I redditi delle famiglie tornano a crescere nel 2010 dello 0,9 per cento, mentre la propensione al risparmio si è attestata al 12,1 per cento, registrando una diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Lo rileva l'Istat.
Il potere d'acquisto delle famiglie nel 2010 risulta in riduzione dello 0,6% (che nel 2009 era stata pari al 3,1) mentre la spesa per consumi finali è aumentata del 2,5%. I dati relativi al quarto trimestre evidenziano che la propensione al risparmio delle famiglie (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile), calcolata sui dati destagionalizzati, è stata pari al 12,4 per cento, superiore di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2009.
Nell'ultimo trimestre dell'anno, invece, la crescita del reddito disponibile rispetto al trimestre precedente (+1,4 per cento) è stata superiore a quella registrata dalla spesa per consumi (+0,8 per cento), il che ha determinato l'aumento congiunturale del tasso di risparmio. Sempre nell'ultimo trimestre del 2010 il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è aumentato dello 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente, tornando sui livelli registrati alla fine del 2009. Commentando i dati, Codacons ha sottolineato che "è la media del solito pollo, sono dati falsati, ancora più preoccupanti se si considera che arrivano dopo il crollo del 2009 del 3,1%". "Pensionati e famiglie a rischio di povertà relativa hanno un'inflazione maggiore rispetto alla media delle altre famiglie italiane: il calo del loro potere d'acquisto è, quindi, doppio", aggiunge il Codacons, che già da tempo chiede al governo indici ed indicatori differenziati per fasce di reddito e sociali. "Sarebbe necessario soprattutto un indice dei prezzi ad hoc per i pensionati sul quale calcolare l'adeguamento delle pensioni", conclude il Codacons.