30 dicembre 2010

Attesa per i saldi dopo il flop di Natale: sei italiani su dieci pronti a fare acquisti

Un Natale poco brillante che lascia il passo all'attesa per i saldi che coinvolgerà 6 italiani su 10 intenzionati ad effettuare acquisti importanti. Questo lo scenario delle vendite di capi di abbigliamento secondo le stime Fismo - Confesercenti.''Da un'indagine effettuata dalla nostra Associazione -osserva il presidente della Fismo, Roberto Manzoni- abbiamo rilevato che, dopo un novembre assolutamente deludente, il mese di dicembre ha evidenziato una piccola ripresa e, solo in prossimità del Natale, l'interesse dei consumatori è stato decisamente migliore''.
Il consuntivo su dicembre della Fismo rivela che si è registrato un calo delle vendite di circa il 10% rispetto al 2009 con un andamento più sfavorevole nelle regioni del Centro Sud e qualche segnale di inversione di tendenza al Nord. Le tendenze all'acquisto si sono orientate verso capi di utilita' e di prezzo unitario inferiore alla media dei Natali precedenti.
Di conseguenza la maggior parte dei consumatori attende ora i saldi per acquisti importanti e di qualità. Una novita' di quest'anno è che i saldi inizieranno in quasi tutta Italia il 2 gennaio. Le prime a partire saranno Napoli, Reggio Calabria, e Palermo, poi il 6 di gennaio, Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze Ancona, Roma, Bari.
Quasi il 40% dei consumatori, sottolinea Manzoni, ''è orientato ad effettuare acquisti nei negozi tradizionalmente frequentati e si prospettano opportunità sicuramente interessanti. La crisi spinge infatti in alto le proposte di sconto che nel corso degli ultimi anni, si stanno attestando su medie piu' elevate. Dal 20% si sta passando via via al 30% e in molti casi al 40% e 50%''.

28 dicembre 2010

Austerity al Quirinale, Napolitano taglia gli stipendi d'oro

ROMA - Il Colle prosegue sulla strada dell'austerity. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano taglia ancora i costi del Quirinale, dopo la cura dimagrante degli anni scorsi. Questa volta, nel piano risparmi figurano in particolare gli 'stipendi d'oro', ai quali viene applicata una trattenuta e il blocco dell'adeguamento al costo della vita. Una nota del Quirinale spiega che su proposta del segretario generale, sentite le organizzazioni sindacali, il Capo dello Stato ha adottato, (ai sensi e con le modalita' previste dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78) i decreti attuativi nell'ordinamento interno per il triennio 2011-2013 delle disposizioni del citato decreto-legge.

In particolare sono applicate le trattenute del 5 e del 10 per cento sugli stipendi superiori ai 90 e 150 mila euro, bloccate le progressioni automatiche di anzianita' per le fasce stipendiali piu' elevate ed e' mantenuto il blocco dell'adeguamento all'incremento del costo della vita di tutte le retribuzioni e dei trattamenti pensionistici in atto dal 2008. E' inoltre incisivamente modificata la normativa dei pensionamenti anticipati di anzianita', fissando a regime il limite di 60 anni di eta' e 35 di anzianita' utile al pensionamento, con l'introduzione in via transitoria di misure dissuasive attraverso significative riduzioni dei trattamenti pensionistici.
I risparmi cosi' ottenuti si aggiungono alle economie gia' realizzate dal 2006 al 2010, che hanno gia' consentito di mantenere ferma la richiesta di dotazione a carico del bilancio dello Stato per ciascun anno del triennio 2011-2013 al livello del 2010 di 228 milioni di euro (sostanzialmente pari al livello del 2008, a seguito della riduzione di 3.217.000 euro della dotazione per il 2009).
L'amministrazione provvedera' a quantificare l'importo conseguente alle misure suindicate da versare in ciascun anno del triennio al bilancio dello Stato, per essere riassegnato al fondo per l'ammortamento dei titoli del debito pubblico, dandone comunicazione al Ministro dell'economia.
Di tutte le economie realizzate, comprese le ulteriori riduzioni delle voci discrezionali di spesa, sara' dato analiticamente conto nella consueta nota annuale illustrativa del bilancio interno del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica.

