13 dicembre 2011

Inps, 3/4 pensionati avranno rivalutazione piena

Il 78,4% dei pensionati Inps ha un reddito pensionistico inferiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dal rapporto annuale dell'Inps sui dati 2010 secondo il quale i pensionati con assegni complessivi fino a 1.499 euro sarebbero 10,8 milioni. Con l'emendamento del Governo alla manovra che porta il blocco dell'indicizzazione dagli assegni superiori a quelli superiori a tre volte il minimo (1.400 euro al mese), la stragrande maggioranza di questi pensionati dovrebbe quindi continuare ad avere la rivalutazione piena.
Il dato dell'Inps comunque riguarda il reddito pensionistico complessivo (i pensionati possono avere anche due o più pensioni) quindi con tutta probabilità il numero degli assegni salvaguardati dall'emendamento alla manovra potrebbe essere anche superiore ai 10,8 milioni. Secondo i dati Inps riferiti al 2010 i pensionati con un reddito complessivo fino a 500 euro al mese sono 3,2 milioni (il 23,3% del totale), quelli con un reddito da pensione tra i 500 e i 1.000 euro al mese sono 4,3 milioni (il 31,3%) mentre quelli tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese sono 3,3 milioni (il 23,8%

MANOVRA: NEL 2012 PENSIONI INDICIZZATE FINO A 1.400 EURO

Il prossimo anno saranno indicizzate le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo, ossia fino a circa 1.400 euro al mese (lordi). Nel 2013 l'adeguamento all'inflazione riguardera' soltanto i trattamenti pari a due volte il minimo, circa 930 euro al mese. E' quanto prevede l'emendamento dei relatori alla manovra presentato nelle Commissioni bilancio e finanze della Camera.
Inoltre, si pensa ad una penalizzazione piu' leggera per chi va in pensione con 42 anni di contributi (41 per le donne) ma prima dei 62 anni di eta'. L'emendamento prevede che, in questi casi, sia applicata una riduzione dell'1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 di eta'. La riduzione sale al 2% per ogni anno di anticipo ulteriore rispetto a due. La norma originaria del decreto prevedeva invece la penalizzazione del 2% fissa per ogni anni prima del raggiungimento dei 62 di eta' anagrafica.
CONTRIBUTO DEL 15% SU PENSIONI OLTRE 200 MILA EURO.
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha prospettato un contributo del 25% per le pensioni sopra i 200 mila euro l'anno. Ma nella versione finale dell'emendamento alla manovra la percentuale scende al 15%. Il ministro ha parlato di ''una mia proposta'' rispondendo alle domande dei parlamentari in commissione lavoro alla Camera. Fornero ha indicato che non si tratta di un ''contentino''.
Il ministro pensa anche ad una attenuazione degli effetti sui lavoratori molto vicini alla pensione, come la generazione del 1952.
''Ci sara' qualcosa - ha precisato la Fornero -. Qualcosa di modesto pero' rispetto al forte incremento di vita lavorativa richiesta''.

9 dicembre 2011

Londra isolata. Ungheria, Svezia e Repubblica Ceca aprono a un ruolo attivo nei nuovi Trattati

