
13 maggio 2012
Sacconi, potenziare vocazione all'internazionalizzazione

10 maggio 2012
Lavoro, salario base per co.co.pro e assegno di disoccupazione
Salario di base per i cocopro e assegno di disoccupazione. Le proposte di modifica sono contenute nel pacchetto di 16 emenadmenti presentati dai relatori al ddl lavoro, Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Udc). Il compenso dei lavoratori a progetto, si legge nell'emendamento, ''deve essere adeguato alla quantita' e qualita' del lavoro eseguito e non puo' comunque essere inferiore, in proporzioni di durata del contratto, all'importo annuale determinato periodicamente con decreto del ministero del Lavoro''. Come riferimento vengono assunti da un lato gli emolumenti minimi del lavoro autonomo e dall'altro nel settore privato, lo stipendio sara' frutto della media dei due risultati.
Per quanto riguarda l'assegno di disoccupazione i relatori spiegano che per un disoccupato che ha lavorato per 6-12 mesi l'una tantum dovrebbe aggirarsi intorno ai 6.000 euro nell'anno successivo. La misura sara' sperimentale, per il prossimo triennio. Il totale delle risorse per i cocopro, con i nuovi interventi dei relatori, dovrebbero superare i 100 milioni di euro complessivi.
''Ai cocopro che hanno visto aumentare il carico retributivo di sei punti -spiega Treu- non solo garantiamo il salario di base, per cui non ci perdano, ma e' prevista anche qualcosa se perdono lavoro. Il nostro obiettivo era arrivare subito alla mini Aspi'' dice Il relatore ''ma al momento non e' possibile e quindi ci saranno due fasi: nella prima si rafforza molto l'attuale 'una tantum', per la disoccupazione.
Con il vecchio sistema, dice Treu, ''si prevede poco ed era molto difficile'' accedere all'assegno. Con la nuova norma ''se uno lavora da sei mesi a un anno dovrebbe prendere 6.000 euro''. Alla fine dei tre anni, di sperimentazione, ''si fara' una verifica e prospettiamo la trasformazione della una tantum in mini Aspi''.
Arriva inoltre il tetto che mette al sicuro dalle false partite iva: il limite minimo viene fissato a 18.000 euro di reddito lordo annuo. ''Abbiamo lievemente emendato le misure e le caratteristiche degli indici di rischio previsti'', spiega Castro. Nella formulazione prevista dal ddl, ricorda il relatore, si prevede che le partite iva vengono considerate collaborazioni coordinate e continuative nei casi in cui sussistano sue dei tre seguenti presupposti: collaborazione con durata superiore ai sei mesi nell'arco di un anno, corrispettivo derivante dalla collaborazione superiore al 75% del reddito totale annuo, postazione di lavoro presso la sede del committente. Con la proposta di modifica si passa a otto mesi e 80%.
Inoltre, spiega il relatore, ''nel caso in cui vi sia un percorso formativo o professionale significativo, in presenza di un reddito complessivo da lavoro autonomo annuo lordo non inferiore a 18.000 euro, vengono escluse tutte le presunzioni''.
Fra le novità del ddl lavoro, tornano i voucher per le imprese commerciali e gli studi professionali. L'emendamento presentato, che ''ripristina'' la possibilita' cancellata con il disegno di legge, ''rappresenta il frutto di un'intesa raggiunta tra i partiti della maggioranza e governo, si tratta di emendamenti che non sono frutto della sola intesa politica tra partiti ma anche da parte del governo''.
Per quanto riguarda i voucher in agricoltura, invece, ''abbiamo ribadito la piena agibilita' ma precisando che non si puo' fare ricorso allo strumento nel caso in cui il titolare sia gia' un lavoratore iscritto nei relativi elenchi''. Novita' anche per il lavoro stagionale, ''con l'estensione dell'area di esonero dal contributo Aspi dell'1,4% ai lavoratori stagionali identificati come tali dalla contrattazione collettiva'' dice Castro.
