1 ottobre 2009

In Italia il web stenta a decollare

Su Internet naviga solo un italiano su due. Milano (Adnkronos) - Quasi un italiano su due non usa la rete, mentre uno su quattro usa la tecnologia solo per svago o per gioco.

Questi i dati più significativi dell'ultima indagine Nielsen ''Separati in casa: gli italiani tra cultura e tecnologie'', elaborata per l'Osservatorio permanente sui contenuti digitali. La ricerca evidenzia che cresce in modo esponenziale tra il 2007 ed il 2009 l'utilizzo di internet: oggi infatti oltre 28 milioni di italiani si collegano alla rete (e sono 5 milioni in più di due anni fa). Sono tanti, ma non ancora abbastanza se si considera che nel 2009 quasi metà della popolazione italiana con più di 14 anni (il 45% per la precisione) ancora non usa internet. Chi vi accede lo fa sempre più in modo superficiale e fine a se stesso (è il 27% della popolazione di internet), nonostante l'offerta ricca ed articolata di contenuti culturali e di intrattenimento. I giovani, in particolare, sono sempre più orientati in questa direzione. L'Osservatorio, creato nel 2007, da Aidro, Aie, Anica, Fimi, Pmi, Univideo, le principali associazioni che operano nella produzione e gestione dei contenuti, e Cinecittà Luce, in collaborazione con la società Nielsen, fotografa in modo trasversale i diversi modi in cui il pubblico accede ai contenuti digitali attraverso le tecnologie. La ricerca 2009, dal titolo ''Separati in casa: gli italiani tra cultura e tecnologie'', mette in evidenza il crescente divario esistente nel paese e nelle dinamiche di fruizione delle famiglie italiane delle tecnologie digitali e dei contenuti, attraverso uno studio qualitativo etnografico e quantitativo su un campione di 8.500 individui rappresentativo della popolazione italiana.

29 settembre 2009

Berlusconi: "Tv, stampa e politica, tutti farabutti". Ma è flop ascolti da Vespa

ROMA - Tre ore nel salotto di Bruno Vespa, a lanciare bordate sulla libertà di stampa e non solo. Silvio Berlusconi (accusa) a tutto campo, in tre ore di Porta a porta ne ha un po' per tutti. E giusto per chiudere le polemiche sulla cancellazione di Ballarò (e di Matrix) per non nuocere agli ascolti di RaiUno, il presidente del Consiglio rilancia: "Ero nettamente contrario allo spostamento in prima serata della trasmissione.

Come proprietario del Milan, avrei grandemente voluto assistere alla partita di stasera di Champions League. Ma ho accettato l'invito". Peccato che alla fine l'audience si riveli un flop: "L'onore e il rispetto", fiction in onda ieri sera su Canale 5 proprio al posto di Matrix, ha quasi doppiato Vespa con il 22.61% di share e 5.750.000 di spettatori contro il 13.47% e 3.219.000 spettatori di RaiUno. Più o meno gli stessi numeri dell'L'ispettore Coliandro, su RaiDue.FARABUTTI - Il "sacrificio" serve al premier per affrontare in nodi più spinosi degli ultimi giorni, e aggiungerci un altro po' di spine: "Siamo circondati - dice - da farabutti in tivù, stampa e politica. La Rai è l'unica rete pubblica che parla male del governo con i soldi dei contribuenti". Repubblica? "E' un giornale retto da un editore svizzero, con un direttore dichiaratamente evasore fiscale. E' delinquenziale parlare di attentato alla libertà di stampa. Denunciare quella testata era il minimo che potessi fare".FINI? NO PROBLEM - Non si nega, Berlusconi, il punto sulla situazione all'interno del Pdl: "Con Fini non ci sono problemi da parte mia. Ci sono due concezioni diverse in campo. Io vedo i partiti come movimenti che devono organizzarsi nei momenti elettorali. Per Fini e i professionisti della politica, e io non sono tra questi, il partito deve discutere le decisioni che devono essere prese dal governo". Il problema allora sono gli ex alleati dell'Udc: "Mi parrebbe logico e conseguente che si alleasse con noi, mentre fa calcoli di convenienza con la sinistra nelle regioni rosse solo per avere assessori e fette di potere".MEGLIO DI DE GASPERI - "Il mio esecutivo è meglio quello di De Gasperi. Lui fu il padre della patria, ma il mio esecutivo è il migliore. Quelli dell'opposizione sono e saranno sempre dei vecchi comunisti. D'Alema è un vetero comunista che sta lì a fare il comunista da 40 anni. Le accuse che rivolge al governo sono espressioni da puro stalinista. Serve un cambiamento generazionale. Io sono il più giovane: non è l'età che fa l'innovazione. E' il cervello"..

