La Bce "si aspetta per l'economia dell'Eurozona una ripresa graduale nel corso di questo anno". E' la stima espressa dal presidente dell'Eurotower Mario Draghi nella dichiarazione seguita al Consiglio odierno che ha mantenuto inalterati i tassi di interesse.
"L'attività economica - ha aggiunto - dovrebbe essere sostenuta dalla domanda esterna, dai tassi di interesse molto bassi e da tutte le misure adottate per sostenere il corretto funzionamento del settore finanziario dell'Eurozona". Quanto alla revisione al rialzo delle stime dell'inflazione, Draghi l'ha motivata con "i rischi che nel breve termine derivano soprattutto da prezzi del petrolio più alti del previsto e dall'aumento delle tasse indirette". Il presidente della Bce ha sottolineato come "sia essenziale che le banche aumentino ulteriormente la loro capacità di resistere" agli choc, "anche attraverso una conservazione degli utili".
L'inflazione è attesa vicina al 2% nel 2012, ha affermato il presidente della Bce.
La Banca centrale europea "ha leggermente ribassato" le previsioni per il Pil reale per il 2012, che sono in un range fra -0,5% e + 0.3% mentre per il 2013 la previsione è fra una crescita piatta, ovvero dello 0, e un aumento del 2,2%, ha detto Draghi, confermando "i rischi al ribasso", legati a "nuove tensioni sul mercato del debito europeo e le possibili conseguenze sull'economia reale".
''Molti governi'' dell'area euro hanno fatto ''progressi'' nel consolidamento fiscale e nelle riforme strutturali. Ora è ''fondamentale'' andare avanti con le riforme strutturali, ha continuato Draghi.
Le operazioni di liquidità decise dalla Bce "hanno avuto un primo impatto positivo" sul sistema finanziario, ha dichiarato sottolineando come la Bce "si attenda che le operazioni di finanziamento a tre anni forniranno un ulteriore effetto di stabilizzazione sui mercati finanziari e soprattutto sui prestiti". Comunque, ha aggiunto, "tutte le misure no convenzionali sono temporanee". L'iniezione di liquidità, ha affermato, "ha avuto un potente effetto ma ora la palla è in mano dei governi e degli altri alttori, soprattutto banche, che devono andare avanti con le riforme e risistemare i bilanci".
"Nessuno isolato in Consiglio" e tantomeno lo è la Bundesbank, ha puntualizzato con forza Draghi. "Siamo uniti, non c'è un solo garante stabilità", ha detto evidenziando: "siamo tutti sulla stessa barca, non c'è da combattere" in Consiglio.
"Non penso che la Bundesbank sia isolata, come dimostra il fatto che la decisione sulle iniezioni di liquidità è stata unanime" ha ribadito, sottolineando che "anche se ci sono differenze di vedute non siamo alla 'Bundesbank contro tutti'". "Penso che l'isolamento non appartiene né a me né al nostro modo di lavorare", ha aggiunto.
La Bce rivede al rialzo le stime per l'inflazione nell'Eurozona, ha riferito Draghi, tra il 2,1% e il 2,7% per il 2012 e fra 0,9% e 2,3% per il 2013.
"Non è corretto dire che i rischi per il bilancio della Bce sono più alti" che non per i bilancio della Federal Reserve e della Bank of England, ha affermato, contestando l'interpretazione legata all'aumentato volume del bilancio della Bce dopo le due operazioni di liquidità da oltre 1000 miliardi di euro.
Draghi ha invitato a "confrontare il ratio degli strumenti monetari della Bce con quelli della Fed e Boe", ricordando che l'Eurotower "ha un ampio volume di asset" che le altre due banche centrali non hanno. Guardando a questo ratio, ha sottolineato, emerge come gli strumenti monetari rappresentino solo il 15% del bilancio della Bce contro il 19% della Fed e il 21% della Boe.