E per il lavoro intermittente (call on job), ''si potra' sempre procedere all'assunzione tramite chiamata per gli under 25 e per gli over 55. ''Abbiamo inoltre previsto che la chiamata si realizzi anche tramite un sms; nel caso di prestazioni integrate fino a 30 giorni basta un solo sms per tutto il ciclo''. Le sanzioni per l'omissione della relativa comunicazione viene ridotta, passa da 1.000/6.000 attuali a 400/2.400.
Il viceministro del Lavoro, Michel Martone, assicura infine che i bonus di produttivita' saranno presto sbloccati e annuncia un emendamento che sara' presentato dal governo al ddl lavoro. Il confronto con il relatori, sottolinea Martone, ''e' stato proficuo. E' stato fatto un discorso importante, anche sulla contrattazione di secondo livello e incentivi a produttivita. Da questo punto di vista la posizione e' di ampio respiro, soprattutto in questo momento di crisi economica. Si tratta di una misura che rappresenta uno sforzo molto importante per gli incentivare il merito''.
8 maggio 2012
Boom di 'grillini' e Orlando, Verona a Tosi Napolitano: 'Riflettere sulla governabilita'
Verona alla Lega, con la riconferma del sindaco uscente Flavio Tosi. La Spezia con Massimo Federici, Pistoia dove è stato eletto sindaco Samuele Bertinelli e Brindisi con Cosimo Consales al centrosinistra. Il centrodestra si riconferma a Lecce, con il sindaco Paolo Perrone e a Gorizia dove è riconfermato il sindaco uscente Ettore Romoli.
Questo il quadro del primo turno delle comunali nei comuni capoluogo. Stamane è stato bloccato lo scrutinio per le elezioni a Catanzaro, dove sarà l'Ufficio centrale elettorale del Tribunale a risolvere le contestazioni che sono state sollevate in due sezioni.
"Dalle elezioni - ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commentando con i giornalisti le elezioni comunali di ieri - escono "motivi di riflessione per le forze politiche e per i cittadini sul rapporto con la politica e sui problemi di governabilità oggi a livello locale". Sul "boom di Grillo", Napolitano replica: "Di boom ricordo solo quello degli anni Sessanta in Italia; altri boom non ne vedo".
I risultati finora vedono in vantaggio il candidato sindaco del centrodestra, Sergio Abramo, ma ovviamente i dati non sono ancora ufficiali. Al ballottaggio vanno 19 capoluoghi: Genova, Palermo, Parma, Monza, Cuneo, Piacenza, L'Aquila, Frosinone, Agrigento, Trapani, Trani, Isernia, Rieti, Lucca, Asti, Alessandria, Como, Belluno e Taranto. L'analisi del voto vede la crisi del Pdl e della Lega e il boom dei 'grillini' del Movimento Cinque Stelle che vanno addirittura al ballottaggio a Parma. A Palermo torna in grande stile Leoluca Orlando, vicino al 48%.
Al secondo turno se la vedrà con il Pd Fabrizio Ferrandelli che però ha raccolto solo il 17%. A Genova il 20 e 21 maggio il candidato del centrosinistra, Marco Doria, che ha ottenuto il 48,3% dei consensi, troverà al ballottaggio il candidato del Terzo Polo Enrico Musso, che ha ottenuto il 15%. Ma la vera sorpresa del voto genovese è il risultato del candidato del Movimento 5 Stelle, Paolo Putti, che ha ottenuto il 13,9%, superando il candidato sostenuto dal Pdl Pierluigi Vinai, fermo al 12,7%. Il Pd si conferma con il 24% primo partito della città, anche se in calo. Il movimento dei 'grillini' è il secondo partito. Infine a Parma, la città delle proteste che hanno costretto alle dimissioni l'ex sindaco Pietro Vignali, travolto dai guai giudiziari della sua Giunta e dal debito record di oltre 600 milioni di euro, il Movimento 5 Stelle sfiora il 20% con Federico Pizzarotti. Sarà lui, bancario alla prima esperienza elettorale in città, l'avversario al ballottaggio del 'collaudato' Vincenzo Bernazzoli (39,2%), l'attuale presidente della Provincia sostenuto dal centrosinistra
Crisi: Idv, unica soluzione per sopravvivenza Paese e' riduzione tasse
''I dati diffusi oggi dal gruppo Cerved, sul numero sempre piu' alto di fallimenti, registrano un vero e proprio allarme nel mondo dell'impresa italiana''.
