L'Italia "ritroverà presto" gli "anni buoni di crescita come quelli avuti tante volte in passato". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, in visita oggi al Salone del mobile di Milano.
Il premier riconosce che il "tagliando" che "l'auto Italia" ha deciso di fare, rimettendo a posto "in un periodo concentrato" le cose che non vanno nell'economia, determina "sofferenze sociali particolarmente acute in certe fasce della popolazione. Avremmo potuto evitare con qualche artificio di sentirci in difficoltà. Avremmo potuto ancora una volta rinviare al futuro i problemi gravi che l'economia e la finanza italiana hanno. Invece, un insieme di circostanze europee, nazionali, politiche, hanno fatto sì che l'Italia abbia deciso di intensificare una verifica su se stessa, un tagliando della propria auto". La fase attuale "è difficile per tutti. Ci vogliono segni di crescita, accanto a tanti segni di disciplina di bilancio. Segni di crescita - ha precisato Monti - non se ne possono dare tanti, nel senso di soldi dello Stato, perché questo rischierebbe di vanificare i sacrifici fatti in questi mesi e di rimettere l'Italia al centro di tempeste finanziarie, con grave danno per noi, prima che per l'Europa". "Però - ha aggiunto - ci sono ugualmente segni di speranza e di ottimismo''.
"Il rigore favorirà la crescita - ha affermato ancora - ma non nell'immediato", poiché "un Paese che per molti anni è stato divergente dalle regole di buona condotta economica e del consenso economico non può facilmente ritrovare la crescita". E a chi gli chiedeva se ci siano margini per trovare delle deroghe alla politica di rigore, aiutando le famiglie con incentivi a favore del settore dell'arredamento, Monti ha risposto secco: "No, non ci sono margini per deroghe al rigore, perché molti settori hanno molti buoni titoli per chiedere deroghe al rigore e il rigore è qualcosa che deve pervadere di sé il modo di essere di un Paese. Questo non significa che il rigore sia contro la crescita".
Prima di iniziare un giro per gli stand il premier ha anche tenuto a sottolineare: ''Non abbiamo una visione padana della realtà italiana, pensiamo che l'Italia sia unita e debba svilupparsi unita".
Riguardo al Salone del mobile, in particolare, il professore ha evidenziato che l'arredamento e i prodotti in legno costituiscono "un settore che è una tradizionale forza dell'Italia, che ha saputo rinnovarsi e riposizionarsi su prodotti di fascia alta". Il premier, che girando per gli stand del Salone ha raccolto diversi applausi, decisamente superiori ai mormorii di disapprovazione che pure si sono sentiti qua e là, ha detto di aver trovato al Salone "espressione di grandi problemi e difficoltà ma anche un visibile entusiasmo e un senso di capacità di farcela. Queste sono esattamente le connotazioni dell'economia, ma direi anche della società italiana in questo momento".
"La cosa più importante - ha spiegato - è evitare che tra uno, cinque, dieci mesi ci sia un crack finanziario che peggiori la situazione di ciascuno". Ed ha invitato a tenere presente "che se l'Italia è arrivata in una situazione così precaria e così sull'orlo del precipizio e se la politica ha fatto la cosa così strana di chiedere ai non politici di dare una mano, è perché in passato gli spiragli non solo venivano aperti, ma venivano subito riempiti, dando soddisfazione a tutte le richieste".
Poi, a una cronista che gli chiedeva una conferma sull'eventuale introduzione di una seconda tassa sulla casa, la cosiddetta Imu 2, ha replicato: "Non vedo perché lei, prendendo atto della mia prudenza, voglia mettere di proprio per trasformarla in idee, magari ottime, ma che non erano necessariamente nella mente del governo fino a questo momento".
Monti ha parlato anche del Fondo monetario, rispondendo ''me lo auguro'' a chi gli chiedeva se i 430 miliardi di dollari di fondi annunciati dal Fmi in sostegno ai Paesi indebitati, tra cui quelli dell'eurozona, siano sufficienti a suo parere, unitamente ai fondi Efsf ed Esm, a calmierare le tensioni sul fronte dei rendimenti dei titoli di Stato. Per il premier "questa decisione del Fondo monetario internazionale è il risultato di un grande impegno collettivo, in particolare da parte dell'Europa, per mostrare a se stessa, agli Usa e agli altri partner del Fondo di avere messo ordine nella propria casa".
E gli sforzi fatti dall'Unione europea per "mettere ordine" all'interno del proprio sistema economico e in quelli dei singoli Paesi che la compongono hanno "dato conforto e rassicurazione a molti membri del Fondo monetario internazionale, in particolare quelli asiatici, quelli europei extra eurozona e ai Brics". "Nella casa dell'Ue - ha aggiunto il presidente del Consiglio - hanno messo ordine i singoli Paesi, a cominciare dal nostro, sia l'Europa collettivamente, consolidando da un lato la disciplina di bilancio, il cosiddetto fiscal compact, dall'altro erigendo barriere di protezione in caso di incendi finanziari, i cosiddetti firewalls". Secondo Monti, ciò ha rassicurato gli altri partner del Fmi, in particolare gli asiatici, gli europei extra euro e i Brics, "che hanno accettato di aumentare le risorse".
"Mi si chiede se questo sarà sufficiente - ha proseguito - è qualcosa di oggettivamente importante, ma la reazione dei mercati non è sempre prevedibile". E non è saggio ''che chi governa si lanci in previsioni sulle reazioni dei mercati".