28 novembre 2012

Pil, sempre peggio: per Confindustria "un nuovo aggravamento in autunno"

L'economia italiana osservera' un nuovo aggravamento della flessione del Pil, dopo il sorprendente dato estivo: lo suggeriscono i dati quantitativi e qualitativi da settembre in poi. L'indice Ocse anticipa la fine della contrazione a partire dalla seconda meta' del 2013. I produttori di beni manufatti e di servizi continuano a dichiarare cali degli ordini, ma un primo avanzamento c'e' stato in quelli dall'estero. La disoccupazione sale". Cosi' il Centro studi di Confindustria che pubblica oggi la 'Congiuntura flash'.
Il Csc sottolinea che "il pil italiano ha registrato nel 3° trimestre 2012 il quinto calo consecutivo, ma si e' attenuato il ritmo di contrazione: -0,2% congiunturale dopo il -0,7% del 2° e il -0,8% del 1°. Si delinea un contesto molto negativo nei mesi autunnali".
Secondo il Csc "l'attivita' industriale e' diminuita dello 0,5% in novembre, dopo il -0,4% in ottobre, portando la variazione acquisita a -1,2% nel 4° trimestre; le commesse in volume sono scese dell'1,0%. Gli ordini del Pmi manifatturiero sono saliti di 1,4 punti in ottobre (a 44,4) ma segnalano diminuzione da 17 mesi; quelli esteri indicano un incremento (51,6) per la prima volta da aprile. In settembre l'anticipatore Ocse per l'Italia e' marginalmente migliorato (0,05% da 0,01%) e suggerisce che il calo del pil si puo' interrompere dopo la primavera".



Napolitano: "Basta giochetti, cambiare subito la legge elettorale"

"Continuo a ritenere essenziale nell'interesse della nostra vita democratica che quell'impegno e quelle aspettative non vengano tradite", ovvero "l'impegno assunto da tutte le forze politiche" a modificare il porcellum.
In un messaggio a Roberto Giachetti, che oggi interrompe un lungo sciopero della fame con cui chiedeva la riforma della legge elettorale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a spronare il Parlamento affinche' modifichi l'attuale legge elettorale.
"Ancora di recente ho ricordato incontrando (con il presidente del consiglio) i presidente delle Camere, come gia' a fine gennaio avessi riferito loro degli incontri da me promossi con gli esponenti dei 5 partiti rappresentati in parlamento. Incontri nel corso dei quali si erano tutti dichiarati convinti della necessita' di modificare la legge del 2005". E purtroppo, prosegue Naplitano, "da allora, a 10 mesi di distanza, non si sa se si stia avvicinando la conclusione di questo interminabile braccio di ferro, giuoco degli equivoci, ripetuto alternarsi di opposti irrigidimenti, da cui e' stato messo a grave rischio il mantenimento di un impegno assunto da tutte le forze politiche in risposta ad aspettative piu' che comprensibili diffuse tra cittadini-elettori".
Napolitano invita Giachetti a "riflettere sull'esigenza di non mettere ulteriormente a repentaglio la sua salute e la sua vita" e ribadisce: "Continuando a esercitare la mia sollecitazione istituzionale per lo stesso obiettivo per cui lei si batte, saro' lieto, appena possibile anche per lei, di incontrarla al Quirinale".



Lazio, Consiglio di Stato: entro 5 giorni indire le elezioni

Entro 5 giorni la presidente dimissionaria della Regione Lazio Renata Polverini dovra' indire le elezioni regionali. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha respinto il suo ricorso in appello confermando la sentenza del Tar.
I giudici della V sezione presieduti da Stefano Baccarini hanno cosi' confermato la sentenza con la quale il 12 novembre scorso il Tar le impose di indire entro cinque giorni le elezioni, indicando il ministro dell'Interno di provvedervi in caso d'inadempimento. Il 16 novembre il presidente della V sezione del Consiglio di Stato, Baccarini, con decreto monocratico, sospese la sentenza del Tar almeno fino all'udienza di discussione di oggi del ricorso in sede collegiale.
Nel respingere il ricorso in Appello proposto dalla presidente Polverini in merito al voto nel Lazio, il Consiglio di Stato ha deciso di confermare la sentenza del Tar ''nella parte in cui - si legge nella sentenza - si e' accertato l'obbligo del presidente dimissionario della Regione Lazio di provvedere all'immediata indizione delle elezioni in modo da assicurare lo svolgimento entro il piu' breve termine tecnicamente compatibile con gli adempimenti procedimentali previsti dalla normativa vigente in materia di operazioni elettorali''. La legge elettorale regionale indica l'obbligo di indire le elezioni nei 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio regionale

