Sui rimborsi elettorali per i partiti "servono subito dei controlli, delle certificazioni, stiamo parlando di soldi pubblici: vogliamo discutere delle forme e delle quantità del finanziamento pubblico, e possiamo spostare di qualche tempo l'erogazione di questa tranche". Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervenendo al seminario di Areadem a Cortona (Arezzo).
All'indomani della scelta della Lega di rinunciare alla quarta tranche dei rimborsi elettorali, il dibattito sull'argomento entra nel vivo. Se per il presidente del Senato Renato Schifani ci vuole subito una riforma urgente per "cancellare le ombre che da mesi si addensano sui partiti", per il presidente della Camera Gianfranco Fini "il finanziamento della politica deve essere garantito volontariamente dai cittadini e auspichiamo che ci sia analoga consapevolezza da parte delle altre forze politiche". Per la politica è essenziale dare "il buon esempio, intanto sottoscrivendo il codice etico già approvato dalla commissione antimafia per cui non vengono candidati coloro che sono stati rinviati a giudizio per alcuni reati particolarmente infamanti o per chi è stato condannato già in primo grado".
"Al finanziamento rinuncia di solito chi ha dei soldi in eccedenza, e magari ha provveduto in altro modo a procurarseli. Bisogna essere molto seri su questo", per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che sottolinea: "Io sono d'accordo con la proposta del prof. Capaldo che chiede ai cittadini di concorrere in maniera trasparente al finanziamento della politica, con la possibilità di detrarre fino al 95% di 2mila euro che un cittadino può dare a un partito. E' una scelta di trasparenza. Naturalmente, quando entrerà in vigore questa proposta parallelamente si dovranno ridurre fino ad azzerarli i contributi ai partiti".
A proporre una vera e propria 'cura da cavallo' sono i grillini che vogliono una riforma radicale del sistema del finanziamento che ruoti intorno ad alcuni principi cardine (stop ai rimborsi, definizione dei contributi delle assemblee elettive, regolamentazione delle donazioni private) e, per l'immediato, il "sequestro" di tutti i valori in mano ai partiti (beni immobili, investimenti, strumenti finanziari) per poi restituirli ai cittadini. E' quanto spiega all'Adnkronos Giovanni Favia, secondo il quale comunque si rischia di arrivare troppo tardi: "Perché per quello che hanno fatto in questi anni non credo che ce la facciano a salvarsi adesso".
La premessa del Movimento 5 stelle è un giudizio impietoso su tutti i partiti. "La discussione di questi giorni è imbarazzante - spiega il giovane consigliere regionale dell'Emilia Romagna -, i partiti hanno tradito i cittadini rubando soldi con una legge abusiva: quello che è emerso è l'attitudine dei partiti a truffare i cittadini. Ora cercano di fare le verginelle, facendo finta di essere poveri. Una cosa che grida vendetta. Anche se cambiano oggi le regole hanno un colpevole ritardo". Favia fa nomi e cognomi: "Sono state soprattutto le frasi di Bersani a farmi imbestialire. Dice, se togliamo il finanziamento la politica la fa solo un miliardario, come negli Stati Uniti. E' vergognoso. La verità è che da noi c'è già una situazione molto simile a quella americana con le grandi lobby che finanziano innanzitutto Pd e Pdl. Faccio un esempio: in Emilia Romagna, dati alla mano, al netto del finanziamento pubblico il partito che riceve più soldi privati è il Pd".
Con questa premessa, è evidente che per l'esponente del Movimento 5 stelle perde di significato la diatriba sull'ultima rata del finanziamento per il 2008. "C'è solo una corsa alla propaganda, perché i partiti oggi nuotano nei soldi come zio Paperone, come dimostra il fatto che spariscono milioni e nessuno se ne accorge". La 'cura' che prescriverebbe il Movimento 5 stelle sarebbe quindi radicale: "Bisogna partire dal fatto che non ci devono essere più i rimborsi - spiega Favia - Il Movimento 5 stelle è completamente autofinanziato. Il giorno dopo essere stato eletto ho scritto una lettera a Fini dicendo che rifiutavo i contributi. Per fare politica, quella vera, mettere in circolo le idee, incontrare gente, serve poco". Vanno bene, poi, i finanziamenti privati ma con un regime definito: "Ci può essere il 4 x mille o comunque una forma di donazione dei cittadini - dice Favia - Ma a contribuire devono essere solo i privati, non le aziende". Infine, l'intervento più massiccio: "I partiti devono restituire i soldi che hanno avuto sino ad oggi, devono vendere le case, riprendere gli investimenti finanziari, chiudere tutte le voci indebite. Questi beni vanno sequestrati, lo Stato deve incassare tutto e restituire tutto ai cittadini".
