Nel triennio 2011-2013 il bilancio dello Stato potrà beneficiare di una minor richiesta di dotazione da parte della Camera pari a 75 milioni di euro e di restituzioni di somme da parte della Camera stessa pari a 76 milioni di euro. In totale, più di 150 milioni. Sono queste le cifre contenute nella Relazione sul 'Bilancio interno' di Montecitorio che il deputato questore Francesco Colucci (Pdl) ha svolto in aula a Montecitorio. "Si tratta- ha detto Colucci anche a nome del Collegio dei Questori composto da Gabriele Albonetti e Antonio Mazzocchi- di importanti risultati, frutto di una gestione rigorosa e ispirata al senso di responsabilità".
La crescita della dotazione della Camera, continua, "sarà pari a zero fino al 2013. Pertanto, per quattro anni di seguito (a partire dal 2010) la dotazione è rimasta e rimarrà uguale a quella del 2009. Nel quinquennio 2006-2010, il contenimento della crescita della propria dotazione da parte della Camera, e l'azzeramento nel 2010, ha fatto risparmiare al bilancio dello Stato una cifra superiore a 300 milioni di euro".
Dalla relazione del questore si evince che sia con la manovra attuale, sia con quella dello scorso anno, si è inciso su tutte le principali voci di spesa, e cioè sul contributo di funzionamento dei gruppi parlamentari (per i quali è prevista la riduzione dei contributi per 1.185.000 euro all'anno), sul trattamento economico dei deputati in carica e cessati dal mandato (vitalizi), sul personale della Camera in servizio ed in pensione, sulle locazioni immobiliari e sulle spese correnti. "E' dal 2003- dice Colucci- che la Camera dei deputati ha messo sotto controllo la dinamica della propria dotazione e da almeno cinque anni interviene in senso restrittivo sulle proprie spese di funzionamento". L'indennità parlamentare è stata ridotta nel 2006 del 10%, a decorrere dal 2008, ed è stata successivamente bloccata per cinque anni (resterà bloccata anche nel 2013).
Il blocco dell'indennità ha comportato un effetto anche sugli assegni vitalizi dei deputati cessati dal mandato, da anni già bloccati.
L'Ufficio di presidenza della Camera, ricorda Colucci in aula, ha dato mandato al Collegio dei questori di intervenire sulla disciplina delle spese di viaggio, ed ha assunto l'impegno di definire per gli assegni vitalizi un nuovo sistema previdenziale, destinato a entrare in vigore dalla prossima legislatura. Sui vitalizi, inoltre, già nell'immediato sarà applicato il contributo di solidarietà.
Colucci ha poi fornito alcuni dati emersi da uno studio effettuato comparando i dati relativi al trattamento economico dei principali Paesi dell'Unione Europea. Da tale studio, spiega, "emerge che il costo mensile complessivo per ciascun deputato italiano è pari a 20.486,68 euro, inferiore rispetto al costo di ciascun parlamentare francese (23.066,75), tedesco (27.364,00), inglese (21.089,83), ovvero al costo di un deputato al Parlamento europeo (34.750,87)". Anche se si raffronta solo l'ammontare netto delle competenze, emerge che il totale netto percepito dai deputati italiani (10.257,84) è in linea con quello mediamente percepito dai parlamentari delle Assemblee degli altri Paesi (Francia 11.863,60; Germania 9.932,15; Gran Bretagna 8.540,83; Parlamento europeo 13.285,72).
Infine, se al raffronto delle competenze nette si somma quanto erogato ai parlamentari, direttamente o indirettamente, per la gestione dei collaboratori, risulta che gli importi di cui dispongono i deputati italiani (euro 13.947,84) sono inferiori a quelli degli altri parlamentari europei (Francia 21.001,60; Germania 24.644,15; Gran Bretagna 19.121,83; Parlamento europeo 32.994,72).
Colucci sottolinea che "anche rispetto alle spese per il personalesi è mantenuto un criterio di rigore finanziario: ai dipendenti della Camera sono state già applicate le misure previste per i dipendenti pubblici dal decreto-legge n. 78 del 2010. In particolare, la riduzione del 5% delle retribuzioni sopra i 90mila euro e del 10% di quelle sopra i 150mila, nonché la sospensione dei meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni. Continua inoltre ad essere in vigore, e rafforzato, il blocco selettivo del turn over, che ha contribuito a ridurre il personale in servizio (del 15% rispetto al 2003)".
Dalla relazione fatta in aula dal deputato questore Francesco Colucci, emerge che, con le misure contenute nel Bilancio interno della Camera, da approvare definitivamente in assemblea, "è stato deciso un ulteriore risparmio, con l'applicazione delle norme contenute nel decreto-legge n. 98 del 2011 che prevede il taglio del 5% e 10% per le pensioni superiori rispettivamente a 90 mila e 150 mila euro". E, sempre per il personale in quiescenza, è stato introdotto il blocco dei meccanismi di adeguamento dei trattamenti pensionistici.
Quanto alla politica immobiliare, è stato dato recesso dal contratto di locazione del Palazzo Marini, con effetto 1 gennaio 2012, ed è stato deliberato dall'Ufficio di presidenza di dare recesso anticipato dai contratti di locazione dei palazzi Fiano e Lavaggi e all'immobile di piazza San Lorenzo in Lucina 26. Per quanto riguarda la ristorazione è prevista la chiusura del ristorante di Palazzo San Macuto, nonché l'introduzione di misure organizzative volte a ottenere ulteriori risparmi in questo settore.