Natale, spese in picchiata. Federconsumatori e Adusbef: "Via ai saldi"

ROMA - "Stanno prendendo il via in molte città europee e nelle principali metropoli del mondo, le vendite a saldo che, in diversi casi, sono iniziate prima delle festività natalizie. Quello che ci chiediamo è, in Italia, cosa si aspetta? I commercianti non hanno ancora capito che, così facendo, non andranno da nessuna parte?". Così in una nota Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che aggiungono: "È ora di mettere al bando ogni provincialismo e iniziare a ragionare. Visto il persistente e drammatico crollo dei consumi registrato per questo Natale, non si capisce che senso abbia attendere ancora il 6 di gennaio, è ora di avviare i saldi".

L’andamento delle spese registrato in questi giorni infatti- spiegano Trefiletti e Lannutti- è stato ancora peggiore delle già negative previsioni che avevamo fatto alla vigilia di tale festività. La previsione dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulla spesa si aggirava intorno ai 5,5 miliardi di euro". Il primo consuntivo sui dati a campione raccolti relativamente alla spesa effettuata in occasione del Natale, "registra invece un ammontare che sfiora appena i 5 miliardi di euro, con una caduta dei consumi del -12% rispetto allo scorso anno".
Secondo Federconsumatori-Adusbef, "gli unici settori che hanno resistito al crollo sono stati quello dell’editoria, rimasto stabile, e quello dell’elettronica di consumo, che ha registrato un debole +1% (inferiore al +3% previsto in precedenza). Si riconfermano in negativo, invece: il settore dell’abbigliamento e delle calzature -14%; il settore dei mobili, dell’arredamento per la casa e degli elettrodomestici -21%; quello della profumeria e della cura della persona -9%; il settore dei giochi, giocattoli e dello sport -2% e persino il settore alimentare -2%".
Proprio per questo "si rendono più che mai urgenti misure tese a risollevare l’andamento dei consumi, a partire proprio dall’avvio immediato dei saldi. Operazione che, se avviata prima di Natale (come avevamo ripetutamente richiesto), forse, avrebbe potuto evitare questo disastro. Oltre a ciò- concludono le due associazioni- sono necessarie manovre strutturali, che, attraverso un sostegno ai bilanci delle famiglie a reddito fisso (attraverso una detassazione de 1.200 euro annui), rilancino la domanda interna e rimettano in moto un’economia che, purtroppo, è ancora lontana dal superamento della crisi".

Berlusconi: ''Sono certo di poter governare per i prossimi due anni''

Abbiamo oggi la certezza di poter continuare a governare per i prossimi due anni e mezzo, visto che i numeri della nostra maggioranza alla Camera sono aumentati, e di continuare a fare le cose che il nostro programma prevedeva e che sono tutte indispensabili per poter uscire dalla crisi''. Ad affermarlo è stato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso di una telefonata alla Comunità Incontro di don Pierino Gelmini ad Amelia.
Sto bene e sono sereno - ha assicurato Berlusconi - abbiamo avuto qualche difficoltà e le abbiamo superate". Un fatto positivo "perché saremmo andati incontro a una situazione molto grave per il Paese: in un momento di crisi globale non avere un governo e introdursi in una campagna elettorale anche molto dura, avrebbe potuto attirare la speculazione internazionale''.
Nel suo intervento telefonico, il Cavaliere ha risposto anche a don Gelmini che lamentava come gli siano state attribuite pressioni al premier per far diventare ministro Mariastella Gelmini. "Nella maniera più assoluta non le hai fatte tu e non c'era assolutamente bisogno di farle - ha detto il Cavaliere - Quando Mariastella Gelmini è stata nominata ministro dell'Istruzione eravamo assolutamente convinti che fosse in grado di fare quello che poi ha fatto''.
''Se c'è qualcuno che è oggetto di diffamazione quotidiana sono proprio io - ha rimarcato il presidente del Consiglio - Mi hanno accusato di tutto, dalle stragi alla mafia, dalla corruzione a tutto, non c'è nulla di cui io sia stato lasciato esente da parte di coloro che quotidianamente mi calunniano. Cerco modestamente di imitarti: come tieni botta tu così tengo botta io", sono state le parole del premier rivolto al sacerdote.