E' quanto dice in una nota Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell'Italia dei Valori.
''E' evidente - aggiunge Borghesi - che le misure del governo Monti non sono sufficienti ad arginare la crisi ed anzi alcune di esse hanno disastrosamente aggravato la situazione delle imprese. Non si contano le proposte che Italia dei Valori ha presentato allo scopo di agevolare l'attivita' delle imprese, nel tentativo di sbloccare l'attivita' produttiva del Paese. E' ora che il governo si decida a considerarle perche' uno sgravio fiscale per le imprese rappresenta la ''conditio sine qua non' per la sopravvivenza del settore e, dunque, del Paese''
Amministrative: Di Biagio (Fli), vince sfiducia, partiti sono zavorre
''Lo scenario desolante che emerge dai voti delle amministrative mette in luce il fatto che l'unica vittoria e' quella della sfiducia italiana, ringalluzzita da una frenesia antipolitica senza precedenti, dove i partiti diventano una zavorra''. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, deputato Fli.
''L'antipolitica si trasforma in antipartitismo, - spiega - dove i programmi e le progettualita' dei singoli sono viste piu' come vincoli che opportunita' e questo approccio e' tipico del voto di protesta. L'estrema frammentazione e la dispersione di voti, alcuni catalizzati dall'antipolitica urlata, hanno determinato lo sfascio ma attraverso queste ceneri e' possibile scrutare il futuro della politica italiana''.
Di Biagio conclude: ''Di certo il futuro del Paese non sara' vincolato al partitismo della seconda repubblica ma indirizzato alla primazia di una compagine unica di moderati e riformisti di buon senso, gli unici in grado di riprendere con forza le redini del Paese''.
Comunali:Pd,in testa nei capoluoghi
Pd ''e' avanti nella stragrande maggioranza dei Comuni capoluogo e con piu' di 15.000 abitanti e in alcuni casi si puo' vincere al primo turno''. E' la prima valutazione che il responsabile Enti locali del Pd Davide Zoggia da' in base ai risultati a disposizione del Partito Democratico.
'E' un voto a meta' strada tra la disgregazione greca e la speranza francese. Il centrosinistra emerge come unico polo politico di governo, quasi ovunque''. Lo dice in un'intervista a La7 Massimo D'Alema.
Il Pd ora secondo il presidente del Copasir si ''trovera' a essere l'unico partito nazionale, con responsabilita' di governo molto accresciute e in una situazione molto difficile''
7 maggio 2012
Amministrative, affluenza in calo Si vota in quasi mille comuni
Italia al voto per eleggere i sindaci e rinnovare i Consigli comunali di oltre 800 municipi, fra cui quelli di Palermo e Genova, le uniche città coinvolte nella tornata elettorale a superare il mezzo milione di abitanti.Le urne hanno riaperto questa mattina alle ore 7 (dopo aver chiuso ieri sera alle 22) e rimarranno aperte fino alle ore 15. Le operazioni di scrutinio avranno inizio subito dopo la chiusura della votazione e l'accertamento del numero dei votanti. In caso di ballottaggi, si voterà domenica 20 maggio, sempre dalle ore 8 alle ore 22, e lunedì 21 dalle ore 7 alle ore 15.
AFFLUENZA IN CALO. Alle 22 di ieri aveva votatoil 49.98% degli aventi diritto in calo rispetto al 54,8% della tornata precedente. A rendere noti i dati il ministero dell'Interno.
Nelle regioni a statuto ordinario sono 768 i Comuni interessati, di cui 22 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Monza, Belluno, Verona, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L'Aquila, Isernia, Brindisi, Lecce, Taranto, Trani e Catanzaro, cui vanno aggiunti, per la regione a statuto speciale della Sicilia, quelli di Palermo, Trapani e Agrigento, nonché Gorizia per il Friuli-Venezia Giulia.
In totale, dunque, i capoluoghi di provincia chiamati al voto sono 26.