"Mantenere una politica di bilancio rigorosa è doveroso- ha concluso il questore Colucci - ma altrettanto doverosa per noi è la garanzia della funzionalità del parlamento e la salvaguardia del pieno esercizio del mandato parlamentare. Continueremo pertanto a fare economie ma valuteremo anche progetti di sviluppo essenziali per conservare a questa istituzione la capacità di rappresentare, indirizzare e decidere".
Dalla relazione del questore si evince che sia con la manovra attuale, sia con quella dello scorso anno, si è inciso su tutte le principali voci di spesa, e cioè sul contributo di funzionamento dei gruppi parlamentari (per i quali è prevista la riduzione dei contributi per 1.185.000 euro all'anno), sul trattamento economico dei deputati in carica e cessati dal mandato (vitalizi), sul personale della Camera in servizio ed in pensione, sulle locazioni immobiliari e sulle spese correnti. "E' dal 2003- dice Colucci- che la Camera dei deputati ha messo sotto controllo la dinamica della propria dotazione e da almeno cinque anni interviene in senso restrittivo sulle proprie spese di funzionamento". L'indennità parlamentare è stata ridotta nel 2006 del 10%, a decorrere dal 2008, ed è stata successivamente bloccata per cinque anni (resterà bloccata anche nel 2013).
Il blocco dell'indennità ha comportato un effetto anche sugli assegni vitalizi dei deputati cessati dal mandato, da anni già bloccati.
L'Ufficio di presidenza della Camera, ricorda Colucci in aula, ha dato mandato al Collegio dei questori di intervenire sulla disciplina delle spese di viaggio, ed ha assunto l'impegno di definire per gli assegni vitalizi un nuovo sistema previdenziale, destinato a entrare in vigore dalla prossima legislatura. Sui vitalizi, inoltre, già nell'immediato sarà applicato il contributo di solidarietà.
Colucci ha poi fornito alcuni dati emersi da uno studio effettuato comparando i dati relativi al trattamento economico dei principali Paesi dell'Unione Europea. Da tale studio, spiega, "emerge che il costo mensile complessivo per ciascun deputato italiano è pari a 20.486,68 euro, inferiore rispetto al costo di ciascun parlamentare francese (23.066,75), tedesco (27.364,00), inglese (21.089,83), ovvero al costo di un deputato al Parlamento europeo (34.750,87)". Anche se si raffronta solo l'ammontare netto delle competenze, emerge che il totale netto percepito dai deputati italiani (10.257,84) è in linea con quello mediamente percepito dai parlamentari delle Assemblee degli altri Paesi (Francia 11.863,60; Germania 9.932,15; Gran Bretagna 8.540,83; Parlamento europeo 13.285,72).
Infine, se al raffronto delle competenze nette si somma quanto erogato ai parlamentari, direttamente o indirettamente, per la gestione dei collaboratori, risulta che gli importi di cui dispongono i deputati italiani (euro 13.947,84) sono inferiori a quelli degli altri parlamentari europei (Francia 21.001,60; Germania 24.644,15; Gran Bretagna 19.121,83; Parlamento europeo 32.994,72).
Colucci sottolinea che "anche rispetto alle spese per il personalesi è mantenuto un criterio di rigore finanziario: ai dipendenti della Camera sono state già applicate le misure previste per i dipendenti pubblici dal decreto-legge n. 78 del 2010. In particolare, la riduzione del 5% delle retribuzioni sopra i 90mila euro e del 10% di quelle sopra i 150mila, nonché la sospensione dei meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni. Continua inoltre ad essere in vigore, e rafforzato, il blocco selettivo del turn over, che ha contribuito a ridurre il personale in servizio (del 15% rispetto al 2003)".
Dalla relazione fatta in aula dal deputato questore Francesco Colucci, emerge che, con le misure contenute nel Bilancio interno della Camera, da approvare definitivamente in assemblea, "è stato deciso un ulteriore risparmio, con l'applicazione delle norme contenute nel decreto-legge n. 98 del 2011 che prevede il taglio del 5% e 10% per le pensioni superiori rispettivamente a 90 mila e 150 mila euro". E, sempre per il personale in quiescenza, è stato introdotto il blocco dei meccanismi di adeguamento dei trattamenti pensionistici.
Quanto alla politica immobiliare, è stato dato recesso dal contratto di locazione del Palazzo Marini, con effetto 1 gennaio 2012, ed è stato deliberato dall'Ufficio di presidenza di dare recesso anticipato dai contratti di locazione dei palazzi Fiano e Lavaggi e all'immobile di piazza San Lorenzo in Lucina 26. Per quanto riguarda la ristorazione è prevista la chiusura del ristorante di Palazzo San Macuto, nonché l'introduzione di misure organizzative volte a ottenere ulteriori risparmi in questo settore.
"Mantenere una politica di bilancio rigorosa è doveroso- ha concluso il questore Colucci - ma altrettanto doverosa per noi è la garanzia della funzionalità del parlamento e la salvaguardia del pieno esercizio del mandato parlamentare. Continueremo pertanto a fare economie ma valuteremo anche progetti di sviluppo essenziali per conservare a questa istituzione la capacità di rappresentare, indirizzare e decidere".