In un primo momento, il tentativo fallito di mettere d'accordo tutti e ventisette i componenti dell'Unione europea su una riforma dei Trattati, sembrava aver creato tre gruppi di Paesi: i ventitré disponibili al "sì" nei confronti del pacchetto di misure rigoriste che dovrebbero confluire in un accordo intergovernativo (i diciassette Paesi aderenti all'Eurozona più sei "volenterosi", e cioè Danimarca, Bulgaria, Romania, Lettonia, Polonia e Lituania); i due Stati in stand-by, in attesa di consultare i rispettivi Parlamenti nazionali (Svezia e Repubblica Ceca); i due rocciosi partigiani del "no" (Regno Unito e Ungheria).
Poi Budapest ha corretto questa mappa e si è affrettata a sganciarsi da Londra, lasciando in perfetta solitudine il premier britannico David Cameron, ben deciso a non cedere e a far prevalere il rampante euroscetticismo isolano di cui sono intrisi il Regno Unito e, soprattuttto, il suo Partito conservatore. L'Ungheria si è affrettata a precisare che la sua posizione prudente e attendista non la deve far collocare a fianco dell'Inghilterra, ma più precisamente nel gruppo composto da Repubblica Ceca e Svezia.
Infatti il premier magiaro Viktor Orbán sostiene di non poter prendere in proprio decisioni che possano condurre a una rifilatura della sovranità nazionale senza aver prima sottoposto i termini dell'eventuale accordo europeo al Parlamento ungherese.
Al di là della formalità, il repentino ammorbidimento della posizione magiara sembra rispecchiare un momento di indecisione del primo ministro. Orbán, pur avendo coltivato in tutta la sua vita politica il profilo dell'"uomo forte", ha probabilmente avuto qualche dubbio nel collocare con fermezza il suo Paese – che ha soltanto dieci milioni di abitanti, ha un'economia piccola (la diciottesima per grandezza nel contesto dell'Ue) e ha recentemente chiesto assistenza finanziaria al Fondo monetario internazionale – in una posizione ultraminoritaria condivisa soltanto da Londra.
Infatti il ricorso al parere del Parlamento nazionale annunciato dall'Ungheria, al di là dell'aspetto puramente formale, non può essere particolarmente vincolante per Orbán, il cui partito conservatore Fidesz ha più di due terzi dei seggi.
In ogni caso il ministro ungherese per gli Affari europei, Enikö Györi, questa mattina, dopo aver detto che sulla posizione del suo Paese si era verificato un completo misunderstanding, ha ulteriormente zuccherato l'atteggiamento di Budapest nei confronti del pacchetto su cui si sono accordati i ventitré. «Siamo favorevoli a regole più rigide che facciano cessare le turbolenze sui mercati che colpiscono anche la nostra economia», ha detto Györi, e ha aggiunto: «Noi abbiamo l'obbligo di aderire all'euro, vogliamo aderire, ma purtroppo le nostre condizioni economiche al momento non ce lo consentono».
l'Ungheria corregge la sua posizione, la Repubblica Ceca rimane saldamente collocata nello schieramento degli attendisti, rimandando a una verifica nel proprio Parlamento la sua eventuale firma sul pacchetto di misure confezionato a Bruxelles.
Al riguardo va notato che, al di là del rispetto delle procedure formali, Praga non è nuova a resistenze nei confronti di un rafforzamento dell'Unione europea a discapito della sovranità nazionale e che il premier ceco Petr Nečas (di centrodestra come tutti i primi ministri del fronte del "no" e del "ni" all'accordo) appartiene al Partito civico democratico di cui fa parte anche il presidente della Repubblica ceca Václav Klaus, che è uno dei campionissimi dell'euroscetticismo.
Il terzo Paese che chiede tempo per potersi rivolgere al proprio Parlamento è la Svezia. Dopo la celere marcia indietro dell'Ungheria, e a eccezione del Regno Unito che ha già formulato il gran rifiuto dell'accordo, è proprio il Paese scandinavo a mostrare la posizione più intransigente.
La Svezia – che con un referendum ha deciso nel 2003 di conservare la propria moneta nazionale ma che, a differenza di Londra e Copenaghen, non ha mai ufficialmente negoziato un opt-out per rimanere fuori dall'euro – si sente estranea al pacchetto di misure deciso a Bruxelles: «Un Paese che non appartiene all'Eurozona non può ragionevolmente firmarlo», ha detto il premier Fredrik Reinfeldt.
Il capo del Governo svedese ha affermato che tutto gli sembra un po' strano visto che «l'intero testo è scritto per rendere i componenti dell'Eurozona soggetti a determinate restrizioni e per indurli a fare determinate cose». «La Svezia, che non è tra i membri dell'euro, non vuole legarsi a regole che sono confezionate su misura per l'Eurozona», ha concluso Reinfeldt.
Per comprendere meglio le perplessità di Stoccolma, va ricordato che il Paese scandinavo, anche grazie alla sua estraneità alla moneta unica europea, è riuscito a tenersi al margine della crisi economico-finanziaria che attanaglia il Vecchio continente, al punto che Anders Borg, il giovane ministro delle Finanze della Svezia, noto per il suo look ben poco tecnocratico (coda di cavallo, occhialini ovali e orecchino al lobo sinistro), è stato eletto dal Financial Times come miglior ministro economico dei Ventisette nel 2011.
E Reinfeldt conosce anche i sondaggi condotti tra i cittadini del suo Paese, che mostrano picchi inediti di euroscetticismo: in una recente inchiesta soltanto il 9,7 per cento degli svedesi si è detto favorevole all'adozione dell'euro da parte di Stoccolma.
Al termine del vertice, però, è emerso chiaramente l'isolamento di Londra. Nella Dichiarazione finale redatta dai capi di Stato o di Governo della zona euro la posizione di Ungheria, Repubblica Ceca e Svezia non è infatti separata da quella degli altri Paesi che non appartengono all'Eurozona. Il dcumento si conclude con questa frase: «I capi di Stato o di Governo di Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria hanno indicato la possibilità di partecipare a detto processo, ove appropriato previa consultazione dei rispettivi Parlamenti».