I dati definitivi sul corpo elettorale sono riferiti al 15° giorno antecedente la data delle votazioni. Le elezioni nei 769 Comuni di Regioni a statuto ordinario interesseranno 7.198.326 elettori, di cui 3.464.185 maschi e 3.734.141 femmine, mentre saranno complessivamente 8.645 le sezioni elettorali
6 maggio 2012
Previdenza: le Casse di nuove generazione davanti alla riforma welfare
Affrontare il nodo delle pensioni agendo sui punti critici della previdenza ''a contributivo'', proprio mettendo a frutto l'esperienza di 15 anni di gestione. Questa la sfida che presenteranno i cinque presidenti degli Enti di previdenza dei professionisti di nuova generazione, giovedi 10 maggio alle 15:50, all'interno della Giornata nazionale organizzata a Milano a Piazza Affari.
Sergio Nunziante (Cassa Biologi), Mario Schiavon (Cassa Infermieri), Florio Bendinelli (Cassa Periti industriali), Arcangelo Pirrello (Cassa Pluricategoriale) e Angelo Arcicasa (Cassa Psicologi) mettono sul piatto della bilancia le proposte per riequilibrare la previdenza privata nata con il metodo contributivo: dalla pensione di base al miglioramento del tenore di vita nella terza eta' con una assistenza specialistica mirata; dalla gestione intelligente dei servizi alle politiche di sostegno della professione, perche' solo laddove c'e' reddito, c'e' anche spazio per un vero risparmio pensionistico.
A confrontarsi con le cinque Casse di nuove generazione Tiziano Treu (Pd), vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale al Senato, e Antonino Lo Presti (Fli), vicepresidente della Commissione bicamerale e portabandiera della miniriforma della previdenza privata per li¦aumento della adeguatezza delle pensioni.
Sergio Nunziante (Cassa Biologi), Mario Schiavon (Cassa Infermieri), Florio Bendinelli (Cassa Periti industriali), Arcangelo Pirrello (Cassa Pluricategoriale) e Angelo Arcicasa (Cassa Psicologi) mettono sul piatto della bilancia le proposte per riequilibrare la previdenza privata nata con il metodo contributivo: dalla pensione di base al miglioramento del tenore di vita nella terza eta' con una assistenza specialistica mirata; dalla gestione intelligente dei servizi alle politiche di sostegno della professione, perche' solo laddove c'e' reddito, c'e' anche spazio per un vero risparmio pensionistico.
A confrontarsi con le cinque Casse di nuove generazione Tiziano Treu (Pd), vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale al Senato, e Antonino Lo Presti (Fli), vicepresidente della Commissione bicamerale e portabandiera della miniriforma della previdenza privata per li¦aumento della adeguatezza delle pensioni.
Trionfo di Hollande, Sarkozy ko La Francia svolta a sinistra
Francois Hollande è il nuovo presidente francese. Con le urne chiuse alle 18, tranne che nelle grandi città, i primi dati non definitivi, ma su cui ormai nessuno ha più dubbi rivelano che al ballottaggio il socialista è riuscito a tenere dietro Nicolas Sarkozy. Per il socialista le proiezioni della prima ora danno la vittoria con il 52-53,3% di preferenze. Stesso verdetto dai primi exit poll delle 20 che parlano di percentuali intorno al 52%. Un dato che non lascia aperta la porta a rimonte per Sarkò. Che ha già annullato la festa con i suoi sostenitori prevista a Place de la Concorde ed ha annunciato che lascerà la guida dell'Ump: "Torno ad essere un francese fra i francesi, sono l'unico responsabile di questa sconfitta", ha detto l'ormai ex presidente salutando i suoi sostenitori nella sala della Mutualité a Parigi Tornando ai dati tutti i grandi istituti di sondaggio citati dai media belgi e svizzeri il candidato socialista Hollande sarebbe in testa con una percentuale di preferenze compresa tra il 52,5 ed il 53% dei voti.
Circa 46 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne in Francia dove le operazioni di voto sono iniziate questa mattina alle 8. Alle 17 ha votato il 71,96 per cento degli aventi diritto. La percentuale è più alta rispetto al primo turno, più bassa rispetto al 2007.
