo Bersani ha tratto l'indicazione che il Pd ''oggi e' il primo partito in Italia e quindi chiedo che si abbia piu' rispetto per il nostro partito''. Un partito, ha sottolineato, che e' diffuso territorialmente tra la gente, tra i lavoratori, che e' presente in tutte le generazioni della popolazione e anche presente nella comunicazione on line. Quindi per Bersani ''chi osserva le cose della politica cominci a smettere a guardare il Pd dal buco della serratura.Non siamo un partito del retroscena, siamo un partito che e' in prima linea, il primo partito nel Paese''.Bersani ha quindi chiesto da dove sia venuto questo ''vento del cambiamento'' e si e' detto convinto che a determinarlo sia stato ''un incrocio tra la questione democratica e quella sociale''.Per quanto riguarda il futuro, Bersani ha ribadito l'impegno a lavorare per un cambiamento politico deciso e radicale rispetto al governo Berlusconi. ''Non si trattera' solo - ha sottolineato - di oltrepassare un governo, si trattera' di uscire dal berlusconismo, di uscire dal pensiero del 'ghe pensi mi' che non e' in condizione di decidere, che non riconosce i problemi e li nasconde''.