Poveri pensionati, sono 2 milioni. Indicizzazione fino a 1.400 euro?

La ommissione Lavoro chiede al governo di sbloccare l'indicizzazione delle pensioni fino agli assegni di 1400 euro, ossia tre volte il minimo. La proposta e' contenuta nel parere approvato dalla commissione con il voto favorevole di tutti i gruppi tranne la Lega.
Il vice ministro Michel Martone commenta cosi': "Il governo prende atto della responsabilita' della commissione ed e' disposto a ragionare a saldi invariati". Nel testo del parere si chiede all'esecutivo di valutare "la possibilita' di garantire una forma di copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo, compensando le minori entrate mediante un incremento del contributo di solidarieta' a carico delle pensioni piu' elevate (sia attraverso una revisione in aumento della quota di prelievo per quelle pari almeno a venti volte il minimo Inps, sia attraverso un abbassamento dell'importo delle pensioni a cui si applica il contributo) e o mediante l'introduzione di un contributo di solidarieta' sulle cosiddette 'baby pensioni', limitato all'importo superiore al minimo, e o incrementando la percentuale di intervento sui 'capitali scudati'".
Inoltre la commissione Lavoro considera "urgente e improcrastinabile un'iniziativa che affronti, secondo il principio dell'equita' e sulla scorta di quanto si appresta a decidere il Parlamento, i regimi pensionistici degli altri organi costituzionali, delle autorita' indipendenti e di altre situazioni di oggettivo privilegio, derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo pro-rata".
2 MILIONI DI PENSIONATI POVERI - Ci sono 2,3 milioni di pensionati poveri e sono destinati a crescere. Cosi' il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Le pensioni fino a 915,52 euro rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale pero' all'85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli. Secondo i parametri europei di poverta' relativa (60% del reddito mediano equivalente)- spiega- ricadono in questa categoria il 29,8% dei percettori di una pensione inferiore ai 915,52 euro, per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l'indicizzazione all'89,7% dei pensionati a rischio poverta'". Secondo l'Istat, "nei prossimi anni la quota di pensionati poveri, e' verosimilmente destinata a crescere a seguito dell'impatto congiunto delle misure di questa e delle manovra precedenti, nonostante l'indicizzazione. Un'eventuale estensione dell'indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d'altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di poverta' (163 mila)".

MANOVRA: ANGELETTI, SCIOPERO PER MODIFICARE INTERVENTI INDIGESTI 'DISPONIBILITA' FORNERO? DIVERSO DAL DIRE NON SI CAMBIA NULLA'

Non sono iniziative per amplificare il disagio ma per modificare gli aspetti piu' indigesti della manovra". Cosi' il leader della Uil, Luigi Angeletti, spiega il senso dello sciopero generale di 3 ore per lunedi' 12 dicembre proclamato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. E alle aperture, seppure minime, da parte del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulle pensioni aggiunge: "Il fatto che ci sia una disponibilita' limitata e' diverso dal dire non si cambia nulla". Al centro delle richieste di modifica dei sindacati "le correzioni dei punti piu' pesanti della manovra". Richieste che per il leader Uil resteranno in campo anche se comincia a profilarsi l'idea di un ricorso al voto di fiducia. "La deve ancora mettere, e noi tenteremo fino all'ultimo", conclude.

