
Un piglio "deciso", ripetono tutti quelli che hanno sentito Berlusconi, che però non nasconde un fondo di amarezza: "Ora basta remare contro, ora voglio un partito unito, basta con i distinguo". Tutti giurano che il nome di Gianfranco Fini non sia stato pronunciato dal premier, ma l'interpretazione fornita è che il messaggio indirizzato al presidente della Camera deve essere chiaro: "Ora basta frenate". Di contro, riferiscono fonti di partito, Berlusconi non si è dimostrato allarmato dall'exploit della Lega: "Di Bossi ci possiamo fidare", è stata la rassicurazione ripetuta.
Negli ambienti vicini al premier, poi, c'è chi fa notare come il successo del centrodestra sia arrivato là dove Berlusconi ci ha messo la faccia: "Oltre a Lombardia, Veneto, Campania e Calabria, i risultati di Piemonte e Lazio sono oltre le aspettative. In Piemonte Berlusconi è andato due volte e nel Lazio- sottolinea un esponente di partito- ci volevano mettere fuori gioco, praticamente abbiamo fatto un miracolo".
E l'astensionismo? La lettura della situazione, aggiungono le stesse fonti, è quella ripetuta nelle ultime settimane: "La gente, soprattutto i moderati, non è andata a votare a causa del clima d'odio che è stato scatenato nella campagna elettorale. Ci hanno impedito di parlare dei risultati di questo governo".
Negli ambienti vicini al premier, poi, c'è chi fa notare come il successo del centrodestra sia arrivato là dove Berlusconi ci ha messo la faccia: "Oltre a Lombardia, Veneto, Campania e Calabria, i risultati di Piemonte e Lazio sono oltre le aspettative. In Piemonte Berlusconi è andato due volte e nel Lazio- sottolinea un esponente di partito- ci volevano mettere fuori gioco, praticamente abbiamo fatto un miracolo".
E l'astensionismo? La lettura della situazione, aggiungono le stesse fonti, è quella ripetuta nelle ultime settimane: "La gente, soprattutto i moderati, non è andata a votare a causa del clima d'odio che è stato scatenato nella campagna elettorale. Ci hanno impedito di parlare dei risultati di questo governo".