''Alla fine del prossimo anno la dimensione della nostra economia rimarra' notevolmente inferiore rispetto ai livelli raggiunti prima della crisi economica e ci vorranno parecchi anni per ritornare al punto di partenza. Queste sono le previsioni che si possono scrivere oggi.''. E' l'analisi di Romano Prodi, diversa da quella del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo cui nel 2011 l'economia del Paese ritornera' ai livelli pre-crisi. Prodi, in un suo articolo sul Messaggero, sottolinea la necessita' di un rafforzamento della coesione europea per poter contare su una crescita piu' sostenuta nel vecchio continente.
L'ex premier spiega che i Paesi emergenti nel 2010 sono cresciuti del 7,4% contro il 2,6% del Paesi sviluppati. In Europa lo sviluppo il prossimo anno ''rimarra' inferiore al 2% e il livello di disoccupazione si manterra' vicino al 10%''. Gli andamenti dei Paesi saranno differenziati, con la Germania che segnera' una crescita del 3% e l'Italia che, con l'1% ''si manterra' allo scalino piu' basso''.''La realta' potra' tuttavia essere mutata, nel bene o nel male, dalle decisioni politiche che saranno prese nel corso dell'anno''. E le cose andranno meglio se si riuscira', anche con le presidenze 'minori' della Ue dei prossimi tre anni, a ''rafforzare le istituzioni comuni decise dal Trattato di Lisbona, tedeschi permettendo. Dipendera' quindi - conclude Prodi - ancora una volta, dal grado di coesione delle politiche europee se il nostro continente continuera' ad essere il fanalino di coda dello sviluppo mondiale e se ci metteremo almeno in linea con gli Stati Uniti che, pur essendo all'origine della crisi, ne stanno uscendo un po' meglio di noi''.