CRISI: MONTI, CON LA MANOVRA L'ITALIA HA FATTO LA SUA PARTE

La manovra varata dal governo ''contiene misure ad ampio raggio per la crescita e il rigore''. E ''con questo atto l'Italia ha fatto la sua parte ed ha dato il suo contributo alla soluzione di una crisi dell'Eurozona che non era certo di responsabilita' solo italiana''. E' quanto afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, in conferenza stampa a Bruxelles, al termine del Consiglio Ue.
''Questo ha consentito all'Italia di affrontare con maggiore serenita' e di dare un contributo piu' attivo e accettato dagli altrui - aggiunge il premier -, nelle giornate cosi' importanti per avviare a soluzione sistemica la crisi dell'Eurozona''.

MEZZOGIORNO: NAPOLITANO, PRESTO CI SARANNO INIZIATIVE GOVERNO

''Per quel che so io tra non molti giorni vi saranno iniziative che metteranno a fuoco iniziative del governo e delle Regioni del sud sulle prospettive di impiego dei fondi europei di sviluppo per il Mezzogiorno''. Cosi' il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde a chi gli chiede cosa si puo' fare per il Mezzogiorno con la manovra del governo.
Il presidente ha parlato lasciando la sede della societa' di scienze, lettere ed arti di Napoli in Via Mezzocannone.
Subito dopo si e' recato in visita privata a Palazzo Caracciolo, in via Carbonara (nel centro antico della citta') edificio recentemente restaurato e diventato albergo.

Ue, nuovo patto di Bilancio a 26

Sul rafforzamento della governance economica non c'è accordo a 27. Anche se alla fine sono saliti a nove i Paesi fuori dall'area euro - praticamente tutti a eccezione della Gran Bretagna - che hanno annunciato l'intenzione di entrare nel nuovo 'Patto di bilancio', portando a 26 su 27 il numero totale delle adesioni. Dopo una maratona negoziale durata oltre nove ore, i leader dell'Ue non sono riusciti dunque a superare le resistenze della Gran Bretagna che, nelle parole del presidente francese Nicolas Sarkozy, aveva posto delle "condizioni inaccettabili" per potere accettare una riforma dei Trattati a 27. "Nel breve termine - ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy - abbiamo concordato un'azione immediata per superare le attuali difficoltà", attraverso un aumento delle nostre risorse finanziarie che, si spera, possa 'impressionare' i mercati alla loro riapertura questa mattina.
In particolare, "i Paesi dell'eurozona e altri Stati membri renderenno disponibili risorse aggiuntive per 200 miliardi di euro all'Fmi, la leva dell'Efsf sarà rapidamente resa operativa e l'Esm entrerà in vigore a luglio del 2012", ha elencato Van Rompuy. Per il lungo periodo, abbiamo raggiunto un accordo su un nuovo patto di bilancio per l'eurozona, che è un primo risultato importante". "Ci impegneremo tutti a nuove, forti regole di bilancio" attraverso un maggiore automatismo delle sanzioni, l'introduzione in Costituzione della norma sul pareggio di bilancio e la presentazione alla Commissione da parte degli Stati membri delle bozze di bilancio, ha spiegato il presidente del Consiglio Ue.
Se "l'accordo sulla sostanza è stato ampio", meno lo è stato sulla forma "per renderlo solennemente vincolante", ha ammesso il presidente del Consiglio europeo, sottolineando come nell'Ue non sia "mai facile parlare degli strumenti legali". "Avremmo preferito un accordo a 27 - ha detto con disappunto Sarkozy in una conferenza stampa a Bruxelles - ma questo non è stato possibile tenuto conto della posizione dei nostri amici britannici", che hanno posto "condizioni inaccettabili per tutti gli altri Paesi".
Insomma, "considerata l'assenza di unanimità tra gli stati membri dell'Ue", questi hanno deciso di adottare le nuove misure anticrisi "attraverso un trattato internazionale che deve essere firmato a marzo o prima", con l'obiettivo di "incorporare questi provvedimenti nei Trattati dell'Unione il prima possibile". E' quanto si legge nelle conclusioni della prima nottata di lavoro del vertice Ue. A partecipare saranno i 17 paesi dell''eurozona, mentre "i capi di Stato e di governo di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Svezia hanno indicato la possibilità di prendere parte a questo processo dopo aver consultato i loro Parlamenti laddove opportuno".
Accordo su nuovo patto bilancio - "Pienamente determinati a superare insieme le attuali difficoltà, abbiamo concordato oggi un nuovo 'patto di bilancio' e su un coordinamento significativamente più forte delle politiche economiche nelle aree di comune interesse". Infatti, si legge ancora, "la stabilità e l'integrità dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione europea nel suo insieme richiede la rapida e vigorosa messa in atto delle misure già concordate così come ulteriori passi avanti qualitativi verso una genuina 'unione di stabilità fiscale' nell'eurozona". Patto che "sarà firmato ai primi di marzo o anche prima e speriamo la ratifica possa avvenire entro la metà del 2012", fa sapere Van Rompuy, indicando "i due tempi del calendario" delle prossime settimane.

