ROMA - "La Padania non esiste e non e' mai esistita". Passati pochi giorni dall'incontro del disgelo con Umberto Bossi, Gianfranco Fini torna all'attacco della Lega nord e delle sue politiche 'secessioniste'. Ospite del convegno 'Patriottismo repubblicano e unita' nazionale', organizzato da FareFuturo, il presidente della Camera ridimensiona le aspirazioni del Carroccio: "Il compito della politica- esorta il presidente della Camera- e' contrastare in modo molto netto queste invenzioni propagandistico-letterarie".
Per Fini "quello che deve preoccupare e' che il senso dell'appartenenza alla comunita' nazionale e' molto piu' flebile di quanto dovrebbe essere". Sul banco degli imputati le "provocazioni di qualche amico della Lega". "Io- incalza Fini- non temo per l'unita' nazionale, ma per la coesione nazionale. Temo l'affievolirsi delle ragioni dello stare insieme; temo il modo surrettizio ma molto abile con cui si sono radicate nell'immaginario delle identita' inesistenti".Ed ecco il cuore della critica: "E' di tutta evidenza che la Padania non esiste e non e' mai esistita". E con essa buona parte della propaganda leghista come, aggiunge Fini, "la bandiera del sole delle Alpi o il Va' pensiero".Il ragionamento dell'ex leader di An investe i "ricorrenti, abili tentativi di far percepire un'identita' diversa da quella nazionale". Non si puo' far finta di niente, prosegue il presidente della Camera, perche' il folklore leghista "non e' derubricabile come semplice goliardata". Quindi "il compito della politica e' contrastare in modo molto netto queste invenzioni propagandistico-letterarie" e "riaffermare cosa si debba intendere per nazione". Ma come? Non affidandosi, conclude Fini, a delle "operazioni museali", ma ragionando su qual e' il "senso dell'italianita' oggi".www.dire.it