La dedica di Miss Italia “al mio papà emigrante”

(Nove Colonne ATG) Roma - Miss Italia 2009 è Maria Perrusi. È stata eletta a Salsomaggiore Terme, nella diretta su Raiuno condotta da Milly Carlucci: 5.251.731 gli spettatori della finale, con uno share del 28,13%. Incoronata dalla campionessa di nuoto Federica Pellegrini, Maria ha compiuto 18 anni domenica scorsa: è stata festeggiata con un'enorme torta anche dalle altre ragazze finaliste, in una pausa delle prove delle serate tv .

Maria è la prima miss eletta esclusivamente attraverso il televoto: per lei 55.272 voti contro i 25.681 della seconda classificata, la campana Mirella Sessa, nata a Caserta anche lei il 13 settembre, ma nel 1986. Terza classificata, Letizia Bacchiet, nata a Feltri, classe 1991. A Salsomaggiore, Maria è arrivata come Miss Calabria e alle finali ha vinto anche la fascia di Miss Sasch Modella Domani. Nata a Cosenza il 13 settembre 1991, vive nella frazione San Biase del comune di Fiumefreddo Bruzio, in provincia di Cosenza con la famiglia. Occhi verdi, capelli castani chiari, segno della Vergine, ascendente Leone, Maria è alta m. 1,82. Deve frequentare l'ultimo anno dell'Istituto di Ragioneria ("ogni mattina mi sveglio alle 5.30 per prendere il pullman che mi porta a scuola"). La mamma, Lina, è casalinga, il papà, Francesco, è operaio ed è per la figlia Maria un esempio da seguire: "Mio padre - racconta al premio - ha vissuto 25 anni in Svizzera per lavorare e poter mantenere la nostra famiglia. Ci raggiungeva in Calabria una volta al mese. Per me questa lontananza è stata difficile da sostenere". La Regione Calabria non aveva una miss dal 1997, anno dell'elezione di Claudia Trieste. Le altre nella storia del Concorso: nel 1955 Brunella Tocci e nel 1968 Graziella Chiappalone. Motivi di imbarazzo durante la sua adolescenza sono stati l'altezza e la fisicità: "Sono altissima, bionda scura, con gli occhi verdi: non rappresento certo la tipica bellezza mediterranea e, in un paese di tre mila abitanti, non è facile passare inosservata". Maria ha due fratelli: Giuseppe, 24 anni e Davide, 21, molto gelosi di lei. La sua iscrizione a Miss Italia? È opera di un professore, insegnante di costruzioni all'istituto per geometri, che l'ha conosciuta in una giornata di supplenza nella sua classe. Il suo sogno è diventare una modella. Il commento di Guillermo Mariotto, nel dopo miss: "L'unica cosa che ti posso offrire è insegnarti a sfilare e invitarti a farlo per la casa Gattinoni". La giornalista Alessandra Comazzi: "è un Bronzo di Riace al femminile"..

23 settembre 2009

Roma, ultimo saluto ai parà uccisi

Roma, 21 set. (Adnkronos/Ign) - La mano del piccolo Martin, sette anni, che si alza improvvisamente dal banco riservato in chiesa ai familiari delle vittime dell'attentato di Kabul per avvicinarsi al feretro del padre, il capitano Antonio Fortunato, e accarezzarne la foto posta dinanzi alla bara. Come anche il saluto militare tra le lacrime con il basco amaranto sul capo. Sono forse queste le immagini più commoventi che hanno segnato la giornata dei funerali solenni dei sei parà uccisi in Afghanistan, celebrati oggi nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Martin che dà l'ultimo saluto al padre, come ieri il piccolo Simone all'arrivo dell'aereo che riportava in Italia la salma del papà.



