L'Udc ha già scelto. Ora sono il Pd e il Pdl che devono dirci cosa vogliono fare". Rocco Buttiglione rilancia la palla nella metà campo di Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani. L'intervista al 'Riformista' di Massimo D'Alema, che sollecita Pier Ferdinando Casini a non tenere in vita il governo, e l'intervento di Sandro Bondi al 'Corriere', che esorta l'opposizione a farsi carico dei problemi del Paese e a cooperare in Parlamento con la maggioranza, sono il menù di giornata.
Il presidente dell'Udc non si sottrae e spiega: "Noi abbiamo scelto da tempo da che parte stare. L'Udc - dice in un'intervista all'Adnkronos - ha scelto di fare un'opposizione di centro, non faziosa, orientata al bene comune. L'opposizione deve fare il proprio mestiere e tra i suoi compiti c'è eventualmente anche quello di far cadere il governo".
"Tuttavia ci sono due modi per mettere un governo in minoranza: giocando allo sfascio o mettendolo di fronte alle proprie contraddizioni, incalzandolo sui provvedimenti ma senza sottrarsi al confronto. Noi abbiamo scelto questa seconda linea. Piuttosto sono gli altri, Bersani e Berlusconi, che devono dirci cosa vogliono fare e chi dei due sceglie la linea dell'Udc". Finora, osserva Buttiglione, questa chiarezza non c'è stata.
"Il Pd - domanda ancora il presidente dell'Udc - cosa vuole fare? Sceglie di fare con noi un'opposizione responsabile, orientata al bene comune, oppure vuole lasciarsi trasportare da chi punta a distruggere piuttosto che costruire? Mi sembra che il Pd arrivi a questo crocevia abbastanza diviso. Bersani e D'Alema ci chiamano, ma rappresentano l'idea di tutto il Pd? Il fatto che si siano rivolti a noi mi sembra un modo per prendere tempo e mettere la sordina alle divisioni, cercando di rimettere un partito, abbastanza in difficoltà, al centro del confronto".
Il discorso non è molto diverso per Berlusconi che "è alla guida di un governo di minoranza e che si è salvato grazie a un'indegna compravendita di deputati, screditando ulteriormente un Parlamento già piuttosto malmesso. Anche il presidente del Consiglio ha di fronte a sé due strade: o continua a vivere di stenti, illuso dal suo delirio di onnipotenza; oppure accetta il confronto in Parlamento su temi che interessano i cittadini. Se per esempio Berlusconi e Tremonti si presentassero con una seria riforma del fisco che sostiene famiglie e imprese, l'Udc la voterebbe. Bondi ha detto una cosa giusta: se lo fa Obama, perché non può farlo Berlusconi?".
Quanto a Bondi, Buttiglione anticipa poi uno dei temi della ripresa dell'attività parlamentare: il voto sulla mozione di sfiducia individuale contro il ministro. "Il problema - rileva - non è il crollo di Pompei ma più in generale come ha amministrato il ministero. Bondi è stato troppo remissivo, ha accettato senza protestare le decisioni di Tremonti e ha sbagliato. Come voterò? Lo vedremo al momento opportuno - conclude Buttiglione - sono diviso tra la stima personale e il giudizio drammaticamente negativo sulla gestione del ministero. Quel che è certo è che Bondi non doveva arrivare a questo punto. Avrebbe dovuto dare le dimissioni già da un bel pezzo".
All'Adnkronos interviene anche il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che si dice ''sconcertato'' dalla proposta di D'Alema di una alleanza ampia per battere il premier. L'opposizione ''manca di una proposta alternativa chiara. Anziché avanzare una idea forte su cui chiedere il consenso degli elettori continua a proporre come unico cemento di una futura alleanza l'antiberlusconismo'' afferma Matteoli.
''Al di là delle cattiverie su Berlusconi - sottolinea - trovo sconcertante che D'Alema dica a Casini vieni con noi non per un programma condiviso ma contro Berlusconi. Sconcerta la mancanza di proposta. Si dice: mettiamoci tutti insieme per battere Berlusconi. E dopo? Oggi già è difficile governare con partiti omogenei. Figuratevi cosa può fare una maggioranza da Vendola a Casini. Dopo tre mesi è finita''.