6 dicembre 2011

PENSIONI: FORNERO, DAL 2018 TENDERANNO A SCOMPARIRE QUELLE DI ANZIANITA'

Nel 2018, quando sara' esaurito il sistema retributivo, le pensioni di anzianita' di fatto tenderanno a scomparire. Lo ha affermato il ministro del welfare, Elsa Fornero, nell'audizione in Commissione lavoro alla Camera.
Il riferimento e' alle pensioni con 41-42 anni di contributi, poiche' il sistema delle quote (somma di eta' anagrafica e contributi) e' abolito dal 2012. Il ministro ha spiegato che con il sistema contributivo ''contera' di piu' l'eta' minima di accesso alla pensionamento'' e si potra' lasciare il lavoro con questo requisito (che sara' per tutti di 66 anni)' e con 20 anni di contributi. Ovviamente in questo caso l'assegno risultera' basso.
Per quanto riguarda la nuova normativa sul contributivo, il ministro ha precisato che i contributi versati oltre i 40 anni di anzianita' ''sono conteggiati ai fini del trattamento finale nella quota parte di pensione contributiva''.
Fino a oggi, infatti, i lavoratori che volontariamente rimanevano oltre i 40 anni di contributi, non avevano alcun beneficio in termini pensionistici.
Fornero ha poi voluto sottolineare come nella riforma, ''anziche' agire solo con l'accetta'' e inseguire quindi le esigenze finanziarie, il governo abbia fatto ''i tagli, ma anche dato un respiro di lungo termine per evitare cambiamenti continui che possono rappresentare gravi shock nei piani di vita; abbiamo dato continuita' e coerenza'' alle misure perche' negli ultimi anni le riforme sono state molte, ''stratificate nel tempo e non sempre coerenti''. Infine il ministro ha tenuto a percisare che ''la riforma delle pensioni tiene a patto che ci sia un mercato del lavoro efficiente. Questa - ha aggiunto - non e' una piccola riforma. So bene che a qualcuno si richiede di lavorare molto di piu'. Ma questa riforma punta tutto, e puo' fallire se non sara' cosi', su un mercato del lavoro che funziona bene''.
Cio' che spetta al governo, quindi, e' un lavoro ''piu' difficile'', relativo alla riforma del mercato del lavoro.
''La parte fatta, e per voi piu' indigesta, per noi - ha concluso - e' la parte piu' facile''.