Un grido, 'Folgore, Folgore', ha accompagnato i feretri dei sei parà all'uscita della chiesa. 'Viva i nostri eroi' ha gridato la folla tra gli applausi. Al termine delle esequie la pattuglia acrobatica delle frecce Tricolori ha sorvolato la basilica. Poi, per Antonio Fortunato, Roberto Valente, Matteo Mureddu, Giandomenico Pistonami, Massimiliano Randino e Davide Ricchiuto, l'ultimo viaggio verso le rispettive città di appartenenza.

Decine le bandiere tricolori sui balconi di via Ostiense, nel tratto che dalla Piramide Cestia conduce alla basilica di San Paolo fuori le Mura. I cittadini romani hanno così voluto manifestare la loro vicinanza e solidarietà alle Forze armate colpite da un così grave lutto. Alle finestre anche qualche bandiera della pace cui sono stati sovrapposti altri piccoli tricolori. A dare il segno tangibile della partecipazione delle istituzioni anche i tanti tricolori posti sui lampioni e sugli arredi urbani nell'area intorno alla basilica.

Un lungo applauso della folla ha accolto l'arrivo in chiesa dei familiari dei militari uccisi. Persone di tutte le età, in tanti con in mano una bandiera tricolore. Famiglie con bambini al seguito, ex parà, singoli cittadini sono accorsi in migliaia per assistere ai funerali. Tra loro anche tanti giovani. I sei parà avevano dai 26 ai 37 anni. Più di 3.000 le bandiere tricolori distribuite dalle squadre del comune di Roma. Tra i cartelli e gli striscioni tenuti in alto dai gruppi di persone alcuni che recitavano: 'Gli angeli degli eroi vi sorridono mentre vi fanno la scorta d'onore fino alla luce di Dio in paradiso. Viva l'Italia'. E ancora: 'Onore e gloria ai nostri soldati caduti'.

Tra gli applausi e le urla della gente che gridava 'Viva la Folgore', le bare dei sei caduti di Kabul, avvolte nel Tricolore, hanno fatto ingresso nella basilica, gremita di persone. E tra gli applausi si è svolta la lenta processione dei sei feretri attraverso la navata centrale. Fuori, nel piazzale antistante, un silenzio surreale e assordante.

Fra le corone di fiori, anche quella inviata dai familiari della strage di Nassiriya. Tanti i fiori e le corone, da parte delle istituzioni, appoggiati sul piazzale davanti a San Paolo.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è inchinato al passaggio di ognuna delle sei bare, mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è unito all'applauso di tutti i presenti nel momento dell'ingresso dei feretri portati a spalla dai 'baschi amaranto'. In prima fila anche il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini, visibilmente commosso.

Del mondo politico erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri Ignazio La Russa, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli, Umberto Bossi, Franco Frattini, Altero Matteoli, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Giorgia Meloni, Angelino Alfano, Raffaele Fitto, Andrea Ronchi, Michela Vittoria Brambilla, l'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il segretario del Pd Dario Franceschini, Massimo D'Alema, Francesco Rutelli, Piero Fassino, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il capo dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso.

Da una voce tra la folla, all'uscita delle bare dalla chiesa, si è levato un altro grido: ''Quanti morti ancora?''. E c'è pure chi ha chiesto: "Rimandateli a casa".

Antonio Fortunato, "è morto per portare un aiuto a quella gente, per dare una mano" dicono i commilitoni ricordando il capitano ucciso. "Conosciamo i rischi cui andiamo incontro, sappiamo di non andare a fare una gita. Ero amico di Antonio Fortunato, prestavo servizio nella sua stessa compagnia - dice il tenente Stefano Cozzella, del 186° reggimento - lui ora è morto e io mi sento un po' in colpa. Sono sicuro che i commilitoni che si trovano in missione saranno ora ancor più motivati per portare avanti il loro compito".