Con le Ltro, le iniezioni di liquidità da oltre 1000 miliardi, "pensiamo di avere fatto la cosa giusta", anche sul fronte dei cambi, ha detto Draghi, sottolineando che "l'euro si è apprezzato dopo le Ltro: abbiamo registrato flussi di denario in rientro, che mostrano la fiducia" degli investitori. Comunque, ha ribadito, la stabilità dei cambi non appartiene al mandato primario della Bce che "è quello della stabilità dei prezzi".
Le iniezioni di liquidità della Bce sono "misure non convenzionali per tempi non convenzionali: ora dobbiamo tornare a politiche normali da banca centrale", ha auspicato il presidente dell'Eurotower, contestando le critiche di chi "dice che le Ltro renderanno il sistema bancario dipendente" dalle iniezioni di liquidità. Chi dice così, ha spiegato, "dimentica che prima (delle iniezioni) non c'era più un mercato interbancario".
Riguardo all'ipotesi di nuove operazioni dopo i due maxi prestiti al sistema bancario operati dalla Bce, Draghi ha dichiarato: "Dobbiamo verificare come lo scenario economico e finanziario cambia dopo le operazioni e ci sono complessità che vanno analizzate".
A chi gli chiedeva se l'Eurotower stia studiando un piano alternativo rispetto all'acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà, il presidente della Bce ha dichiarato: "Non abbiamo un piano B, sarebbe ammettere un fallimento e noi non abbiamo fallito".
Draghi si è detto "assolutamente fiducioso sull'attuazione del fiscal compact: ci sono ragioni politiche molto forti che mi fanno pensare che il fiscal compact sarà applicato e funzionerà". "L'Unione Monetaria ha bisogno che tutti i paesi mostrino di voler essere soggetti a una normativa che non può essere cambiata da un qualsiasi governo".
Solo attraverso questo rispetto "si può stare insieme - ha aggiunto Draghi - altrimenti ci sarebbero un paio di paesi che pagherebbero per tutti gli altri". Non si può stare insieme, ha concluso, "a meno che non ci siano regole, come quelle del fiscal compact, che sono i 'pilastri della fiducia' fra i Paesi, una fiducia che è essenziale per l'unione monetaria".
"L'attività economica - ha aggiunto - dovrebbe essere sostenuta dalla domanda esterna, dai tassi di interesse molto bassi e da tutte le misure adottate per sostenere il corretto funzionamento del settore finanziario dell'Eurozona". Quanto alla revisione al rialzo delle stime dell'inflazione, Draghi l'ha motivata con "i rischi che nel breve termine derivano soprattutto da prezzi del petrolio più alti del previsto e dall'aumento delle tasse indirette". Il presidente della Bce ha sottolineato come "sia essenziale che le banche aumentino ulteriormente la loro capacità di resistere" agli choc, "anche attraverso una conservazione degli utili".
L'inflazione è attesa vicina al 2% nel 2012, ha affermato il presidente della Bce.
La Banca centrale europea "ha leggermente ribassato" le previsioni per il Pil reale per il 2012, che sono in un range fra -0,5% e + 0.3% mentre per il 2013 la previsione è fra una crescita piatta, ovvero dello 0, e un aumento del 2,2%, ha detto Draghi, confermando "i rischi al ribasso", legati a "nuove tensioni sul mercato del debito europeo e le possibili conseguenze sull'economia reale".
''Molti governi'' dell'area euro hanno fatto ''progressi'' nel consolidamento fiscale e nelle riforme strutturali. Ora è ''fondamentale'' andare avanti con le riforme strutturali, ha continuato Draghi.
Le operazioni di liquidità decise dalla Bce "hanno avuto un primo impatto positivo" sul sistema finanziario, ha dichiarato sottolineando come la Bce "si attenda che le operazioni di finanziamento a tre anni forniranno un ulteriore effetto di stabilizzazione sui mercati finanziari e soprattutto sui prestiti". Comunque, ha aggiunto, "tutte le misure no convenzionali sono temporanee". L'iniezione di liquidità, ha affermato, "ha avuto un potente effetto ma ora la palla è in mano dei governi e degli altri alttori, soprattutto banche, che devono andare avanti con le riforme e risistemare i bilanci".