Sarkozy ha votato verso le 11.30 in un liceo del XVI arrondissement a Parigi. Al suo arrivo, accompagnato dalla moglie Carla Bruni, il presidente uscente è stato accolto calorosamente da una folla che lo ha applaudito. Più mattiniero Hollande che ha espresso il suo voto circa un'ora prima a Tulle, in Corrèze, accompagnato dalla compagna Valerie Trierweiler e accolto da un bagno di folla.
Il primo esponente politico di spicco a votare è stato tuttavia Francois Bayrou. Ha già votato anche l'ex candidato del Front de Gauche Jean-Luc Mèlenchon che ha confermato il suo sostegno ad Hollande: "Conoscete la regola? Al primo turno si sceglie, al secondo turno si elimina, sono andato ad eliminare!", ha detto ai giornalisti all'uscita dal seggio a Parigi.
Marine Le Pen, candidata del Front National, ha votato nel Pas-de-Calais ribadendo la sua scelta: "Avevo detto chiaramente che avrei votato scheda bianca, non ho l'abitudine di cambiare parere".
Bernadette Chirac ha votato per sé e per il marito Jacques Chirac a Sarran, in Corrèze. La ex 'première dame', strenua sostenitrice di Nicolas Sarkozy, ha espresso l'auspicio di vederlo "rieletto fin da stasera". "Oggi è il suo giorno. Vincerà", ha dichiarato. Più volte negli ultimi mesi era emersa l'intenzione di Jacques Chirac di appoggiare Francois Hollande.
I francesi dei territori d'Oltremare hanno votato ieri scegliendo come nuovo presidente François Hollande che risulta in testa. Secondo l'emittente belga RTBF Hollande avrebbe ottenuto il 65% a Saint-Pierre e Miquelon; 68,5 in Martinique, il 72% in Guadeloupe, il 62% nella Guyana francese e il 51 a Saint-Martin. Il quotidiano belga 'Le Soir' titola 'Hollande dato per vincitore in Martinique e Guadeloupe'.
La campagna è stata seguita anche all'estero con attenzione per l'impatto che l'esito del voto avrà all'interno dell'Unione Europea.
Circa 46 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne in Francia dove le operazioni di voto sono iniziate questa mattina alle 8. Alle 17 ha votato il 71,96 per cento degli aventi diritto. La percentuale è più alta rispetto al primo turno, più bassa rispetto al 2007.
Sarkozy ha votato verso le 11.30 in un liceo del XVI arrondissement a Parigi. Al suo arrivo, accompagnato dalla moglie Carla Bruni, il presidente uscente è stato accolto calorosamente da una folla che lo ha applaudito. Più mattiniero Hollande che ha espresso il suo voto circa un'ora prima a Tulle, in Corrèze, accompagnato dalla compagna Valerie Trierweiler e accolto da un bagno di folla.
Il primo esponente politico di spicco a votare è stato tuttavia Francois Bayrou. Ha già votato anche l'ex candidato del Front de Gauche Jean-Luc Mèlenchon che ha confermato il suo sostegno ad Hollande: "Conoscete la regola? Al primo turno si sceglie, al secondo turno si elimina, sono andato ad eliminare!", ha detto ai giornalisti all'uscita dal seggio a Parigi.
Marine Le Pen, candidata del Front National, ha votato nel Pas-de-Calais ribadendo la sua scelta: "Avevo detto chiaramente che avrei votato scheda bianca, non ho l'abitudine di cambiare parere".
Bernadette Chirac ha votato per sé e per il marito Jacques Chirac a Sarran, in Corrèze. La ex 'première dame', strenua sostenitrice di Nicolas Sarkozy, ha espresso l'auspicio di vederlo "rieletto fin da stasera". "Oggi è il suo giorno. Vincerà", ha dichiarato. Più volte negli ultimi mesi era emersa l'intenzione di Jacques Chirac di appoggiare Francois Hollande.
