14 giugno 2011

DOPO IL REFERENDUM BERLUSCONI PREPARA LA VERIFICA, BERSANI IL NUOVO CENTROSINISTRA

Archiviato il risultato dei referendum con il raggiungimento del quorum, i riflettori sono gia' puntati sulle conseguenze politiche della consultazione referendaria. Il governo si prepara alla verifica in calendario martedi' prossimo 21 giugno al Senato e il giorno successivo alla Camera. La Lega annuncia che domenica prossima, nel suo tradizionale raduno di Pontida, porra' le proprie condizioni programmatiche per il proseguimento della legislatura.Nei commenti seguiti al 54,8% raggiunto dal quorum - questo il risultato finale con il si' che si attesta al 95% in tutti i quesiti - si intravedono intanto giudizi diversi nella maggioranza su cio' che e' accaduto. Il premier Silvio Berlusconi, in una nota, ha teso a sminuire le ripercussioni del risultato referendario sottolineando che governo e Parlamento hanno il dovere di accogliere il responso di merito: ''Appare chiaro che la volonta' degli italiani e' netta su tutti i temi della consultazione''.


Piu' preoccupata la reazione della Lega che ieri pomeriggio ha riunito il suo stato maggiore nella sede di via Bellerio a Milano. ''Siamo stufi di prendere sberle'', ha poi sintetizzato il ministro Roberto Calderoli. A Pontida potrebbero esserci sorprese, oltre alla rinnovata richiesta di trasferire alcuni ministeri al nord.Nelle fila del Pdl ci sono valutazioni con toni difformi.Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, intervenendo in serata alla trasmissione su La7 condotta da Gad Lerner ''L'infedele'', parla di ''risultato politico'' del voto che impone al governo di correggere la propria azione e al Pdl di ''democratizzare la sua vita interna''.Gianni Alemanno, sindaco di Roma, invita il centrodestra ''a non minimizzare il risultato dei referendum''. E aggiunge: ''Evitiamo strumentalizzazioni e reazioni non adeguatamente ponderate ma nessuno puo' ignorare queste indicazioni dell'elettorato''.Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, conferma la linea che tentera' di seguire la maggioranza: ''L'esito del referendum non ha ricadute sul quadro politico generale e sul governo. Il Pdl aveva lasciato piena liberta' ai suoi dirigenti e militanti di partecipare o non partecipare al voto e se votare si' o no''.Allarmato il giudizio di Claudio Scajola, ex ministro dello Sviluppo economico, che nel recente passato aveva approntato il piano di rilancio del nucleare in Italia: ''E' evidente che in un periodo di crisi economica internazionale ognuno ha subito i suoi contraccolpi, come e' successo ad altri governi europei. Credo che si debba lavorare in tempi celeri e intensamente, al di la' delle persone, per rimettere insieme il popolo dei moderati.Accentuazioni di giudizio diverse anche nei commenti del centrosinistra. Se per Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, l'esito del referendum indica ''un divorzio tra il governo e paese'' tale da imporre le dimissioni del governo, Antonio Di Pietro preferisce parlare di un voto ''trasversale'' e di una ''vittoria degli italiani''. Quanto alle conseguenze politiche, il leader dell'Idv segnala che l'opposizione deve dotarsi di una coalizione e di un programma perche' non potra' battere ''per inerzia'' il centrosinistra.Nichi Vendola, Sel, sceglie di mettere in evidenza ''la straordinaria partecipazione che indica la vitalita' democratica di un paese che sta cercando con nitidezza e determinazione di uscire da un'epoca buia'' e ribadisce la richiesta di primarie per decidere la leadership del centrosinistra. Primarie che si potrebbero svolgere gia' a settembre.Nel campo dell'opposizione, esce piu' forte - nel Pd e nel centrosinistra - il ruolo di Bersani che non ha demonizzato, come gli chiedeva qualcuno all'interno del suo partito, il rapporto con Di Pietro e Vendola nelle elezioni amministrative e ha creduto realistico impegnarsi per il raggiungimento del quorum nella consultazione referendaria.Le vittorie nelle recenti elezioni e nei referendum consolidano a questo punto la possibilita' che il nuovo centrosinistra abbia essenzialmente tre gambe: Pd, Idv e Sel.E che su questa base si possa impostare, senza veti reciproci, il dialogo con il Terzo polo che presidia lo spazio elettorale di centro. Pier Ferdinando Casini, anche a nome di Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, da' un giudizio netto sul dopo referendum: ''Bisogna andare al piu' presto al voto, per un governo di transizione mancano ormai le condizioni''. Un esecutivo di decantazione guidato dal ministro Giulio Tremonti sembra non avere molte chance di realizzarsi.