Basta a figli e figliastri, Camera approva nuova legge

I figli nati dal matrimonio, oggi circa 120mila all'anno, sono in tutto e per tutto equiparati con quelli naturali e quelli adottati. E' quanto prevede la proposta di legge definitivamente approvata dall'Aula della Camera con 366 voti a favore, 31 contrari e 58 astensioni. Il testo e' passato malgrado la contrarieta' dell'Udc condivisa anche da diversi deputati del Pdl, sulla norma che estende la possibilita' del riconoscimento anche ai figli nati da un incesto, di cui i centristi avevano chiesto, senza risultato, lo stralcio. La norma, inserita al Senato, e' rimasta anche per evitare di far tornare il testo al Senato con il rischio di non farlo definitivamente approvare prima della fine della legislatura. La tesi dei deputati dell'Udc, che hanno visto bocciare a scrutinio segreto un loro emendamento soppressivo, era che non si può dare piena facoltà di riconoscimento del figlio nato da incesto.
Bene se a chiedere il riconoscimento è il figlio, ma questa facoltà non può essere data al genitore 'stupratore', sarebbe un riconoscimento indiretto dello stupro, un alleggerimento della posizione di chi ha esercitato violenza. ''Si sdogana l'incesto'', sostiene Paola Binetti. Ma alla fine e' prevalsa la tesi opposta, difesa dalla relatrice Alessandra Mussolini: ''come si può impedire ad una madre stuprata di riconoscere il proprio figlio?''. Il testo piace agli ex ministri per le Pari opportunita' dei governi Berlusconi e Prodi. Di ''grande prova di civilta''' parla Mara Carfagna, mentre per Livia Turco ''il Parlamento ha votato una legge di umanita' e civilta'''; l'''unico atto per il quale sara' ricordata questa legislatura'', dice la radicale Donatella Poretti. ''Ora tutti i bambini saranno uguali'', sottolinea Benedetto Della Vedova di Fli, mentre Anita Di Giuseppe dell'Idv definisce il testo ''Un passo fondamentale per l'Italia''

Primarie, Bersani: ''Vincerò io'' Renzi: ''Attento alle sorpresine...''

