"Da sei mesi a questa parte l'azione del governo non è sufficiente". E' quanto afferma il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ospite dalla trasmissione 'Che tempo che fa' in onda questa sera. Commentando i dati forniti da Bankitalia sull'economia italiana, Marcegaglia sottolinea come, tra i tanti aspetti "la mancanza di crescita incattivisce la società. Il paese si deve concentrare su questo tema perché è un tema economico ma anche morale ed etico. Tutto il paese -aggiunge - si deve concentrare e tornare a produrre benessere perché ormai si parla di tutto tranne che di questo".
Quindi Marcegaglia ricorda come "nei primi anni della crisi il governo ha tenuto i conti pubblici a posto. E questo è stato molto importante. Alcune cose sono state fatte ma ora serve di più".
E su Giulio Tremonti nuovo presidente del Consiglio, la Marcegaglia apre. "Il nuovo primo ministro - sottolinea Marcegaglia - deve avere la maggioranza parlamentare ed essere indicato dagli elettori. Se ci sono le condizioni perché Tremonti abbia queste caratteristiche -evidenzia- perché no?".
Detto questo, il presidente di Confindustria dichiara di aver rifiutato in passato il ruolo di ministro dello Sviluppo economico perché "in una società moderna ci sono tanti ruoli. Io ero appena stata rieletta in Confindustria con il 99% dei voti. E sarebbe stato tradire quella fiducia".
Secondo il leader degli industriali l'ipotesi di elezioni anticipate è subordinata alla capacità che l'attuale governo ha di fare al più presto riforma attese dal paese. "Penso che in un paese serio -afferma il presidente di Confindustria- ciascuno deve fare il proprio mestiere. Non spetta a Confindustria decidere se si debba andare o meno alle elezioni. Ma nelle prossime settimane il paese ha bisogno di capire se il governo è in grado di fare le riforme altrimenti bisognerà fare un'altra scelta. Non si può più aspettare. Serve stabilità, non fine a se stessa ma per promuovere riforme".
Quindi, commentando i fatti di cronaca degli ultimi giorni, Emma Marcegaglia fa notare come "dai giornali sia italiani che esteri esce un'immagine dell'Italia non positiva. Io invece -scandisce- sottolineo sempre che c'è un'altra Italia fatta di gente che va a letto presto e si sveglia presto, che va a lavorare, che produce, che fa impresa, che si impegna. C'è un'altra parte del paese che bisogna promuovere".
Tornando all'economia, la numero uno di viale dell'Astronomia denuncia poi il blocco degli investimenti: ''Abbiamo migliaia di euro di investimenti in infrastrutture che sono bloccati in tutto il paese. E' necessario sbloccare tutto questo e denunciare chi li blocca", sottolinea.
Infine, Fiat. Secondo la leader degli industriali, la vicenda Mirafiori non segna il tramonto del contratto nazionale di lavoro. "Finora - spiega - abbiamo lavorato con la logica che una cosa vale per tutti, ma questa logica non funziona più. Dobbiamo trovare il modo per cui -dice Emma Marcegaglia- ogni impresa, attraverso le relazioni con i sindacati, possa aumentare la propria competitività". Insomma, per il presidente di Confindustria, ''ci possono essere anche aziende che non firmano il contratto nazionale e sottoscrivono quello aziendale. E' una possibilità che in Germania esiste dal 2005 ma solo il 7% ha scelto il contratto aziendale. Quindi sono convinta - conclude - che manterremo il contratto nazionale".
E su Giulio Tremonti nuovo presidente del Consiglio, la Marcegaglia apre. "Il nuovo primo ministro - sottolinea Marcegaglia - deve avere la maggioranza parlamentare ed essere indicato dagli elettori. Se ci sono le condizioni perché Tremonti abbia queste caratteristiche -evidenzia- perché no?".
Detto questo, il presidente di Confindustria dichiara di aver rifiutato in passato il ruolo di ministro dello Sviluppo economico perché "in una società moderna ci sono tanti ruoli. Io ero appena stata rieletta in Confindustria con il 99% dei voti. E sarebbe stato tradire quella fiducia".
Secondo il leader degli industriali l'ipotesi di elezioni anticipate è subordinata alla capacità che l'attuale governo ha di fare al più presto riforma attese dal paese. "Penso che in un paese serio -afferma il presidente di Confindustria- ciascuno deve fare il proprio mestiere. Non spetta a Confindustria decidere se si debba andare o meno alle elezioni. Ma nelle prossime settimane il paese ha bisogno di capire se il governo è in grado di fare le riforme altrimenti bisognerà fare un'altra scelta. Non si può più aspettare. Serve stabilità, non fine a se stessa ma per promuovere riforme".
Quindi, commentando i fatti di cronaca degli ultimi giorni, Emma Marcegaglia fa notare come "dai giornali sia italiani che esteri esce un'immagine dell'Italia non positiva. Io invece -scandisce- sottolineo sempre che c'è un'altra Italia fatta di gente che va a letto presto e si sveglia presto, che va a lavorare, che produce, che fa impresa, che si impegna. C'è un'altra parte del paese che bisogna promuovere".
Tornando all'economia, la numero uno di viale dell'Astronomia denuncia poi il blocco degli investimenti: ''Abbiamo migliaia di euro di investimenti in infrastrutture che sono bloccati in tutto il paese. E' necessario sbloccare tutto questo e denunciare chi li blocca", sottolinea.
Infine, Fiat. Secondo la leader degli industriali, la vicenda Mirafiori non segna il tramonto del contratto nazionale di lavoro. "Finora - spiega - abbiamo lavorato con la logica che una cosa vale per tutti, ma questa logica non funziona più. Dobbiamo trovare il modo per cui -dice Emma Marcegaglia- ogni impresa, attraverso le relazioni con i sindacati, possa aumentare la propria competitività". Insomma, per il presidente di Confindustria, ''ci possono essere anche aziende che non firmano il contratto nazionale e sottoscrivono quello aziendale. E' una possibilità che in Germania esiste dal 2005 ma solo il 7% ha scelto il contratto aziendale. Quindi sono convinta - conclude - che manterremo il contratto nazionale".