26 dicembre 2010

Disoccupazione: dati Istat; dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

Sulla questione del lavoro il nostro Paese è ancora nel bel mezzo del guado. E’ ormai cronica la debolezza del Mezzogiorno che continua a evidenziare un tasso di disoccupazione troppo elevato, soprattutto nella fascia giovanile.
Colpisce, però, il dato della diminuzione dell’occupazione, rispetto a pochi mesi fa, che si concentra esclusivamente nel lavoro dipendente e in quello a tempo indeterminato, segnalando che le pur relativamente poche assunzioni sono prevalentemente a termine.
Si evidenzia, quindi, la necessità di attivare non solo serie ed efficaci politiche attive per chi perde il posto di lavoro, ma soprattutto azioni che incentivino le assunzioni e che consentano una stabilizzazione del lavoratore, anche se graduale, come ad esempio il contratto d’apprendistato.

Bersani: "Premier ipnotizzatore. Basta, adesso l'Italia si svegli"

ROMA - "Un mare di chiacchiere senza dentro nulla di concreto per la situazione concreta degli italiani". E' il duro giudizio di Pier Luigi Bersani sulla conferenza stampa di fine anno del premier Silvio Berlusconi. "Due ore e mezzo o tre di conferenza stampa. Saltano i telegiornali. Nella classifica siamo nell'ordine di grandezza dei Lukhashenko. Mi chiedo in quale normale paese d'Europa si può verificare una cosa del genere". Il segretario del Pd, nelle sede del partito, insiste: "Kim Il Sung e Lukashenko". Questi a suo avviso i modelli a cui Berlusconi ha uniformato l'incontro con la stampa.

"VICINO AI 75 ANNI, NON VA PIU' IN GALERA. BASTA, L'ITALIA SI SVEGLI" - "Respingo al mittente le accuse di Berlusconi per cui noi seguiremmo una scorciatoia giudiziaria per vincere. Anche perchè quando uno si avvicina ai 75 anni in galera non può più andarci". Per Bersani, le priorità sono altre: "Adesso occupiamoci dell'Italia. Berlusconi è un ipnotizzatore. L'Italia si svegli, smetta di prendere il sonnifero. Bisogna reagire. Ha portato il Paese ad essere ultimo in tutte le classifiche di crescita. Ora bisogna voltare pagina e cambiare agenda".
"PIATTAFORMA PROGRAMMATICA PER PARLARE CON TUTTE LE FORZE DI OPPOSIZIONE" - In merito alle alleanze, e a una possibile intesa con i centristi di Casini e con il terzo polo, "presentiamo una piattaforma per una stagione di riforme- spiega il segretario del Pd- e ci rivolgiamo a tutte le forze dell'opposizione e a tutte le forze sociali. Ciascuno si prenda la sua responsabilità. C'è bisogno di uno sforzo perchè se non è questa emergenza non so cosa lo sia. E' una situazione dura, grave e pericolosa. Usciamo da un decennio di favole, andiamo verso una stagione di riforme vere". Ma qualche paletto Bersani lo mette: "Noi non siamo interessati a parlare con chi lavora a una ristrutturazione del centrodestra ma con quelle forze che fanno una critica al decennio berlusconiano in chiave di assetti democratici".
"PATTO COSTITUENTE DA CASINI A VENDOLA O ALTRI 10 ANNI DI BERLUSCONISMO" - Serve un "patto con attitudine costituente" che vada da Casini a Nichi Vendola. E chi non lo capisce "si assume la responsabilità di condannare il Paese a un altro decennio di berlusconismo". E' la proposta politica che Bersani rivolge in conferenza stampa alle opposizioni e che, spiega, delineerà con maggiore compiutezza nella direzione nazionale del 13 gennaio e nell'assemblea di Napoli.

