''Se fossi il presidente del Consiglio farei un appello: di fronte alla gravità della crisi economica e alla difficile situazione del Paese chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia". Lo dice il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che in un'intervista al 'Corriere della sera' ammette la possibilità che a guidare tale esecutivo sia lo stesso Silvio Berlusconi, perché "le elezioni le ha vinte lui".
"La guida - afferma - la sceglie il capo dello Stato. Ma se Berlusconi assumesse questa iniziativa sarebbe intelligente perché ne avrebbe solo da guadagnare: a quel punto caricherebbe di responsabilità chiunque, di fronte a quell'offerta, decidesse di sbattere la porta in faccia". Per Casini, se Lega e Idv si tirassero indietro sarebbero "problemi loro", ma "ci sarebbe un'assunzione chiara di responsabilità''.
"Per quanto mi riguarda - aggiunge - non c'è alcun interesse a partecipare a questo esecutivo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni. Io no. Penso sempre ai miei elettori". E a chi ipotizza che l'Udc potrebbe sostituire i finiani, l'ex presidente della Camera replica: "Ritengo offensivo pensare che possa interessarmi una vendetta contro Fini per la scelta che portò due anni e mezzo fa alla creazione del Pdl. Non ho mai coltivato nella mia vita politica miserie simili".
"La guida - afferma - la sceglie il capo dello Stato. Ma se Berlusconi assumesse questa iniziativa sarebbe intelligente perché ne avrebbe solo da guadagnare: a quel punto caricherebbe di responsabilità chiunque, di fronte a quell'offerta, decidesse di sbattere la porta in faccia". Per Casini, se Lega e Idv si tirassero indietro sarebbero "problemi loro", ma "ci sarebbe un'assunzione chiara di responsabilità''.
"Per quanto mi riguarda - aggiunge - non c'è alcun interesse a partecipare a questo esecutivo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni. Io no. Penso sempre ai miei elettori". E a chi ipotizza che l'Udc potrebbe sostituire i finiani, l'ex presidente della Camera replica: "Ritengo offensivo pensare che possa interessarmi una vendetta contro Fini per la scelta che portò due anni e mezzo fa alla creazione del Pdl. Non ho mai coltivato nella mia vita politica miserie simili".
Per la Lega quella di Casini è però ''una proposta improponibile e inaccettabile. ''La Prima Repubblica, la politica dei salotti e le maggioranze che cambiano a tavolino, è finita da un pezzo e per quanto ci riguarda non ricomincerà per la volontà di Casini'', spiega Federico Bricolo, capogruppo delle Lega Nord al Senato.
''Per quanto ci riguarda - rimarca l'esponente del Carroccio - le elezioni non sono all'ordine del giorno. In Parlamento c'è una maggioranza, e poi - fa notare - l'Udc non crede nel federalismo e ha votato contro il pacchetto sicurezza Maroni. I centristi - ribadisce - sono alternativi al nostro programma, che è stato votato dagli elettori. Noi - conclude Bricolo - vogliamo continuare su questa strada per cambiare finalmente questo Paese e diciamo un chiaro e netto no alla proposta di Casini''.
Aperture arrivano invece dai finiani. ''E' necessario trovare un modo per allargare la maggioranza all'Udc, partendo da una piattaforma programmatica e non da un problema di numeri", dice Italo Bocchino vicecapogruppo del Pdl alla Camera commentando le dichiarazioni di Casini, che, ipotizzando un nuovo esecutivo di unità nazionale guidato da Berlusconi col sostegno di tutte le forze politiche, ha escluso l'idea di entrare nella maggioranza di governo attuale.
"La decisione di dichiarare la crisi di governo per creare un nuovo esecutivo può spettare solo al presidente del Consiglio. E' una valutazione che può fare solo Berlusconi di concerto col Capo dello Stato, come prevede la Costituzione" continua Bocchino in merito al passaggio di una crisi di governo secondo quanto delineato dal leader centrista. "Se Berlusconi con Fini e Bossi si appellasse a Casini - sottolinea il vicecapogruppo Pdl - certamente la maggioranza ne uscirebbe rafforzata".
Dal Pd è il segretario Pier Luigi Bersani a smentire categoricamente che i democratici sarebbero pronti ad appoggiare un governo per le riforme con Berlusconi premier. "Casini dice che Berlusconi può star lì perché ha vinto le elezioni, ma Berlusconi ha anche fallito - spiega al Tg3 -. E questo mi pare un punto insuperabile. Non vedo quella soluzione". "La maggioranza prenda atto della sua crisi e aggiungo - conclude Bersani da Washington - che ormai siamo al punto in cui l'unica novità sarebbe il superamento del berlusconismo".
Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, chiarisce: “Non esiste per il Pd alcuna ipotesi di governo con chi ha portato il Paese in queste condizioni". “Non si possono immaginare governi delle larghe intese o di salute pubblica con i protagonisti di questo fallimento, da Berlusconi in giù – le fa eco Rosy Bindi, presidente dell'assemblea nazionale del Pd -. Non sarebbe serio e non sarebbe utile all'Italia”. Più cauto Giuseppe Fioroni che all'ADNKRONOS spiega: ''Se ci sarà la crisi, non credo che il Partito democratico potrà non farsi carico di risolvere i problemi degli italiani e poi di andare al voto".
Per il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, nelle reazioni del Pd ''si legge una sorta di paura, di timore ad aprire una fase politica nuova nel Paese, fondata non su governi di emergenza, dei quali nessuno avverte la necessità, ma su una logica di confronto politico diversa da quella della pura contrapposizione reciproca''.