"Un centesimo su Renzi vincitore? "No. Penso di vincere io, francamente", dice secco Pier Luigi Bersani. ''Attento alle sorpresine.. Quando un favorito prende la partita sotto gamba, quelle sono le partite che si vincono più volentieri'', lo mette in guardia Matteo Renzi dal salotto di 'Porta a Porta'. Botta e risposta a parte, si sposta sulle regole la battaglia tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi in vista del ballottaggio di domenica. Per recuperare i nove punti di distacco con il segretario, il sindaco di Firenze punta ad ampliare la partecipazione e per farlo chiede di non mettere troppi paletti a chi non ha votato al primo turno ma vuole farlo domenica. Niente giustificazioni, dunque, e iscrizioni aperte non solo giovedì e venerdì ma fino a domenica. Da Bersani, però, arriva un altolà. ''Sulle regole non tratto, le primarie non sono un porto di mare'', dice il segretario del Pd, in videochat con il 'Corriere della Sera'.
"La giustificazione non la deve dare cittadino che vuole votare ma quei politici che sono lì da venti anni e non hanno cambiato le cose", dice Renzi intervenendo a 'La Telefonata'. Bisogna anche allungare i termini per le nuove registrazioni: "C'è una finestra giovedì e venedì, noi speriamo di arrivare fino a domenica. In Francia, per le primarie tra Hollande e la Aubry tra il primo e il secondo turno sono aumentate le registrazioni e i voti. E' normale, la gente vuole partecipare".  Poi insiste nella richiesta di pubblicare on line i verbali delle primarie, visto che nei risultati di domenica scorsa ci sono "alcune piccole incongruenze". "A Stumpo dico che se vuole lo compro io uno scanner per mettere on line i verbali, per 9mila verbali bastano tre ore. Ce la fa anche Stumpo".
Non si fa attendere la replica del Garante, Luigi Berlinguer che sottolinea come le regole siano state approvate all'unanimita', rappresentanti di Matteo Renzi compresi, il 15 ottobre scorso e non si cambiano in corsa. ''Una volta iniziata la partita le regole non si possono cambiare tra il primo e il secondo tempo - mette in chiaro il presidente del collegio dei Garanti delle primarie - Questo non è un principio derogabile, e' l'architrave della certezza del diritto''. Berlinguer rende onore allo ''straordinario lavoro dei centomila volontari'' che insieme alla ''chiarezza delle nostre regole ha consentito lo svolgimento regolare delle operazioni di voto e di scrutinio di fronte all'affluenza di oltre 3.100.000 votanti, come testimoniano i verbali approvati all'unanimita' in ogni parte d'Italia. Verbali che il Collegio dei Garanti mettera' a disposizione di tutti i cittadini con la pubblicazione on line sul sito www. primarie italiabenecomune.it''.
Forte della posizione del Garante, nette le parole di Bersani che chiude alla possibilità di cambiamenti per chi vorrà registrasi al secondo turno. "Ci sono delle regole che abbiamo approvato, il regolamento è stato votato da tutti all'unanimità. Non si cambiano le regole in corsa. Non intendo trattare un cambiamento delle regole con Renzi o altri''. Il segretario definisce una ''stupidaggine'' l'idea che se tanta gente va a votare rischia la sconfitta. ''Io ho preso tanti voti nelle grandi citta' dove non contano gli apparati. Le primarie sono aperte ma non un porto di mare dove ognuno viene quando vuole".
No anche ad un altro confronto tv con Renzi, dopo quello su Rai1 di domani sera. ''La Tv è importante ma non è mica tutto. Non rinuncio a un incontro su una sitazione difficile per una ospitata Tv. Dobbiamo darci una misura''.
Non ci sta poi Bersani a essere dipinto come ''uno che non sa cambiare''. ''Portate fatti, prove. Questo non l'accetto. Non mi offendo se Renzi mi da' del catenacciaro, ma io ho fatto la cancellazione del piccolo commercio da mattina a sera. Posso fare il centrocampista ma se mi mettono sull'ala corro. Questa idea che non sarei quello del cambiamento mi suona falsa, dove sono stato ho sempre cambiato. Magari non l'ho detto ma l'ho sempre fatto".
In vista del ballottaggio il segretario punta sull'appoggio del Governatore Vendola. "Stiamo vedendo di fare una iniziativa assieme, penso sia disponibile anche lui, una cosa nel Mezzogiorno, forse a Napoli". Mentre per il dopo chiude a Di Pietro: "Idv ha fatto una scelta chiara, politica, legittima. Un ritorno dell'alleanza con Idv mi pare molto improbabile".

27 novembre 2012

Natale 2012 sotto il segno dell'austerity, niente regali per il 13,7% degli italiani

A un mese dalle festività Natalizie, prevale tra le famiglie italiane un sentiment di "preoccupazione". Quasi sette italiani su dieci, infatti, ritengono che il Natale 2012 risentirà fortemente della grave crisi economica in atto. A questo clima di scarsa fiducia, si associa l'aumento della percentuale di coloro che non faranno gli acquisti per i regali, passando dall'11,8% del 2011 al 13,7% del 2012, anche se resta comunque molto elevata, 86,3%, la quota di chi, invece, i regali continuerà a farli. Questi i primi risultati di un'indagine sulle intenzioni di acquisto e il sentiment degli italiani a un mese dal Natale 2012 realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche.
Stando all'indagine di Confcommercio, inoltre, se per la metà degli italiani i regali di Natale rappresentano una spesa piacevole da affrontare, diminuisce la percentuale di chi considera questo tipo di acquisti una spesa di cui farebbe volentieri a meno (dal 42,5% al 31,2%), come a dire che aumentano coloro che cercano di compensare un minore investimento economico con un maggiore investimento emotivo, di autogratificazione.
Rispetto all'anno scorso, rileva Confcommercio, si registra in particolare l'aumento del canale Internet (+15,0%) per l'acquisto dei regali, diminuisce invece la propensione all'utilizzo de outlet (-13,9%).
Infine, sono sempre i familiari più stretti i principali destinatari dei regali (per il 50,2%), mentre al secondo posto, prima di parenti, amici e colleghi di lavoro, il 41,4% ha dichiarato che il regalo lo farà a se stesso.