All'indomani della scelta della Lega di rinunciare alla quarta tranche dei rimborsi elettorali, il dibattito sull'argomento entra nel vivo. Se per il presidente del Senato Renato Schifani ci vuole subito una riforma urgente per "cancellare le ombre che da mesi si addensano sui partiti", per il presidente della Camera Gianfranco Fini "il finanziamento della politica deve essere garantito volontariamente dai cittadini e auspichiamo che ci sia analoga consapevolezza da parte delle altre forze politiche". Per la politica è essenziale dare "il buon esempio, intanto sottoscrivendo il codice etico già approvato dalla commissione antimafia per cui non vengono candidati coloro che sono stati rinviati a giudizio per alcuni reati particolarmente infamanti o per chi è stato condannato già in primo grado".
"Al finanziamento rinuncia di solito chi ha dei soldi in eccedenza, e magari ha provveduto in altro modo a procurarseli. Bisogna essere molto seri su questo", per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che sottolinea: "Io sono d'accordo con la proposta del prof. Capaldo che chiede ai cittadini di concorrere in maniera trasparente al finanziamento della politica, con la possibilità di detrarre fino al 95% di 2mila euro che un cittadino può dare a un partito. E' una scelta di trasparenza. Naturalmente, quando entrerà in vigore questa proposta parallelamente si dovranno ridurre fino ad azzerarli i contributi ai partiti".
A proporre una vera e propria 'cura da cavallo' sono i grillini che vogliono una riforma radicale del sistema del finanziamento che ruoti intorno ad alcuni principi cardine (stop ai rimborsi, definizione dei contributi delle assemblee elettive, regolamentazione delle donazioni private) e, per l'immediato, il "sequestro" di tutti i valori in mano ai partiti (beni immobili, investimenti, strumenti finanziari) per poi restituirli ai cittadini. E' quanto spiega all'Adnkronos Giovanni Favia, secondo il quale comunque si rischia di arrivare troppo tardi: "Perché per quello che hanno fatto in questi anni non credo che ce la facciano a salvarsi adesso".
La premessa del Movimento 5 stelle è un giudizio impietoso su tutti i partiti. "La discussione di questi giorni è imbarazzante - spiega il giovane consigliere regionale dell'Emilia Romagna -, i partiti hanno tradito i cittadini rubando soldi con una legge abusiva: quello che è emerso è l'attitudine dei partiti a truffare i cittadini. Ora cercano di fare le verginelle, facendo finta di essere poveri. Una cosa che grida vendetta. Anche se cambiano oggi le regole hanno un colpevole ritardo". Favia fa nomi e cognomi: "Sono state soprattutto le frasi di Bersani a farmi imbestialire. Dice, se togliamo il finanziamento la politica la fa solo un miliardario, come negli Stati Uniti. E' vergognoso. La verità è che da noi c'è già una situazione molto simile a quella americana con le grandi lobby che finanziano innanzitutto Pd e Pdl. Faccio un esempio: in Emilia Romagna, dati alla mano, al netto del finanziamento pubblico il partito che riceve più soldi privati è il Pd".
Con questa premessa, è evidente che per l'esponente del Movimento 5 stelle perde di significato la diatriba sull'ultima rata del finanziamento per il 2008. "C'è solo una corsa alla propaganda, perché i partiti oggi nuotano nei soldi come zio Paperone, come dimostra il fatto che spariscono milioni e nessuno se ne accorge". La 'cura' che prescriverebbe il Movimento 5 stelle sarebbe quindi radicale: "Bisogna partire dal fatto che non ci devono essere più i rimborsi - spiega Favia - Il Movimento 5 stelle è completamente autofinanziato. Il giorno dopo essere stato eletto ho scritto una lettera a Fini dicendo che rifiutavo i contributi. Per fare politica, quella vera, mettere in circolo le idee, incontrare gente, serve poco". Vanno bene, poi, i finanziamenti privati ma con un regime definito: "Ci può essere il 4 x mille o comunque una forma di donazione dei cittadini - dice Favia - Ma a contribuire devono essere solo i privati, non le aziende". Infine, l'intervento più massiccio: "I partiti devono restituire i soldi che hanno avuto sino ad oggi, devono vendere le case, riprendere gli investimenti finanziari, chiudere tutte le voci indebite. Questi beni vanno sequestrati, lo Stato deve incassare tutto e restituire tutto ai cittadini".