Sulla questione arriva anche una nota di Paolo Bonaiuti. ''Finite le feste natalizie, gli italiani chiedono al governo di andare avanti. E il governo porterà subito a termine le riforme già avviate, come il federalismo, e altre ne metterà in cantiere. L'opposizione non c'è - rimarca il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - sogna soltanto improbabili ammucchiate di forze diverse e divise sui valori, sui principi, su tutto''.
"Tuttavia ci sono due modi per mettere un governo in minoranza: giocando allo sfascio o mettendolo di fronte alle proprie contraddizioni, incalzandolo sui provvedimenti ma senza sottrarsi al confronto. Noi abbiamo scelto questa seconda linea. Piuttosto sono gli altri, Bersani e Berlusconi, che devono dirci cosa vogliono fare e chi dei due sceglie la linea dell'Udc". Finora, osserva Buttiglione, questa chiarezza non c'è stata.
"Il Pd - domanda ancora il presidente dell'Udc - cosa vuole fare? Sceglie di fare con noi un'opposizione responsabile, orientata al bene comune, oppure vuole lasciarsi trasportare da chi punta a distruggere piuttosto che costruire? Mi sembra che il Pd arrivi a questo crocevia abbastanza diviso. Bersani e D'Alema ci chiamano, ma rappresentano l'idea di tutto il Pd? Il fatto che si siano rivolti a noi mi sembra un modo per prendere tempo e mettere la sordina alle divisioni, cercando di rimettere un partito, abbastanza in difficoltà, al centro del confronto".
Il discorso non è molto diverso per Berlusconi che "è alla guida di un governo di minoranza e che si è salvato grazie a un'indegna compravendita di deputati, screditando ulteriormente un Parlamento già piuttosto malmesso. Anche il presidente del Consiglio ha di fronte a sé due strade: o continua a vivere di stenti, illuso dal suo delirio di onnipotenza; oppure accetta il confronto in Parlamento su temi che interessano i cittadini. Se per esempio Berlusconi e Tremonti si presentassero con una seria riforma del fisco che sostiene famiglie e imprese, l'Udc la voterebbe. Bondi ha detto una cosa giusta: se lo fa Obama, perché non può farlo Berlusconi?".
Quanto a Bondi, Buttiglione anticipa poi uno dei temi della ripresa dell'attività parlamentare: il voto sulla mozione di sfiducia individuale contro il ministro. "Il problema - rileva - non è il crollo di Pompei ma più in generale come ha amministrato il ministero. Bondi è stato troppo remissivo, ha accettato senza protestare le decisioni di Tremonti e ha sbagliato. Come voterò? Lo vedremo al momento opportuno - conclude Buttiglione - sono diviso tra la stima personale e il giudizio drammaticamente negativo sulla gestione del ministero. Quel che è certo è che Bondi non doveva arrivare a questo punto. Avrebbe dovuto dare le dimissioni già da un bel pezzo".
All'Adnkronos interviene anche il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che si dice ''sconcertato'' dalla proposta di D'Alema di una alleanza ampia per battere il premier. L'opposizione ''manca di una proposta alternativa chiara. Anziché avanzare una idea forte su cui chiedere il consenso degli elettori continua a proporre come unico cemento di una futura alleanza l'antiberlusconismo'' afferma Matteoli.
''Al di là delle cattiverie su Berlusconi - sottolinea - trovo sconcertante che D'Alema dica a Casini vieni con noi non per un programma condiviso ma contro Berlusconi. Sconcerta la mancanza di proposta. Si dice: mettiamoci tutti insieme per battere Berlusconi. E dopo? Oggi già è difficile governare con partiti omogenei. Figuratevi cosa può fare una maggioranza da Vendola a Casini. Dopo tre mesi è finita''.
Sulla questione arriva anche una nota di Paolo Bonaiuti. ''Finite le feste natalizie, gli italiani chiedono al governo di andare avanti. E il governo porterà subito a termine le riforme già avviate, come il federalismo, e altre ne metterà in cantiere. L'opposizione non c'è - rimarca il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - sogna soltanto improbabili ammucchiate di forze diverse e divise sui valori, sui principi, su tutto''.