"E' certo che Muammar Gheddafi possegga armi chimiche. Sappiamo che ha dai 150 ai 250 ordigni di tipo chimico molto potenti". Lo afferma il generale a riposo egiziano ed esperto di questioni militari, Sameh Seif al-Yazal."Non escludo che Gheddafi possa usarle contro il suo popolo per reprimere la rivolta - dice al-Yazal - ma alla luce di quanto sta accadendo escludo che le possa usare contro paesi esteri come l'Egitto o l'Italia".
Secondo l'esperto, "Gheddafi non è legato al suo popolo ed è così impegnato a domare la rivolta che non potrebbe mai decidere di attaccare altri paesi''. ''Inoltre - afferma il generale a riposo e direttore del Centro per gli studi politico-militari del Cairo - un attacco chimico contro un paese della regione spingerebbe la comunità internazionale a inviare una missione in Libia e Gheddafi questo non può permetterlo". L'esperto, inoltre, teme che "nel caso in cui dovesse esserci una divisione tra le tribù si potrebbe arrivare in Libia alla vera guerra civile".
Secondo l'esperto, "Gheddafi non è legato al suo popolo ed è così impegnato a domare la rivolta che non potrebbe mai decidere di attaccare altri paesi''. ''Inoltre - afferma il generale a riposo e direttore del Centro per gli studi politico-militari del Cairo - un attacco chimico contro un paese della regione spingerebbe la comunità internazionale a inviare una missione in Libia e Gheddafi questo non può permetterlo". L'esperto, inoltre, teme che "nel caso in cui dovesse esserci una divisione tra le tribù si potrebbe arrivare in Libia alla vera guerra civile".
Al-Yazal ritiene, poi, che "a parte la vicenda prettamente militare che riguarda la Libia e la conseguente crisi economica che sta determinando nel paese, è necessario prestare attenzione anche alla situazione complessiva del paese che peggiora di giorno in giorno''. ''Si registra la mancanza di cibo nel paese e la popolazione - osserva - vive senza alcun tipo di protezione non essendoci più la polizia". L'esperto, infine, esclude che possa esserci "un'invasione egiziana in Libia come prospettato da alcuni quotidiani locali''.
''Il nostro paese - dice - non ha nessuna intenzione di uscire al di fuori dei suoi confini, anche se dovesse chiedercelo la comunità internazionale. L'Egitto ha sempre seguito la politica di non intromettersi negli affari degli altri paesi arabi, specialmente se si tratta di paesi confinanti".
A lanciare l'allarme sulle armi di Gheddafi è anche il 'Daily Mail'. Se al momento l'ipotesi di un attacco con armi biologiche o chimiche ad opera del leader libico contro la sua stessa gente resta solamente un incubo, per un numero crescente di militari occidentali ed esperti di intelligence potrebbe trasformarsi in qualunque momento in una terrificante realtà. Per quanto Gheddafi si sia impegnato a rinunciare a tali armi nel quadro dell'accordo che nel 2003 ha 'sdoganato' lo 'stato canaglia', si legge infatti sul 'Daily Mail', il leader libico di fatto ne possiede ancora in quantità: circa dieci tonnellate di sostanze necessarie a produrre iprite, oltre a 650 tonnellate di agenti chimici con i quali mettere a punto diverse armi chimiche.
A confermare l'esistenza di arsenali di armi di distruzione di massa è stato l'ex ministro della Giustizia Mustafa Abdel-Jalil che ha parlato dell'esistenza di armi biologiche, forse antrace, agenti nervini come il Sarin (nel 2004 la Libia ammise che riserve di Sarin erano state prodotte nell'impianto di Rabta) e persino forse una forma geneticamente modificata di vaiolo, che Gheddafi non esiterebbe ad utilizzare.
Possiede infine mille tonnellate di concentrato di uranio. La Libia a giudizio degli osservatori non rappresenta una minaccia dal punto di vista delle armi nucleari, ma sarebbe imprudente pensare che il paese abbia completamente rinunciato a questo settore di sviluppo delle armi.