Contrario alla proposta di Casini anche l'Idv. Il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, attacca il leader dell'Udc dal suo blog: ''E' un infiltrato della maggioranza nell'opposizione. ''Il governo è in piena campagna acquisti - spiega il leader dell'Idv - quale sia la merce di scambio nessuno lo saprà mai. Possiamo immaginare, senza che ce lo dicano loro, che graverà sulle spalle dei cittadini e avrà l'aspetto di un assessorato, di un ministero, di un appalto per la gestione dell'acqua o per una colata di cemento, settore in cui Casini ha ottime entrature in famiglia''.
''La manovra di bassa lega del presidente del Consiglio - afferma ancora Di Pietro - è chiara e mostra come il suo governo sia in debito di ossigeno e di consensi: obiettivo del mercato delle vacche tra i due partiti - conclude - è quello di recuperare le quote di un'eventuale scissione interna che possa scongiurare il rischio di andare a casa o di tornare alle urne perdendo le elezioni''.
In serata la replica del leader Udc: ''Il Pd dice no al governo delle larghe intese solo perché è stata fatta l'ipotesi che a guidarlo possa essere Berlusconi. Ma se il nome dovesse essere quello di Giulio Tremonti, i democratici direbbero di sì''. "Questo - taglia corto, parlando al Tg di La7 - la dice lunga sul fatto che oggi abbiamo un'opposizione fuori dal gioco, che gioca di rimessa''.
''Per quanto ci riguarda - rimarca l'esponente del Carroccio - le elezioni non sono all'ordine del giorno. In Parlamento c'è una maggioranza, e poi - fa notare - l'Udc non crede nel federalismo e ha votato contro il pacchetto sicurezza Maroni. I centristi - ribadisce - sono alternativi al nostro programma, che è stato votato dagli elettori. Noi - conclude Bricolo - vogliamo continuare su questa strada per cambiare finalmente questo Paese e diciamo un chiaro e netto no alla proposta di Casini''.
Aperture arrivano invece dai finiani. ''E' necessario trovare un modo per allargare la maggioranza all'Udc, partendo da una piattaforma programmatica e non da un problema di numeri", dice Italo Bocchino vicecapogruppo del Pdl alla Camera commentando le dichiarazioni di Casini, che, ipotizzando un nuovo esecutivo di unità nazionale guidato da Berlusconi col sostegno di tutte le forze politiche, ha escluso l'idea di entrare nella maggioranza di governo attuale.
"La decisione di dichiarare la crisi di governo per creare un nuovo esecutivo può spettare solo al presidente del Consiglio. E' una valutazione che può fare solo Berlusconi di concerto col Capo dello Stato, come prevede la Costituzione" continua Bocchino in merito al passaggio di una crisi di governo secondo quanto delineato dal leader centrista. "Se Berlusconi con Fini e Bossi si appellasse a Casini - sottolinea il vicecapogruppo Pdl - certamente la maggioranza ne uscirebbe rafforzata".
Dal Pd è il segretario Pier Luigi Bersani a smentire categoricamente che i democratici sarebbero pronti ad appoggiare un governo per le riforme con Berlusconi premier. "Casini dice che Berlusconi può star lì perché ha vinto le elezioni, ma Berlusconi ha anche fallito - spiega al Tg3 -. E questo mi pare un punto insuperabile. Non vedo quella soluzione". "La maggioranza prenda atto della sua crisi e aggiungo - conclude Bersani da Washington - che ormai siamo al punto in cui l'unica novità sarebbe il superamento del berlusconismo".
Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, chiarisce: “Non esiste per il Pd alcuna ipotesi di governo con chi ha portato il Paese in queste condizioni". “Non si possono immaginare governi delle larghe intese o di salute pubblica con i protagonisti di questo fallimento, da Berlusconi in giù – le fa eco Rosy Bindi, presidente dell'assemblea nazionale del Pd -. Non sarebbe serio e non sarebbe utile all'Italia”. Più cauto Giuseppe Fioroni che all'ADNKRONOS spiega: ''Se ci sarà la crisi, non credo che il Partito democratico potrà non farsi carico di risolvere i problemi degli italiani e poi di andare al voto".
Per il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, nelle reazioni del Pd ''si legge una sorta di paura, di timore ad aprire una fase politica nuova nel Paese, fondata non su governi di emergenza, dei quali nessuno avverte la necessità, ma su una logica di confronto politico diversa da quella della pura contrapposizione reciproca''.
Contrario alla proposta di Casini anche l'Idv. Il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, attacca il leader dell'Udc dal suo blog: ''E' un infiltrato della maggioranza nell'opposizione. ''Il governo è in piena campagna acquisti - spiega il leader dell'Idv - quale sia la merce di scambio nessuno lo saprà mai. Possiamo immaginare, senza che ce lo dicano loro, che graverà sulle spalle dei cittadini e avrà l'aspetto di un assessorato, di un ministero, di un appalto per la gestione dell'acqua o per una colata di cemento, settore in cui Casini ha ottime entrature in famiglia''.
''La manovra di bassa lega del presidente del Consiglio - afferma ancora Di Pietro - è chiara e mostra come il suo governo sia in debito di ossigeno e di consensi: obiettivo del mercato delle vacche tra i due partiti - conclude - è quello di recuperare le quote di un'eventuale scissione interna che possa scongiurare il rischio di andare a casa o di tornare alle urne perdendo le elezioni''.
In serata la replica del leader Udc: ''Il Pd dice no al governo delle larghe intese solo perché è stata fatta l'ipotesi che a guidarlo possa essere Berlusconi. Ma se il nome dovesse essere quello di Giulio Tremonti, i democratici direbbero di sì''. "Questo - taglia corto, parlando al Tg di La7 - la dice lunga sul fatto che oggi abbiamo un'opposizione fuori dal gioco, che gioca di rimessa''.