 

Crisi, Inps: potere acquisto famiglie -5,2% Gli assegni sociali salvano i redditi

 Il potere d'acquisto delle famiglie, durante la crisi, si e' ridotto del 5,2%. La contrazione e' stata dell'1,4% nel 2008, del 2,5% nel 2009, dello 0,4% nel 2010 e dello 0,9% lo scorso anno. E' quanto emerge dalle tabelle contenute nel bilancio sociale dell'Inps. Secondo i dati dell'Istituto, elaborati dall'Adnkronos, i redditi lordi primari del 2007 sono rimasti invariati rispetto al 2011 (rispettivamente 1.163 miliardi di euro e 1.165 miliardi di euro); il reddito complessivo dimostra invece un incremento del 3,3%, grazie alle prestazioni sociali.
I redditi familiari ammontano, complessivamente, a 1.529 miliardi e si dividono in: redditi primari (1.165 miliardi), che si sommano a 219 miliardi di prestazioni sociali distribuite all'Inps (pensioni, trattamenti temporanei e altro), 119 miliardi di altre prestazioni sociali erogate da altri soggetti e 26 miliardi di altri trasferimenti vari. Una volta detratti contribuenti e imposte la somma effettivamente a disposizione delle famiglie e' scesa a 1.053 miliardi.
I redditi primari sono quindi passati dal 78,5% del totale nel 2007 al 76,2% del 2011, mentre le prestazioni sociali sono passate dal 21,5% al 23,8%. La situazione delle famiglie, quindi, avrebbe potuto essere ''ben piu' grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali'', osserva l'Inps.
Il reddito delle famiglie consumatrici, senza considerare l'effetto dell'inflazione, dal 2008 al 2011 e' aumentato di 5 miliardi di euro (+0,4%); il potere d'acquisto si e' pero' ridotto di 38,6 miliardi (-3,7%). Il reddito primario lordo disponibile in tre anni e' sceso di 23 miliardi, mentre in termini di potere d'acquisto si registra un crollo di 70,5 miliardi (-6,7%). Secondo le stime dell'Inps le prestazioni sociali hanno consentito di recuperare il 20% della caduta del reddito primario delle famiglie.
Il pagamento dell'assegno al nucleo familiare, secondo le stime dell'Istituto, nel 2011 spetta a circa 1,4 milioni di pensioni previdenziali, per un importo complessivo annuo di 785 milioni di euro. Piu' di un assegno su due va ai trattamenti di vecchiaia (57%), che vengono riscosse soprattutto dagli uomini (76%). Oltre la meta' degli assegni (53%) e' erogata al Sud e Isole, il 30,2% al nord e il 17% al centro.

I consumatori hanno perso la fiducia: dati Istat mai così male dal 1996

In novembre l'indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 diminuisce da 86,2 a 84,8. E' il livello più basso dal 1996, anno di inizio rilevamenti. Diminuiscono sia la componente riferita al clima economico generale (da 71,5 a 69,4 l'indice), sia quella personale (da 91,0 a 90,9). Lo comunica l'Istat. Aumenta l'indicatore del clima corrente (da 91,9 a 92,3) mentre quello riferito alla situazione futura e' in diminuzione (da 78,2 a 75,2).
Migliorano i giudizi sulla situazione economica dell'Italia (da -136 a -133 il saldo), mentre le aspettative future peggiorano (da -59 a -64). Le attese sulla disoccupazione sono in aumento (da 108 a 114 il saldo). Le opinioni e le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano (da -71 a -75 e da -33 a -35 i rispettivi saldi). Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare diminuisce (da -24 a -25), mentre, sia le opportunita' attuali di risparmio che le possibilita' future registrano un miglioramento (da 135 a 143 e da -95 a -94 i rispettivi saldi). I giudizi sull'opportunita' all'acquisto di beni durevoli risultano stabili (-111 il relativo saldo). A livello territoriale il clima di fiducia aumenta lievemente nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel resto del Paese.



L'orgoglio di Draghi: "L'intervento della Bce ha evitato il disastro"

La Bce "ha reagito in modo proattivo" alla crisi e con il programma di acquisto di titoli sovrani ha evitato "scenari disastrosi". Lo dice il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando a Francoforte al 'Frankfurt European Banking Congress'. "Siamo riusciti a calmare le tensioni, abbiamo evitato una stretta creditizia che altrimenti avrebbe avuto gravi conseguenze per l'economia della zona euro, l'occupazione e la stabilita' dei prezzi", dice nel suo discorso. "Questo e' stato il motivo per il quale la Bce ha deciso che l'azione era essenziale" e che serviva "una protezione credibile contro scenari disastrosi". Questo ha portato l'annuncio di operazioni monetarie Omt, il piano d'acquisto dei bond per abbassare gli spread. In questo senso, continua Draghi, la Bce "ha mostrato determinazione e lungimiranza nell'affrontare le sfide nell'ambito del mandato della situazione economica e finanziaria, in modo da contribuire alla stabilita' dell'economia dell'area dell'euro nel suo insieme".
C'e' un cauto "ritorno di fiducia nelle prospettive dell'area euro. I governi della zona euro devono continuare a portare avanti le riforme strutturali a livello nazionale". Il ritorno della fiducia, spiega Mario Draghi, "e' giustificata, ma si basa su tre cose: In primo luogo, dato che il ritorno della fiducia era legato in parte all'annuncio dell'Omt (il piano d'acquisto dei bond, ndr), vorrei rassicurare i mercati finanziari che siamo pronti ad attuare questo programma, come e quando richiesto". In secondo luogo, "i governi dell'area dell'euro devono continuare a perseguire le riforme strutturali a livello nazionale. Questo e' essenziale per recuperare competitivita'" e per "gettare le basi per una crescita sostenibile ed equilibrata in futuro". In terzo luogo, a livello europeo, insiste il presidente della Bce, "i leader devono seguire con determinazione il loro impegno a fare le riforme istituzionali necessarie per completare l'unione economica e monetaria". Questo e' cio' che serve per "ripristinare completamente la stabilita' nel nostro continente".

