Un appello alla Lega e un suggerimento a Monti. Il segretario del Pdl Angelino Alfano interviene dal palco di Orvieto, a conclusione della scuola di formazione del partito. E subito si rivolge a Umberto Bossi, invitandolo "in vista delle amministrative" a "non consegnare il Nord alla sinistra''.
"Sul fronte delle alleanze, l'obiettivo del Pdl è "riunire i moderati", senza "lanciare appelli a nessuno, chi ci sta ci sta". Anche perché, avverte, "separare i moderati e' un modo subdolo per far vincere la sinistra". Una sinistra, attacca Alfano, rappresentata dall'alleanza "Di Pietro-Vendola-Bersani, che va nella direzione dello zapaterismo e non certo di una moderna sinistra europea''. "Lo zapaterismo -dice il segretario Pdl - è un germe che rischia di attaccare valori che noi difendiamo, come abbiamo fatto con il decreto su Eluana Englaro, la difesa della vita sin dal concepimento, oppure i tanti no che abbiamo detto sullo scardinare la famiglia''. ''Se la sinistra andra' al governo, fara' quello che ha fatto la sinistra in Spagna: il matrimonio tra uomini, le coppie di fatto, buttando fumo sulla societa' spagnola, distraendo le forze migliori dallo sviluppo e dalla crescita. E oggi il partito socialista e' ai minimi termini: questo sara' l'inevitabile destino tra Bersani, Di Pietro e Vendola".
Quanto all'azione del governo Monti, che si regge anche grazie al Pdl, Alfano assicura di voler fare "le riforme costituzionali. Certo vorremmo fare di piu'. Vogliamo completare la riforma della giustizia''. Le priorità di questo governo però devono essere altre, avverte. E cioè: "Lavoro, lavoro, lavoro!''.
Parole che provocano la replica, ironica, di Pier Luigi Bersani . "Quando c'e' da parlare di corruzione, di frequenze tv scoprono anche il lavoro...". "Questa settimana e' il lavoro poi vediamo la prossima cosa succede". Commentando poi l'attacco lanciato da Alfano alla sinistra, Bersani su Twitter chiede "se siamo gia' in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare".
Proprio il tema del lavoro è stato al centro dell'intervento del leader del Pd alla conferenza nazionale sul precariato. "Il tavolo" tra governo e parti sociali sul lavoro "serve perche' dobbiamo darci una regolata e questo non vuol dire tornare ad antiche regolazioni. Noi abbiamo bisogno di una nuova regolazione" sottolinea Bersani. Che però parlando dell'art. 18 mette in chiaro: non deve diventare uno "scalpo simbolico su quale dire quale sara' la direzione di marcia: se verso una deregolazione o verso nuove regole".
Anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, critica l'intervento del segretario Pdl. "Alfano e' ridicolo. In questi tre anni e mezzo il governo Berlusconi ha prodotto come unico risultato l'esplosione del precariato e oggi vi sono circa 600mila lavoratori interessati da cassa integrazione o mobilita', mentre le imprese italiane sono state abbandonate e molte di esse sono state costrette a chiudere".
Su lavoro e articolo 18 è intervenuto oggi anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, affermando che "per i nuovi assunti l'art. 18 e' un reperto archeologico''. "Oggi, i nostri figli vogliono sapere perche' siamo l'unico Paese in Europa in cui il contratto a tempo indeterminato e' scomparso e su questo approccio realistico si deve dar vita ad alleanze trasversali".
Per il Carroccio invece, interviene Roberto Maroni, che respinge l'appello di Alfano. "Ma non siete voi del Pdl alleati con la sinistra a Roma?" scrive l'ex responsabile del Viminale su Facebook. "Togliete il sostegno al governo Monti-Dracula e poi (forse) ne riparleremo. Ipocrisie e democristianismi non ci interessano, la Lega ha un'altra idea in mente: diventare il primo partito della Padania''. Sulla stessa linea il governatore del Piemonte, Roberto Cota. "Umberto Bossi e il Consiglio federale della Lega hanno preso una decisione che e' quella di correre da soli alle prossime amministrative". ''Le ragioni di questa decisione sono note - spiega Cota - non sosteniamo il governo Monti per ragioni di merito e non per partito preso poiche' si tratta di un governo centralista che anziche' rilanciare il sistema produttivo spreme tutti gli italiani come limoni". "Pertanto - ribadisce Cota - nei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti la Lega correra' da sola".
Tornando al Pdl, Alfano ribadisce di voler stare vicino ai cittadini, che troppo spesso si trovano a vivere la crisi economica da soli, senza aiuti da parte delle banche. ''Se e' crisi, e' crisi per tutti. Un po' di pegno lo pagano i cittadini, un po' di pegno devono pagarlo anche le banche, perche' il conto della crisi non possono pagarlo solo i cittadini" dice Alfano. Il leader Pdl garantisce che "l'azione della settimana che verra' da parte nostra sara' una vigilanza permanente sull'azione delle banche e un pressing su Monti affinche' le banche diano trasparenza, attraverso i siti internet, di come impiegano i soldi ricevuti dalla Bce: vogliamo chiarezza". Per il segretario del Pdl, e' "questa l'agenda del Paese, non dobbiamo occuparci di altro perche' i cittadini non ci chiedono riflessioni filosofiche ma di risolvere la crisi economica".
"La settimana prossima vorro' incontrare il presidente dell'Abi per dire che il Pdl e' a fianco delle banche se le banche sono a fianco del popolo, ma il Pdl sara' contro le banche se le banche saranno contro il popolo" sottolinea Alfano. Che conclude "Le banche devono fare credito alle imprese con i soldi ricevuti dalla Bce''.
