I segretari del Pdl e del Pd, Angelino Alfano e Pierluigi Bersani, insieme al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, si sono incontrati questa mattina alla Camera per verificare i punti di convergenza sulle riforme istituzionali e sulle modifiche alla legge elettorale.
''Pensiamo di potercela fare entro la legislatura'' afferma Alfano al termine dell'incontro a cui hanno partecipato anche il vicepresidente di Futuro e liberta', Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, Ferdinando Adornato per l'Udc e Luciano Violante, come responsabile delle riforme istituzionali del Pd.
"Procederemo con una priorita', che e' quella della riforma delle istituzioni, che contempla la diminuzione del numero dei parlamentari. E' chiaro che, dovendo e volendo diminuire i parlamentari, la legge elettorale la faremo subito dopo" annuncia il segretario del Pdl, secondo cui la riforma elettorale va fatta subito dopo, "in modo tale da tener conto del numero dei parlamentari nuovi, stabiliti con le scelte del Parlamento".
Sulla stessa linea il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo deciso di dare un segnale subito sulla riduzione dei parlamentari. Si apre una fase nuova, che ci consente di raggiungere nuovi traguardi: vogliamo passare cosi' dalle parole ai fatti".
Alfano, Bersani e Casini hanno dato il via libera ai contenuti raccolti dai tavoli sulle riforme e al calendario, le cui tappe sono state ipotizzate, oggi nel corso del vertice, dai 'coordinatori' dei partiti che si stanno occupando di questa materia. Abc (abbreviazione con la quale viene ormai chiamato il terzetto formato dai segretari Pdl e Pd e dal leader dell'Udc) hanno sostanzialmente approvato il quadro delle modifiche che si dovrebbero apportare alla Costituzione: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione dei meccanismi per la sfiducia costruttiva, potere di nomina e di revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio e superamento del bicameralismo perfetto.
I tempi dovranno essere necessariamente ravvicinati, visto che il processo di riforma costituzionale prevede una doppia lettura sia alla Camera che al Senato a distanza di tre mesi l'una dall'altra. Per cui il calendario abbozzato oggi prevede la conclusione della fase istruttoria e la presentazione di un testo condiviso in Parlamento entro 2-3 settimane. Dopo la prima lettura verra' incardinata la legge elettorale e, successivamente, si arrivera' alla seconda lettura in autunno per completare l'iter entro dicembre-gennaio.
Si dice ottimista il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che parla di "segnali positivi''. "Il confronto tra le forze politiche -sottolinea- si e' avviato dopo una lunga fase di assoluta incomunicabilita'; si stanno registrando delle importanti convergenze sia per la riduzione del numero dei parlamentari, sia per un diverso assetto del nostro sistema bicamerale; e necessariamente si dovra' dar corso anche ad un riforma della legge elettorale. Manca un anno e qualche settimana al termine della legislatura, i tempi ci sono se c'e' la volonta' politica di procedere nel senso che e' stato indicato dai primi incontri''.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, ''i tempi sono ristretti, ma con un po' di buona volonta' e se c'e' condivisione politica, ce la possiamo fare''.
''Pensiamo di potercela fare entro la legislatura'' afferma Alfano al termine dell'incontro a cui hanno partecipato anche il vicepresidente di Futuro e liberta', Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, Ferdinando Adornato per l'Udc e Luciano Violante, come responsabile delle riforme istituzionali del Pd.
"Procederemo con una priorita', che e' quella della riforma delle istituzioni, che contempla la diminuzione del numero dei parlamentari. E' chiaro che, dovendo e volendo diminuire i parlamentari, la legge elettorale la faremo subito dopo" annuncia il segretario del Pdl, secondo cui la riforma elettorale va fatta subito dopo, "in modo tale da tener conto del numero dei parlamentari nuovi, stabiliti con le scelte del Parlamento".
Sulla stessa linea il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo deciso di dare un segnale subito sulla riduzione dei parlamentari. Si apre una fase nuova, che ci consente di raggiungere nuovi traguardi: vogliamo passare cosi' dalle parole ai fatti".
Alfano, Bersani e Casini hanno dato il via libera ai contenuti raccolti dai tavoli sulle riforme e al calendario, le cui tappe sono state ipotizzate, oggi nel corso del vertice, dai 'coordinatori' dei partiti che si stanno occupando di questa materia. Abc (abbreviazione con la quale viene ormai chiamato il terzetto formato dai segretari Pdl e Pd e dal leader dell'Udc) hanno sostanzialmente approvato il quadro delle modifiche che si dovrebbero apportare alla Costituzione: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione dei meccanismi per la sfiducia costruttiva, potere di nomina e di revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio e superamento del bicameralismo perfetto.
I tempi dovranno essere necessariamente ravvicinati, visto che il processo di riforma costituzionale prevede una doppia lettura sia alla Camera che al Senato a distanza di tre mesi l'una dall'altra. Per cui il calendario abbozzato oggi prevede la conclusione della fase istruttoria e la presentazione di un testo condiviso in Parlamento entro 2-3 settimane. Dopo la prima lettura verra' incardinata la legge elettorale e, successivamente, si arrivera' alla seconda lettura in autunno per completare l'iter entro dicembre-gennaio.
Si dice ottimista il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che parla di "segnali positivi''. "Il confronto tra le forze politiche -sottolinea- si e' avviato dopo una lunga fase di assoluta incomunicabilita'; si stanno registrando delle importanti convergenze sia per la riduzione del numero dei parlamentari, sia per un diverso assetto del nostro sistema bicamerale; e necessariamente si dovra' dar corso anche ad un riforma della legge elettorale. Manca un anno e qualche settimana al termine della legislatura, i tempi ci sono se c'e' la volonta' politica di procedere nel senso che e' stato indicato dai primi incontri''.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, ''i tempi sono ristretti, ma con un po' di buona volonta' e se c'e' condivisione politica, ce la possiamo fare''.