Napolitano ha firmato, la manovra ora passa all'esame della Camera

Roma - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto legge con la manovra varata dal Governo Monti. Il provvedimento passa ora all'esame del Parlamento.
AUMENTO IVA - Cambia la data dell'eventuale aumento dell'Iva nella clausola di salvaguardia. I rialzi, come noto, scattano solo nel caso in cui il riordino delle detrazioni con la riforma fiscale non portino il gettito atteso. Nel testo della manovra uscito dal Cdm si legge che "a decorrere dal 1° ottobre 2012 le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento sono incrementate di 2 punti percentuali. A decorrere dal 1° gennaio 2014 le predette aliquote sono ulteriormente incrementate di 0,5 punti percentuali". Nelle precedenti bozze l'aumento sarebbe dovuto scattare prima a settembre e poi corretto a giugno.
GIOVANI E DONNE - Le imprese che assumeranno a tempo indeterminato donne e giovani under 35 potranno dedurre dall'Irap 10.600 euro per ogni lavoratore. Lo 'sconto' sale a 15.200 euro per il Sud. Il bonus Irap di 15.200 euro per l'assunzione di donne e giovani under 35 riguarda Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
IL SUPERBOLLO AUTO - "A partire dall'anno 2012 l'addizionale erariale della tassa automobilistica di cui al primo periodo e' fissata in euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centottantacinque chilowatt". Cosi' nel testo della manovra uscito dal Cdm. Il superbollo, secondo le vecchie bozze, sarebbe dovuto scattare sopra i 170 Kw mentre nella versione definitiva sale dunque a 185 Kw.
STANGATA SUGLI AEREI - Vita dura per i proprietari di aerei. La manovra economica del governo Monti istituisce infatti l'imposta erariale sugli aereomobili privati. Si va da un minimo di 1500 euro l'anno (per aereoplanini da 1000 kg) ad un massimo di 75mila 500 euro (per quelli oltre 10mila kg). Se vogliono risparmiare, gli sfortunati proprietari potranno farlo dirottando le proprie ambizioni su mezzi piu' modesti ma anche piu' economici. Per alianti e mongolfiere si paga solo 450 euro l'anno. Stretta particolarmente severa per gli elicotteri: "L'imposta dovuta e' pari al doppio di quella stabilita per i velivoli di corrispondente peso", recita il decreto-manovra.
RISORSE PER CRUSCA E LINCEI - Risorse in arrivo per l'Accademia dei Lincei e l'Accademia della Crusca: rispettivamente 1,3 milioni di euro e 700 mila. "Al fine di assicurare la continuita' e lo sviluppo delle fondamentali funzioni di promozione, coordinamento, integrazione e diffusione delle conoscenze scientifiche nelle loro piu' elevate espressioni nel quadro dell'unita' e universalita' della cultura- si legge- e' autorizzata la spesa di 1,3 milioni di euro annui, a decorrere dal 2012, quale contributo per le attivita' e il funzionamento dell'Accademia dei Lincei". Allo stesso modo: "Al fine di promuovere lo studio, la tutela e la valorizzazione della lingua italiana, e' autorizzata la spesa di 700 mila euro annui, a decorrere dal 2012, quale contributo per le attivita' e il funzionamento dell'Accademia della Crusca.
LE REGIONI CHIEDONO UN INCONTRO con il governo Monti per fare "la massima chiarezza" sul tema del trasporto pubblico locale. Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani riferisce che i governatori hanno deciso all'unanimita' di "chiedere un incontro con il governo per fare il punto sul trasporto pubblico locale. Diamo un giudizio positivo dell'incontro che abbiamo avuto domenica, ma abbiamo bisogno di chiarezza perche' i testi che circolano non sono coerenti". La questione fondamentale e' sempre quella delle risorse. I governatori chiedono la fiscalizzazione dal 2012. "Se inizia dal 2013- avverte Errani- chiediamo un finanziamento di 1 miliardo e 200 milioni aggiuntivi rispetto ai 400 milioni che sono attualmente previsti in manovra". Solo cosi' il sistema del trasporto locale puo' "reggere e garantire un livello minimo di sostenibilita' del servizio". Rispetto al capitolo sanita' l'aumento della tassa regionale, nella parte decisa a livello nazionale, "deve garantire il finanziamento del piano sanitario". Errani riferisce che l'incontro con il governo su questi temi potrebbe avvenire "la prossima settimana", il parere delle Regioni alla manovra verrebbe quindi dato in una succcessiva riunione della Conferenza Stato-Regioni. Infine e' "indispensabile attivare immediatamente la commissione Speciale sui costi delle istituzioni e per le Riforme. Il tema delle Province- conclude Errani- va messo dentro a questa discussione".