"Sul fronte delle alleanze, l'obiettivo del Pdl è "riunire i moderati", senza "lanciare appelli a nessuno, chi ci sta ci sta". Anche perché, avverte, "separare i moderati e' un modo subdolo per far vincere la sinistra". Una sinistra, attacca Alfano, rappresentata dall'alleanza "Di Pietro-Vendola-Bersani, che va nella direzione dello zapaterismo e non certo di una moderna sinistra europea''. "Lo zapaterismo -dice il segretario Pdl - è un germe che rischia di attaccare valori che noi difendiamo, come abbiamo fatto con il decreto su Eluana Englaro, la difesa della vita sin dal concepimento, oppure i tanti no che abbiamo detto sullo scardinare la famiglia''. ''Se la sinistra andra' al governo, fara' quello che ha fatto la sinistra in Spagna: il matrimonio tra uomini, le coppie di fatto, buttando fumo sulla societa' spagnola, distraendo le forze migliori dallo sviluppo e dalla crescita. E oggi il partito socialista e' ai minimi termini: questo sara' l'inevitabile destino tra Bersani, Di Pietro e Vendola".
Quanto all'azione del governo Monti, che si regge anche grazie al Pdl, Alfano assicura di voler fare "le riforme costituzionali. Certo vorremmo fare di piu'. Vogliamo completare la riforma della giustizia''. Le priorità di questo governo però devono essere altre, avverte. E cioè: "Lavoro, lavoro, lavoro!''.
Parole che provocano la replica, ironica, di Pier Luigi Bersani . "Quando c'e' da parlare di corruzione, di frequenze tv scoprono anche il lavoro...". "Questa settimana e' il lavoro poi vediamo la prossima cosa succede". Commentando poi l'attacco lanciato da Alfano alla sinistra, Bersani su Twitter chiede "se siamo gia' in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare".
Proprio il tema del lavoro è stato al centro dell'intervento del leader del Pd alla conferenza nazionale sul precariato. "Il tavolo" tra governo e parti sociali sul lavoro "serve perche' dobbiamo darci una regolata e questo non vuol dire tornare ad antiche regolazioni. Noi abbiamo bisogno di una nuova regolazione" sottolinea Bersani. Che però parlando dell'art. 18 mette in chiaro: non deve diventare uno "scalpo simbolico su quale dire quale sara' la direzione di marcia: se verso una deregolazione o verso nuove regole".
Anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, critica l'intervento del segretario Pdl. "Alfano e' ridicolo. In questi tre anni e mezzo il governo Berlusconi ha prodotto come unico risultato l'esplosione del precariato e oggi vi sono circa 600mila lavoratori interessati da cassa integrazione o mobilita', mentre le imprese italiane sono state abbandonate e molte di esse sono state costrette a chiudere".
Su lavoro e articolo 18 è intervenuto oggi anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, affermando che "per i nuovi assunti l'art. 18 e' un reperto archeologico''. "Oggi, i nostri figli vogliono sapere perche' siamo l'unico Paese in Europa in cui il contratto a tempo indeterminato e' scomparso e su questo approccio realistico si deve dar vita ad alleanze trasversali".
Per il Carroccio invece, interviene Roberto Maroni, che respinge l'appello di Alfano. "Ma non siete voi del Pdl alleati con la sinistra a Roma?" scrive l'ex responsabile del Viminale su Facebook. "Togliete il sostegno al governo Monti-Dracula e poi (forse) ne riparleremo. Ipocrisie e democristianismi non ci interessano, la Lega ha un'altra idea in mente: diventare il primo partito della Padania''. Sulla stessa linea il governatore del Piemonte, Roberto Cota. "Umberto Bossi e il Consiglio federale della Lega hanno preso una decisione che e' quella di correre da soli alle prossime amministrative". ''Le ragioni di questa decisione sono note - spiega Cota - non sosteniamo il governo Monti per ragioni di merito e non per partito preso poiche' si tratta di un governo centralista che anziche' rilanciare il sistema produttivo spreme tutti gli italiani come limoni". "Pertanto - ribadisce Cota - nei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti la Lega correra' da sola".
Tornando al Pdl, Alfano ribadisce di voler stare vicino ai cittadini, che troppo spesso si trovano a vivere la crisi economica da soli, senza aiuti da parte delle banche. ''Se e' crisi, e' crisi per tutti. Un po' di pegno lo pagano i cittadini, un po' di pegno devono pagarlo anche le banche, perche' il conto della crisi non possono pagarlo solo i cittadini" dice Alfano. Il leader Pdl garantisce che "l'azione della settimana che verra' da parte nostra sara' una vigilanza permanente sull'azione delle banche e un pressing su Monti affinche' le banche diano trasparenza, attraverso i siti internet, di come impiegano i soldi ricevuti dalla Bce: vogliamo chiarezza". Per il segretario del Pdl, e' "questa l'agenda del Paese, non dobbiamo occuparci di altro perche' i cittadini non ci chiedono riflessioni filosofiche ma di risolvere la crisi economica".
"La settimana prossima vorro' incontrare il presidente dell'Abi per dire che il Pdl e' a fianco delle banche se le banche sono a fianco del popolo, ma il Pdl sara' contro le banche se le banche saranno contro il popolo" sottolinea Alfano. Che conclude "Le banche devono fare credito alle imprese con i soldi ricevuti dalla Bce''.