Berlusconi: ''Sì a un tavolo col terzo polo''

Maggioranza allargata altrimenti si va al voto. Nessun riavvicinamento con Fini ma sì a un tavolo con il terzo polo. L'annuncio che non si ricandiderà a premier nel 2013 e che il Pdl cambierà nome. E poi l'ennesimo attacco a ''certa'' magistratura. Nella conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, traccia il bilancio del suo governo guardando al futuro immediato dopo le fibrillazioni di questo periodo. Ultimo in ordine di tempo il caso Prestigiacomo che, assicura, ''è risolto".Il Cavaliere mette in chiaro di non avere nessuna intenzione di ''continuare a galleggiare'' e spiega di puntare a una maggioranza che consenta di fare "importanti riforme". ''Dobbiamo ampliare la maggioranza alla Camera'' dice, e il termine ultimo per verificare questa condizione è "fine gennaio''. Se così non sarà meglio tornare alle urne, nonostante la prima opzione sia quella di portare a termine la legislatura. Berlusconi chiarisce di aver posto lui ''alla Lega il termine di gennaio per prendere una decisione definitiva'' sul da farsi.

"Se, come penso - sottolinea - avremo una maggioranza che ci consentirà di portare al voto del Parlamento le riforme che riteniamo utili e necessarie per nostro Paese potremo continuare nella legislatura''. Berlusconi pensa ''di arrivare ad avere almeno 325 parlamentari alla Camera e ad aumentare anche quelli del Senato", e il riferimento è "ai tanti parlamentari di tutte le forze politiche in campo che si trovano in contrasto con i loro gruppi". Il premier coglie l'occasione per smentire ancora una volta ''l'acquisto di deputati. Non abbiamo mai offerto posti di governo a nessuno. Non c'è stato alcun calcio mercato e non abbiamo promesso cariche di governo''.
Quanto a Fini, con lui ''la collaborazione è durata 16 anni e quindi ho recepito con estremo dolore gli avvenimenti degli ultimi mesi". Ma "non ci sarà un riavvicinamento". E rimarca: "Il presidente della Camera deve essere super partes. Così non è stato e così non è soprattutto ora che è leader di un partito che si è collocato all'opposizione".
Berlusconi però è disposto anche a valutare accordi con il 'terzo polo' pur di evitare una campagna elettorale, che considera dannosa per il Paese. A chi gli chiede se piuttosto che andare al voto non sarebbe meglio trovare un'intesa minima su alcuni punti essenziali, il Cavaliere replica: ''Sì, sarebbe ragionevole. Peraltro - ribadisce - dico che penso di essere sicuro di riuscire ad allargare la maggioranza anche senza accordi con i partiti del cosiddetto 'terzo polo'. Però, credo che sarebbe assolutamente ragionevole fare come lei ha indicato, piuttosto che andare alle elezioni. Da parte mia c'è la volontà di mettere in campo tutte le iniziative che ci consentano di continuare a governare''.
In vista del voto del 2013, se la legislatura dovesse arrivare a termine, il premier spiega poi che nel Pdl ci sono tanti esponenti preparati cui lasciare il testimone. ''Sono convinto che stiano crescendo nuove forze assolutamente capaci di diventare presidente del Consiglio e portare avanti il Popolo della libertà e il centrodestra. Mi auguro - aggiunge - si appalesino e che io possa partecipare alla campagna elettorale per dare il mio contributo, ma interrompere lì il mio impegno che è un grande sacrifico''.
Non c'è nemmeno il Colle tra i suoi obiettivi: "Se mi si chiede chi possa essere il capo di Stato migliore, io rispondo che ho un mio candidato e che non sono io". Il suo auspicio è che ''le nuove elezioni portino a una maggioranza capace di eleggere un Presidente che venga dal centrodestra dopo tre Presidenti della Repubblica che sono venuti invece dal centrosinistra''.