I francesi dei territori d'Oltremare hanno votato ieri scegliendo come nuovo presidente François Hollande che risulta in testa. Secondo l'emittente belga RTBF Hollande avrebbe ottenuto il 65% a Saint-Pierre e Miquelon; 68,5 in Martinique, il 72% in Guadeloupe, il 62% nella Guyana francese e il 51 a Saint-Martin. Il quotidiano belga 'Le Soir' titola 'Hollande dato per vincitore in Martinique e Guadeloupe'.
La campagna è stata seguita anche all'estero con attenzione per l'impatto che l'esito del voto avrà all'interno dell'Unione Europea.
Casini chiede un chiarimento a Pd e Pdl Replica Bersani: "Noi non tramiamo"
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini chiedera' un incontro a Bersani e a Berlusconi per capire se intendono sostenere il governo Monti dopo le recenti affermazioni sulle scelte di politica fiscale. "Io mi rendo conto di essere in minoranza, ma ormai e' il mio destino: ero in minoranza con Prodi, ero in minoranza con Berlusconi e restero' in minoranza anche adesso ma io le promesse e la demagogia fiscale ritengo che siano un tumore per il Paese". Di qui l'annuncio di un prossimo incontro con i leader del Pd e del Pdl. "Finiamo la campagna elettorale, poi parliamo seriamente di tutto -ha aggiunto Casini, a margine del congresso delle Acli- chiedero' un appuntamento a Bersani e a Berlusconi per sapere se vogliono sostenere il governo e se vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare un modo per distinguersi". "Io credo che bisogna continuare a rafforzare lo sforzo di Monti, che naturalmente sa bene come tutti noi che c'e' una pressione fiscale eccessiva, forse insostenibile, ma che questo avviene a causa dei tanti che non pagano le tasse", ha spiegato Casini. "Se ci fosse meno evasione ci sarebbe una pressione fiscale piu' compatibile per tutti -ha proseguito- per cui la prima cosa e' la lotta all'evasione fiscale, la seconda e' che se dalla lotta all'evasione si fara' un extra gettito, se la ripresa dell'economia funzionera', ci sara' un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma oggi non e' il momento delle promesse demagogiche con le quali questo paese e' arrivato dove e', cioe' vicino alla Grecia non solo geograficamente". Quanto al duro attacco che arriva dalal Lega, Casini è netto. "Cosa vuole che dica della Lega? Me la ricordo venti anni fa con il cappio, adesso e' finita con Belsito".
A stretto giro arriva la replica di Pier Luigi Bersani che smentisce le indiscrezioni secondo cui il Pd sarebbe pronto ad andare ad elezioni anticipate. Il segretario del Pd avverte che certe intenzioni non vanno attribuite ai democratici e conferma che l'orizzonte resta quello della scadenza naturale della legislatura nel 2013. "Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi -sottolinea Bersani- non partecipiamo. Noi siamo gente che non trama alle spalle. Per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca".
Nel Pdl invece i malumori restano più evidenti. Tanto che il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto avverte: "Per salvare il salvabile e anche per dare alcune risposte ad una societa' italiana che mai come oggi e'disperata, il segretario Alfano, con grande spirito costruttivo, ha avanzato una serie di proposte sull'Imu, sulla compensabilita', sulle riforme. Finite le elezioni amministrative, bisognera' riflettere in modo serio per senso di responsabilita'".
A stretto giro arriva la replica di Pier Luigi Bersani che smentisce le indiscrezioni secondo cui il Pd sarebbe pronto ad andare ad elezioni anticipate. Il segretario del Pd avverte che certe intenzioni non vanno attribuite ai democratici e conferma che l'orizzonte resta quello della scadenza naturale della legislatura nel 2013. "Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi -sottolinea Bersani- non partecipiamo. Noi siamo gente che non trama alle spalle. Per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca".
Nel Pdl invece i malumori restano più evidenti. Tanto che il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto avverte: "Per salvare il salvabile e anche per dare alcune risposte ad una societa' italiana che mai come oggi e'disperata, il segretario Alfano, con grande spirito costruttivo, ha avanzato una serie di proposte sull'Imu, sulla compensabilita', sulle riforme. Finite le elezioni amministrative, bisognera' riflettere in modo serio per senso di responsabilita'".
Iscriviti a:
Post (Atom)