"Nessuno isolato in Consiglio" e tantomeno lo è la Bundesbank, ha puntualizzato con forza Draghi. "Siamo uniti, non c'è un solo garante stabilità", ha detto evidenziando: "siamo tutti sulla stessa barca, non c'è da combattere" in Consiglio.
"Non penso che la Bundesbank sia isolata, come dimostra il fatto che la decisione sulle iniezioni di liquidità è stata unanime" ha ribadito, sottolineando che "anche se ci sono differenze di vedute non siamo alla 'Bundesbank contro tutti'". "Penso che l'isolamento non appartiene né a me né al nostro modo di lavorare", ha aggiunto.
La Bce rivede al rialzo le stime per l'inflazione nell'Eurozona, ha riferito Draghi, tra il 2,1% e il 2,7% per il 2012 e fra 0,9% e 2,3% per il 2013.
"Non è corretto dire che i rischi per il bilancio della Bce sono più alti" che non per i bilancio della Federal Reserve e della Bank of England, ha affermato, contestando l'interpretazione legata all'aumentato volume del bilancio della Bce dopo le due operazioni di liquidità da oltre 1000 miliardi di euro.
Draghi ha invitato a "confrontare il ratio degli strumenti monetari della Bce con quelli della Fed e Boe", ricordando che l'Eurotower "ha un ampio volume di asset" che le altre due banche centrali non hanno. Guardando a questo ratio, ha sottolineato, emerge come gli strumenti monetari rappresentino solo il 15% del bilancio della Bce contro il 19% della Fed e il 21% della Boe.
Con le Ltro, le iniezioni di liquidità da oltre 1000 miliardi, "pensiamo di avere fatto la cosa giusta", anche sul fronte dei cambi, ha detto Draghi, sottolineando che "l'euro si è apprezzato dopo le Ltro: abbiamo registrato flussi di denario in rientro, che mostrano la fiducia" degli investitori. Comunque, ha ribadito, la stabilità dei cambi non appartiene al mandato primario della Bce che "è quello della stabilità dei prezzi".
Le iniezioni di liquidità della Bce sono "misure non convenzionali per tempi non convenzionali: ora dobbiamo tornare a politiche normali da banca centrale", ha auspicato il presidente dell'Eurotower, contestando le critiche di chi "dice che le Ltro renderanno il sistema bancario dipendente" dalle iniezioni di liquidità. Chi dice così, ha spiegato, "dimentica che prima (delle iniezioni) non c'era più un mercato interbancario".
Riguardo all'ipotesi di nuove operazioni dopo i due maxi prestiti al sistema bancario operati dalla Bce, Draghi ha dichiarato: "Dobbiamo verificare come lo scenario economico e finanziario cambia dopo le operazioni e ci sono complessità che vanno analizzate".
A chi gli chiedeva se l'Eurotower stia studiando un piano alternativo rispetto all'acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà, il presidente della Bce ha dichiarato: "Non abbiamo un piano B, sarebbe ammettere un fallimento e noi non abbiamo fallito".
Draghi si è detto "assolutamente fiducioso sull'attuazione del fiscal compact: ci sono ragioni politiche molto forti che mi fanno pensare che il fiscal compact sarà applicato e funzionerà". "L'Unione Monetaria ha bisogno che tutti i paesi mostrino di voler essere soggetti a una normativa che non può essere cambiata da un qualsiasi governo".
Solo attraverso questo rispetto "si può stare insieme - ha aggiunto Draghi - altrimenti ci sarebbero un paio di paesi che pagherebbero per tutti gli altri". Non si può stare insieme, ha concluso, "a meno che non ci siano regole, come quelle del fiscal compact, che sono i 'pilastri della fiducia' fra i Paesi, una fiducia che è essenziale per l'unione monetaria".