Berlusconi annuncia poi che il Pdl cambierà nome, ''ma non torneremo a Forza Italia. L'acronimo Pdl non dà più emozione, non commuove, stiamo cercando un nome che dia un'emozione, ma non si torna al passato''.
GIUSTIZIA - Il premier affronta anche il tema della giustizia. "Credo - rimarca - che sarà più facile approvare la riforma della giustizia ora con la dipartita dall'interno del Popolo della libertà della fazione che faceva riferimento a Fini, ai suoi collaboratori e all'attuale ancora presidente della commissione Giustizia".
Il Cavaliere non è preoccupato per i suoi processi e per un eventuale bocciatura della Consulta sul legittimo impedimento. La nuova versione, dice, ''tiene conto della dottrina, della Costituzione e delle precedenti sentenze'' e poiché ''c'è un limite all'indecenza, non credo che la Consulta, sebbene sia costituita per la maggior parte da esponenti di altro orientamento, possa superare questo limite di indecenza''. Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare il legittimo impedimento ''ci troveremmo di fronte a un ulteriore sentenza politica'' sottolinea Berlusconi il quale, se sarà necessario, proporrà l'istituzione di una commissione parlamentare per verificare "se in parte della magistratura" vi sia un'"associazione a delinquere a fini eversivi".
POLITICA ESTERA - ''L'Italia non è mai stata così autorevolmente sulla scena della politica estera'' scandisce il premier. Rispondendo a una domanda dell'Adnkronos, Berlusconi sottolinea in particolare tre aspetti: i suoi ''280 impegni internazionali, di cui la metà in Italia e la metà all'estero e in ogni incontro posso assicurare che ho agito nell'interesse dell'Italia, dei suoi cittadini e delle sue imprese"; la sua politica, che è ''sempre stata di collaborazione con gli Stati Uniti''; e il finanziamento ad Arafat, perché "fino in fondo ebbi la speranza che fosse l'uomo giusto per arrivare alla pace".
La conferenza stampa è stata l'occasione per parlare anche dei figli, ai quali Berlusconi ''impedirebbe di entrare in politica''. Poi, a una domanda sulla recente intervista a 'Vanity Fair' della figlia Barbara che ha mostrato apprezzamento per il sindaco di Firenze, il democratico Matteo Renzi, il Cavaliere ha risposto: ''Non c'è stata nessuna debolezza: i figli naturalmente sono influenzabili dalle madri e come tutte le famiglie si possono verificare situazioni di questo genere. Voglio bene a Barbara, è molto brava, ma in questo caso ha subito le influenze della madre''.

Università, la riforma della Gelmini è legge. Napolitano agli studenti: "Vi ascolto ma non esprimo opinioni"

La riforma Gelmini è legge. Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di riordino dell'università. Il provvedimento ha ottenuto 161 voti a favore, 98 contrari e 6 astenuti."Oggi e' una bella giornata per il Paese e per l'universita' perche' viene archiviata la cultura falsamente egualitaria del '68 e comincia una nuova stagione all'insegna della responsabilita' del merito, del no agli sprechi, a parentopoli e alla baronia negli atenei". Sono le parole del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che traccia un bilancio molto positivo dopo l'approvazione del ddl di riordino dell'universita'. "Siamo di fronte a una sfida imortante e credo che la riforma ponga le basi per dare ai giovani nuove opportunita', in particolare agli studenti che sono i veri protagonisti della riforma".
"Voglio ringraziare i senatori di maggioranza ma anche l'opposizione che in un dibattito inevitabilmente teso hanno fatto prevalere il senso di responsabilita' e la passione politica. L'approvazione del provvedimento e' un grande risultato di squadra, che testimonia ancora una volta come il governo Berlusconi sia il governo del fare, che scommette sulle riforme e sulla modernizzazione del Paese".