Monti: ''Contro l'evasione fiscale è guerra. Elezioni? Dibattito non sia solo sui leader''

Con il contrasto all'evasione fiscale voluto dal governo Monti ''siamo andati ai margini dell'infrazione della privacy, ma a livello fiscale siamo in uno stato di guerra ed è impossibile una pace tra cittadini e Stato se non viene ruvidamente contrastato il fenomeno dell'evasione''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo a Milano agli Stati generali della Cida.
Nel negoziato fra Italia e Svizzera sui patrimoni esportati oltre confine ''ci poniamo dei paletti'', perché non ci siano o siano molto limitate forme di condono'', ha poi chiarito spiegando: ''Anche noi siamo stati tentati di fare condoni in un campo o nell'altro e avremmo avuto anche più attenuanti morali e civili rispetto a governi che non avevano l'urgenza'' di intervenire per risanare le finanze pubbliche.
A proposito della crisi greca, in apertura del suo intervento, Monti ha riferito di avere avuto una conversazione telefonica ''con il cancelliere Merkel in vista dell'incontro dell'Eurogruppo sul caso Grecia'', in cui i ministri delle Finanze della zona Euro dovranno stabilire se il debito di Atene è sostenibile. Una decisione che aprirà la strada al via libera alla nuova tranche di aiuti alla Grecia.
L'Italia ''sta contribuendo alla soluzione di crisi finanziaria altrui senza essere al centro delle preoccupazioni del mondo come lo era qualche tempo fa''. Cosi' il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel suo intervento agli Stati generali della Cida a Milano. ''La discontinuita' causata dalla crisi -ha aggiunto- e' talmente profonda che serve uno sforzo collettivo per ripartire''. Poi, parlando del prossimo esecutivo, il premier ha sottolineato: ''Mi auguro che chi governerà l'Italia in futuro sappia esercitare una forza convincente in Europa che deriva dal modo in cui si adempie in casa propria alle regole europee''. ''Non esiste uno sviluppo delli''Italia fuori dall'Europa'', ha aggiunto Monti.
Il presidente del Consiglio ha espresso l'augurio che ''le prossime elezioni siano l'occasione per un dibattito a fondo e comprensibile non solo sulle leadership, che hanno un che di competitivo e sportivo''. Per Monti ''questa è la crosta del problema'', ma quello ''che conta veramente è cosa si farà con il potere grande che il Parlamento e il governo hanno. Spero - ha ribadito - che questo emerga sempre di più nel dibattito''.
Monti ha poi sottolineato che con le prossime elezioni politiche ''come cittadini affronteremo tutti un momento importante per la definizione del futuro dell'Italia nei prossimi 5 anni''.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che quello ''che è più rilevante è che si sarebbe potuto fare di più, ma non si potrà fare di più in futuro, soprattutto se verrà meno la spinta dell'emergenza, che è sgradevole ma che spinge ad agire, se non cambierà la cultura economica e politica del Paese''.
Nel suo intervento, Monti ha detto che rispetto alle proposte del suo governo ''il Parlamento in diversi punti ha portato dei miglioramenti, ma c'è stato un carico pesante di resistenze a livello individuale e di gruppi''.
Il premier infine ha scherzato sulla fragilità del suo esecutivo al momento della nascita. ''All'inizio - ha dichiarato - era temerario pensare che il governo potesse durare 15 mesi'' e che ''l'oggetto elettrico più menzionato era quello della spina elettrica''. Ma, ha aggiunto il premier, ''a volte le spine sono dure da inserire e da togliere''.