Nel quadro dell'intesa del 2003, Gheddafi consegnò le armi di distruzione di massa e distrusse i suoi missili a lungo raggio e le sue 3300 bombe caricabili con agenti chimici, un fatto salutato come "il vero successo in materia di non proliferazione" da Washington, scrive ancora il 'Daily Mail' in un lungo articolo intitolato "Gheddafi possiede armi chimiche ed è pronto ad usarle". In realtà il processo di distruzione di queste armi e quello di verifica è stato lento, tortuoso e incompleto. Gheddafi possiede ancora un numero imprecisato di missili Scud-B e un grosso arsenale di artiglieria convenzionale che potrebbe essere adattato in modo relativamente facile all'uso di agenti chimici e biologici. Quindi non possiede solo le armi di distruzione di massa, ma anche i mezzi per dispiegarle e utilizzarle.
Certo non potrebbe colpire il Regno Unito in 45 minuti come si disse che avrebbero potuto fare le armi in mano a Saddam Hussein, ma potrebbe infliggere danni terribili al suo stesso popolo. In fondo l'uomo che può "premere il grilletto", osserva ancora l'autore dell'articolo, è lo stesso che una volta disse "Ho creato la Libia, posso anche distruggerla".
''Il nostro paese - dice - non ha nessuna intenzione di uscire al di fuori dei suoi confini, anche se dovesse chiedercelo la comunità internazionale. L'Egitto ha sempre seguito la politica di non intromettersi negli affari degli altri paesi arabi, specialmente se si tratta di paesi confinanti".
A lanciare l'allarme sulle armi di Gheddafi è anche il 'Daily Mail'. Se al momento l'ipotesi di un attacco con armi biologiche o chimiche ad opera del leader libico contro la sua stessa gente resta solamente un incubo, per un numero crescente di militari occidentali ed esperti di intelligence potrebbe trasformarsi in qualunque momento in una terrificante realtà. Per quanto Gheddafi si sia impegnato a rinunciare a tali armi nel quadro dell'accordo che nel 2003 ha 'sdoganato' lo 'stato canaglia', si legge infatti sul 'Daily Mail', il leader libico di fatto ne possiede ancora in quantità: circa dieci tonnellate di sostanze necessarie a produrre iprite, oltre a 650 tonnellate di agenti chimici con i quali mettere a punto diverse armi chimiche.
A confermare l'esistenza di arsenali di armi di distruzione di massa è stato l'ex ministro della Giustizia Mustafa Abdel-Jalil che ha parlato dell'esistenza di armi biologiche, forse antrace, agenti nervini come il Sarin (nel 2004 la Libia ammise che riserve di Sarin erano state prodotte nell'impianto di Rabta) e persino forse una forma geneticamente modificata di vaiolo, che Gheddafi non esiterebbe ad utilizzare.
Possiede infine mille tonnellate di concentrato di uranio. La Libia a giudizio degli osservatori non rappresenta una minaccia dal punto di vista delle armi nucleari, ma sarebbe imprudente pensare che il paese abbia completamente rinunciato a questo settore di sviluppo delle armi.
Nel quadro dell'intesa del 2003, Gheddafi consegnò le armi di distruzione di massa e distrusse i suoi missili a lungo raggio e le sue 3300 bombe caricabili con agenti chimici, un fatto salutato come "il vero successo in materia di non proliferazione" da Washington, scrive ancora il 'Daily Mail' in un lungo articolo intitolato "Gheddafi possiede armi chimiche ed è pronto ad usarle". In realtà il processo di distruzione di queste armi e quello di verifica è stato lento, tortuoso e incompleto. Gheddafi possiede ancora un numero imprecisato di missili Scud-B e un grosso arsenale di artiglieria convenzionale che potrebbe essere adattato in modo relativamente facile all'uso di agenti chimici e biologici. Quindi non possiede solo le armi di distruzione di massa, ma anche i mezzi per dispiegarle e utilizzarle.
Certo non potrebbe colpire il Regno Unito in 45 minuti come si disse che avrebbero potuto fare le armi in mano a Saddam Hussein, ma potrebbe infliggere danni terribili al suo stesso popolo. In fondo l'uomo che può "premere il grilletto", osserva ancora l'autore dell'articolo, è lo stesso che una volta disse "Ho creato la Libia, posso anche distruggerla".