Subito dopo la pausa delle feste -ha puntualizzato Gelmini- incontrero' il Consiglio nazionale deli studenti universitari per discutere dei provvedimenti attuativi. Agli studenti dico pero' di non avere paura di un provvedimento che non destabilizza l'universita', non la privatizza ma, al contrario, mette al centro gli interessi legittimi degli studenti. Agli studenti -ha concluso il ministro- dico di diffidare di coloro che pensano che la risoluzione dei problemi passa solo per l'aumento delle risorse o nella difesa dello status quo. Chi si rifiuta di cambiare l'universita' piu' che al futuro dei giovani, pensa solo alle proprie rendite di posizione".
Nel giorno dell'approvazione della riforma, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto alla lettera ricevuta da Mattia Sogaro, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: quella universitaria e' una ''situazione rispetto alla quale io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
''Ho appena ricevuto la sua lettera, e innanzitutto la ringrazio per le parole di apprezzamento che mi ha gentilmente rivolto. E' la prima volta -rileva Napolitano- che il Presidente o altri rappresentanti del Cnsu mi chiedono un incontro, e io saro' ben lieto di fissarlo al piu' presto, cosi' come ho l'abitudine di fare con le piu' diverse rappresentanze che desiderano essere ricevute e ascoltate. Sono interessato a conoscere le vostre 'valutazioni critiche e proposte': non ho mai pensato di svolgere - e non c'era dunque motivo di temere che potessi farlo in questo caso - solo un'attivita' parziale di ascolto, anziche' svolgere il mio ruolo a 360 gradi''.
''Avremo modo di chiarire con lei e con gli altri rappresentanti del Cnsu tutti gli aspetti di una situazione complessa come quella che vivono, in modi diversi, le varie componenti del mondo universitario, situazione rispetto alla quale -precisa il Capo dello Stato- io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
Sul fronte della cronaca di questi giorni, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, riferendo alla Camera sugli scontri avvenuti a Roma lo scorso 14 dicembre e sulle iniziative studentesce di ieri, ha detto che le manifestazioni di ieri degli studenti si sono svolte "ovunque senza incidenti", ma è stata "una brutta cosa l'assalto alla Questura di Palermo, avamposto della lotta alla mafia.
La Questura di Palermo, ha ricordato ancora il ministro, è "simbolo della lotta alla mafia, sede della sezione catturandi della Squadra mobile, quella che ha arrestato i capimafia, da Riina a Provenzano, a Mimmo Racuglia. Vedere lanciare pietre, bottiglie e uova contro uno degli avamposti della lotta alla mafia mi ha profondamente rattristato".
Quanto alla mobilitazione nella capitale, "il dispositivo di prevenzione predisposto dalla Prefettura e dalla Questura" di Roma in occasione delle iniziative studentesche di ieri "ha funzionato egregiamente - ha sottolineato il titolare del Viminale - Il progressivo affinamento di questo dispositivo ha contribuito a far sì che la mobilitazione di ieri a Roma sia avvenuta senza incidenti".
"La scelta operata dal Prefetto di intesa con il Questore di disporre le Forze dell'Ordine in modo tale da garantire il pronto intervento senza creare zone rosse né militarizzare il territorio - ha proseguito il ministro - è stato un ulteriore elemento che ha contribuito a depotenziare il rischio di tutte quelle tensioni che si temevano visti i precdenti".
Più in generale Maroni, riferendosi anche a quanto accaduto lo scorso 14 dicembre, ha poi espresso "tutto l'apprezzamento per l'operato delle Forze dell'Ordine" che "hanno dato prova di grande equilibrio e di eccellente professionalità".
Alcune decine di persone si sono riunite intanto davanti al Tribunale di Roma per manifestare solidarietà ai fermati durante gli scontri del 14 dicembre. Oggi per sette di loro si celebra il processo. I partecipanti al presidio hanno esposto a poca distanza dal Tribunale uno striscione che riporta 'Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare. Libertà per tutti e tutte'.
Il Comune di Roma è stato ammesso come parte civile nel processo che vede imputato di resistenza a pubblico ufficiale Edoardo Zanetti, arrestato durante gli scontri. Zanetti è comparso oggi davanti alla quinta sezione del Tribunale di Roma accusato di resistenza a pubblico ufficiale. Gli si contesta di avere lanciato un sampietrino. Nella fase preliminare del giudizio che si svolge con rito direttissimo nella discussione è intervenuto l'avvocato del Comune per sostenere che il Comune dal comportamento dell'imputato ha subito pregiudizio per quanto riguarda la sua immagine.
L'udienza è stata poi rinviata al 25 gennaio prossimo perché il processo si svolgerà con rito ordinario. Dopo aver ammesso come parte civile il Comune di Roma il Tribunale ha accolto le istanze istruttorie delle parti ammettendo testimonianze e acquisizione di documenti. In particolare la difesa intende dimostrare che Zanetti, arrestato in via dei Pontefici, non ha commesso quanto gli è stato contestato. "Sono contento che ieri sia stata una giornata diversa rispetto al 14 dicembre scorso, perche' io sono contro gli scontri e gli atti di violenza", ha detto Zanetti lasciando il Tribunale. "Credo che la violenza non porti da nessuna parte. Sono totalmente convinto - ha aggiunto il giovane accompagnato dai famigliari e dal suo legale - che per manifestare le proprie idee e per andare avanti ed ottenere qualcosa si debba manifestare in maniera pacifica pero' se il 14 sono successi degli scontri questo deve far pensare il governo che la situazione in Italia non va bene".

