"Un moderno sistema penale, giudiziario e penitenziale raggiunge il suo scopo fondamentale di assicurare la giustizia e tutelare la sicurezza dei cittadini quando vengono contemporaneamente garantite l'effettivita' della pena e l'efficace rieducazione del carcerato". E' quanto dice Gianfranco Fini intervenendo all'inaugurazione, a Montecitorio, della mostra 'Cesare Beccaria - La civilta' dei diritti', che presenta documenti (mai esposti in una rassegna pubblica) di rilevante valore storico e culturale sull'opera dell'illuminista, nonno materno di Alessandro Manzoni.
"Dobbiamo purtroppo rilevare- osserva il presidente della Camera- le difficolta' incontrate dal nostro Paese nell'attuare questi due fondamentali principi. Dove l'odierna realta' italiana stride in modo particolare con i principi sostenuti da Beccaria e' nella condizione carceraria. I mali del settore- continua- denunciati in primo luogo dai rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria, sono principalmente il sovraffollamento e la vetusta' degli edifici". Secondo il presidente della Camera, "la coabitazione forzata di numerose persone in ambienti spesso degradati non puo' certo favorire un processo di recupero dei detenuti alla vita civile, in adempimento dell'istanza rieducativa fissata dalla Costituzione all'articolo 27".
Fini conclude: "Il patrimonio etico e culturale che viene dall'illuminismo giuridico, deve impegnare il nostro Paese a continuare con determinazione e convinzione la sua azione di sostegno dei diritti umani e di promozione della dignita' della persona. Attorno a quei principi si puo' edificare qual mondo nuovo, piu' giusto e piu' umano, che uomini come Beccaria seppero indicare, oltre due secoli fa, come uno degli ideali piu' alti della civilta' europea".
"Dobbiamo purtroppo rilevare- osserva il presidente della Camera- le difficolta' incontrate dal nostro Paese nell'attuare questi due fondamentali principi. Dove l'odierna realta' italiana stride in modo particolare con i principi sostenuti da Beccaria e' nella condizione carceraria. I mali del settore- continua- denunciati in primo luogo dai rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria, sono principalmente il sovraffollamento e la vetusta' degli edifici". Secondo il presidente della Camera, "la coabitazione forzata di numerose persone in ambienti spesso degradati non puo' certo favorire un processo di recupero dei detenuti alla vita civile, in adempimento dell'istanza rieducativa fissata dalla Costituzione all'articolo 27".
Fini conclude: "Il patrimonio etico e culturale che viene dall'illuminismo giuridico, deve impegnare il nostro Paese a continuare con determinazione e convinzione la sua azione di sostegno dei diritti umani e di promozione della dignita' della persona. Attorno a quei principi si puo' edificare qual mondo nuovo, piu' giusto e piu' umano, che uomini come Beccaria seppero indicare, oltre due secoli fa, come uno degli ideali piu' alti della civilta' europea".