Dire che siamo vicini è un po' presto". Parola del segretario generale Cgil, Susanna Camusso che ospite di Fabio Fazio a 'Che tempo che fa' alla vigilia di una settimana cruciale tra governo e sindacati sul tema del lavoro, frena. "E' necessario che il Paese abbia un intervento sul mercato del lavoro e credo - spiega - sia necessario farlo con il contributo delle parti. Ma alla domanda diretta se sarà raggiunta l'intesa a fine marzo replica: anche qui applicherei la categoria dell'ottimismo. Dire che siamo vicini è un po' presto".
Quanto all'articolo 18 ribadisce che non si può toccare perché "è una norma di civiltà". "Che ci sia stato un carico ideologico non c'è dubbio, ma non si può cambiare nella sua sostanza perché dice che 'non si può licenziare se non c'è un giustificato motivo'".
Dunque oltre a una norma di civiltà è "soprattutto una norma deterrente. Il contenzioso giudiziario sull'articolo 18 è basso, non ha numeri infiniti, ed è per questo che non si può indebolire la norma. Il messaggio che verrebbe ricavato, altrimenti, è 'potete fare quello che volete'" trasformando il lavoro in una forma di "servitù".
Sempre in tema di lavoro, Camusso ricorda che c'è un tema su cui "bisogna ragionare. Il procedimento giudiziario per un licenziamento dura 6 anni, questa è un'incertezza eccessiva per il lavoratore e per l'impresa. Non bisogna cambiare l'articolo 18 ma - conclude - trovare procedure per risolvere in tempi più rapidi questi contenziosi".
Quanto all'articolo 18 ribadisce che non si può toccare perché "è una norma di civiltà". "Che ci sia stato un carico ideologico non c'è dubbio, ma non si può cambiare nella sua sostanza perché dice che 'non si può licenziare se non c'è un giustificato motivo'".
Dunque oltre a una norma di civiltà è "soprattutto una norma deterrente. Il contenzioso giudiziario sull'articolo 18 è basso, non ha numeri infiniti, ed è per questo che non si può indebolire la norma. Il messaggio che verrebbe ricavato, altrimenti, è 'potete fare quello che volete'" trasformando il lavoro in una forma di "servitù".
Sempre in tema di lavoro, Camusso ricorda che c'è un tema su cui "bisogna ragionare. Il procedimento giudiziario per un licenziamento dura 6 anni, questa è un'incertezza eccessiva per il lavoratore e per l'impresa. Non bisogna cambiare l'articolo 18 ma - conclude - trovare procedure per risolvere in tempi più rapidi questi contenziosi".