21 dicembre 2010

Berlusconi: maggioranza più larga o voto. Sulla giustizia: pronto a difesa in tv e piazze

"Noi riteniamo di poter allargare la maggioranza, ma ove non riuscissimo non ci sarebbe che tornare al popolo sovrano". Silvio Berlusconi intervistato da Matrix e Tg5 torna a ribadire la line del governo. Il ritorno alle urne, per il premier, "non farebbe bene al Paese perché ci sarebbe una campagna elettorale combattuta e un governo meno decisivo per governare. Sarebbe un male. Per questo noi speriamo di andare avanti altri due anni e mezzo, se no c'è il ritorno alle urne".
ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORNAZA - "Questa maggioranza - spiega - sarà allargata a molti moderati. Contiamo che molti di loro vogliano aggiungersi o rientrando nel Popolo della libertà o fondando un altro gruppo che sarebbe di sostegno al Popolo della libertà e alla Lega". Comunque, dice il capo del governo, "con questi numeri si governa agevolmente, meno agevole è approvare le riforme indispensabili per il Paese".
NESSUN CALCIO MERCATO - Poi assicura ''non c'è stata nessuna compravendita, né abbiamo usato i 10 posti vacanti di governo. Chi è venuto in maggioranza lo ha fatto per profondo convincimento o, nel caso di Italia dei Valori, per l'impossibilità a restare in un partito con un leader di cui non ne potevano più". E per loro, in ogni caso, assicura, "non ci sarà nessun posto nel governo".
NON ESCLUDO PREMIER DONNA - Io comunque, avverte, ''lascerò solo quando gli italiani chiedereanno di sostituirmi''. E su chi verrà dopo di lui ''non escludo che un giorno ci possa essere donna premier'', dice.
FINI -Commentando le dichiarazioni rilasciate oggi da Fini secondo il quale ci sono le condizioni perché la legislatura continui, taglia corto: "Certamente queste dichiarazioni hanno dell'incredibile", visto che il 14 dicembre scorso Futuro e Libertà ha votato "una mozione di sfiducia nei miei confronti".
CASINI - Berlusconi ne ha anche per Casini che definisce un bilancio "in rosso" quello del governo: "E' la bugia più grande che io abbia pensato che lui potesse dire. Se c'è qualcosa in cui noi ci sentiamo orgogliosi sono certamente i risultati che abbiamo conseguito in questi anni". Quanto all'apertura fatta oggi dall'Udc: "Prendo atto dell'offerta''.
LA SINISTRA - Durissimo invece con la sinistra: "I possibili boss sono tutti capetti che si fanno la guerra l'un l'altro e nessuno riesce ad emergere" al contrario di quanto avviene ne centrodestra dove, ricorda anagrammando ancora una volta il suo nome, c'è l'"unico boss virile".
NAPOLITANO - Il Cavaliere torna invece a elogiare l'intervento del Capo dello Stato alla cerimonia dello scambio di auguri al Quirinale: "Tutte le persone di buon senso, a cominciare dal presidente Napolitano, si augurano che non ci una crisi della maggioranza".
