9 maggio 2010

NON TOCCATE IL MIO CONSOLATO": DA DINO NARDI (UIM-CGIE) SOLIDARIETÀ AI MANIFESTANTI DI LIEGI

La distanza da Zurigo ed il tempo, che è sempre notoriamente tiranno, non mi hanno consentito di essere a Liegi fisicamente per sostenere questa giusta manifestazione di protesta contro l’annunciata chiusura del Consolato Generale d’Italia di Liegi dal prossimo 1 ottobre, che costringerà decine di migliaia di connazionali a doversi recare a quello di Charleroi (100 km di distanza!) per usufruire di servizi essenziali che solo un Ufficio consolare può erogare ai cittadini italiani che vivono fuori dei confini nazionali". Nel giorno della manifestazione indetta di fronte al Consolato di Liegi per protestare contro la sua chiusura, Dino Nardi, Coordinatore UIM per l’Europa e consigliere CGIE, esprime solidarietà ai connazionali lì residenti, definendo il provvedimento come "una vera e propria vergogna, anche perché si vuole ingannare la comunità italiana illudendola con il tanto decantato "Consolato digitale" per il quale, peraltro, manca ancora la così detta "prova del budino" e cioè che per avere la certezza che sia buono bisogna prima assaggiarlo: infatti nessuno in giro per il mondo ha potuto ancora verificare la sua effettiva efficacia. Né, d’altra parte – osserva - è immaginabile come questo "Consolato digitale" possa essere utile a quel 25% dei nostri connazionali più anziani che, spesso, sono proprio tra i maggiori fruitori dei servizi consolari e per i quali la sigla "PC", più che per "Personal Computer" sta ancora a significare Partito Comunista!". .

"Il problema – per Nardi – è che, purtroppo, questo governo e, in primis, il Sottosegretario senatore Alfredo Mantica che dovrebbe essere il più sensibile alle questioni che riguardano gli italiani all’estero, sono invece in tutt’altre cose affaccendati e quindi del tutto disinteressati ai nostri problemi: dalla mancata esenzione dell’ICI sulle nostre abitazioni in Italia ai tagli al finanziamento dei corsi di lingua e cultura, all’assistenza agli indigenti ed alla stampa italiana all’estero. Che dire, poi, dell’ulteriore rinvio del rinnovo dei Comites e del Cgie dettato forse più da motivi di risparmio che dal ritardo di una nuova legge"."Ma – prosegue il consigliere del Cgie – il governo ed il Sottosegretario Mantica se ne fregano, soprattutto, di dover garantire dei servizi consolari, quantomeno, decorosi agli italiani che vivono all’estero. Altrimenti non si spiega come si possa immaginare di poter chiudere un Consolato Generale come quello di Liegi, unitamente a molti altri in Regioni europee, e non solo europee, dove massiccia è la presenza di cittadini italiani. E quello della chiusura di Uffici consolari è solo l’aspetto negativo più evidente di questa ristrutturazione della rete consolare ma, da tempo, ve ne è un’altro molto più subdolo e meno appariscente e, tuttavia, non meno dannoso per l’efficacia e la qualità dei servizi erogati dai Consolati. Mi riferisco al fatto che da qualche anno gli Uffici consolari, raramente sono in grado di poter soddisfare con celerità i bisogni dell’utenza poiché stanno ormai subendo una costante riduzione del personale di ruolo (non sempre sostituito da quello a contratto) che, oltretutto, viene generalmente sostituito dal MAE con funzionari con un ridotto grado professionale per evidenti motivi di risparmio"."Così – ricorda – avviene che gli Uffici consolari più in difficoltà (in questi giorni quello di Barcellona) cominciano a chiudere gli sportelli al pubblico per ricevere solo previo appuntamento da registrare tramite internet…. con buona pace per tutti coloro che non "navigano"! Anche per questi motivi, sia personalmente come consigliere del Cgie che a nome dell’Unione degli Italiani nel Mondo (UIM) solidarizziamo e sosteniamo la legittima protesta della comunità italiana della Regione di Liegi per la chiusura del Consolato Generale e la invitiamo a partecipare alla manifestazione di protesta che il Cgie ha indetto, a livello europeo, per sabato 29 maggio a Francoforte sul Meno in Germania contro le politiche del governo che danneggiano noi emigrati". (aise)