LEGITTIMO IMPEDIMENTO - Quanto alla sentenza della Corte costituzionale sul legittimo impedimento Berlusconi avverte: "Se l'11 gennaio la Consulta farà una sentenza contro di me continuerò a governare. Ma mi difenderò, scenderò in campo e racconterò agli italiani chi sono i giudici e come sono andate veramente le cose. Io non temo questo giudizio, perché non ho commesso nessuno dei reati che mi vengono attribuiti. Se ci dovesse essere un giudizio contro di me - assicura il Cavaliere - in quel caso, andrò in tv, in aula e in piazza per fare vergognare chi mi accusa".
CRISI ECONOMICA - In tema di economia sfodera il consueto ottimismo. "Credo che ce la faremo. Io sono attento a che nulla si deteriori a che non si spendi di più e a tenere i conti pubblici sempre in ordine. Comunque la finanza italiana e internazionale crede e ha fiducia nell'Italia e nel suo sistema bancario''.
WIKILEAKS - Sul caso Calipari torna a smentire le nuove rivelazioni di Wikileaks. "Non c'è stata nessuna pressione da parte nostra. In più oggi è arrivata anche una conferma della Procura. Lo ripeto, da noi nessuna pressione". La diffusione dei files da parte del team di Assange, prosegue, ha fatto "molto male all'immagine degli Stati Uniti nel mondo e ha creato antipatie e risentimenti tra Paesi, una cosa non positiva".
RIFORMA GELMINI - In fine dedica alcune parole alla riforma universitaria sostenendo che "evidentemente dobbiamo comunicare meglio e spiegare agli studenti di piazza che questa riforma è favorevole proprio a loro. Non riesco a capire come si fa a protestare in piazza, mischiandosi anche con i centri sociali che producono violenza, visto che si tratta di una riforma che va a loro favore". Quanto all'approvazione definitiva prevista per il testo domani in Senato il premier è fiducioso sul via libera: "Mi sembra difficile pensare che chi prima ha approvato questa riforma, oggi, facendo degli spostamenti al terzo polo, possa votarla contro".
''CAMBIO NOME AL PDL'' - Quindi l'alluncio di un cambio di nome per il Pdl per le prossime elezioni. ''L'acronimo non emoziona, non commuove, non rende. Ed è possibile che possiamo cambiare il nome, ma non possiamo tornare a Forza Italia perché è alle nostre spalle. Restiamo tutti insieme come adesso nel Pdl, quindi andiamo avanti". Quindi ammette: "Io ce l'ho già in mente il nuovo nome, ma non dirò niente, prima lo devo depositare. Sarà un nome cortissimo, forse formato da una sola parola". Potrebbe essere Silvio? lo provoca il conduttore di Matrix. "Magari, ma più che altro dovrebbe essere forza Silvio".

20 dicembre 2010

Lavoro: Istat, un quinto dei giovani italiani non lavora ne' studia

Hanno fra i 15 ed 29 anni, sono oltre due milioni, pari al 21,1% dei giovani italiani, e non lavorano ne' studiano. Sono i cosiddetti 'neet' ('not in educatio, employement or training'). A fotografarli e' il "Rapporto sulla coesione sociale", diffuso oggi, frutto della collaborazione tra Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Istat.