IL PAPA BENEDETTO XVI
''Profondamente addolorato per il tragico attentato'' a Kabul si è detto papa Benedetto XVI, esprimendo ''sentite condoglianze'' ai familiari delle vittime ''come pure all'intera nazione italiana'' per questo gravissimo lutto in un telegramma inviato dal segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio Bertone in occasione delle esequie solenni. Il Pontefice si è unito ''spiritualmente alla celebrazione'' ed ha invocato ''l'intercessione di Maria Santissima Regina Pacis affinché Dio sostenga quanti si impegnano ogni giorno a costruire nel mondo solidarietà, riconciliazione e pace''. Nel messaggio del Papa un ''particolare pensiero'' è stato rivolto ai militari feriti..

17 settembre 2009

Buenos Aires le celebrazioni per il 20º anniversario del CAVA

BUENOS AIRES\ aise\ - Il Comitato delle Associazioni Venete dell’Argentina (CAVA) continua a svolgere il suo programma di celebrazioni con quello spirito federalista che lo ha portato a organizzare varie riunioni, presso diverse associazioni venete dell’Argentina, in modo da consentire una più ampia partecipazione alle celebrazioni.

Così, dopo le riunioni organizzate a Río Cuarto e a Marcos Juárez, sabato 22 agosto è stata la volta di Buenos Aires, nella tradizionale e accogliente sede del Circolo Ricreativo La Trevisana.
Una cena con due spettacoli, alla quale hanno preso parte i presidenti della Feditalia e della Fediba, Luigi Pallaro e Pina Mainieri, Irma Rizzuti in rappresentanza del Governo della Città di Buenos Aires ed esponenti del mondo associativo italiano in Argentina, delle associazioni venete e rappresentanti di organi ufficiali. Presente inoltre l’ex presidente del Cava e attuale deputato italiano Ricardo Merlo, seduto al tavolo d’onore con i presidenti Mariano Gazzola e Luigi Pallaro.
La serata è stata preceduta da un applaudito spettacolo teatrale su testi di Alberto Moravia, curato da Edgardo Marchiori, giovane artista figlio di veneti, che ha recitato in italiano.
Quindi è stata servita la cena, che, come al solito, è stata preparata dalle bravissime signore de La Trevisana, raccogliendo il plauso dei commensali.
Maestro di cerimonie è stata Karin Orlandi, segretaria dei Vicentini nel Mondo di Buenos Aires e della Feditalia, la quale ad un certo punto ha invitato il presidente Gazzola, il sen. Pallaro e l’on. Merlo a rivolgere un saluto ai presenti.
Il presidente Gazzola ha ricordato brevemente la storia del Cava, l’importanza data alla partecipazione dei giovani e la decisione di portare le celebrazioni in varie sedi in tutta l’Argentina per consentire una maggiore partecipazione. Celebrazioni che si concluderanno il 12 settembre a Rosario con un convegno e una grande cena, alla presenza dell’assessore ai flussi migratori del Veneto, Oscar De Bona. Inoltre ha ricordato i corsi di post laurea per i giovani laureati di origine veneta, presso le università di Treviso e di Verona.
Pallaro si è detto felice di essere presente alla celebrazione del Cava, ricordando la predica constante della Feditalia per promuovere la partecipazione dei giovani. Al riguardo ha ricordato i 17 congressi organizzati dalla Confederazione, congratulandosi con il Cava per la numerosa presenza di dirigenti delle nuove generazioni nel direttivo. Pallaro ha ricordato poi alcuni avvenimenti che hanno visto protagonisti i veneti dell’Argentina e i rapporti con la Regione, come nel caso della visita del presidente della Regione, Giancarlo Galan, nel 2001, quando donò una colonna col Leone di San Marco, poi posta nell’elegante zona di Puerto Madero. Quindi ha consegnato alcune copie del libro sulla storia della presenza italiana in Argentina di Fernando Devoto, edita dalla Camera di Commercio Italiana in Argentina.
Da parte sua l’on. Merlo ha ricordato che da piccolo veniva portato dai suoi genitori ne La Trevisana e da allora è legato alla comunità veneta. Merlo ha reso omaggio alla memoria di Alcide Vettore, promotore della nascita del Cava, del quale lo stesso Merlo è stato presidente, prima di Gazzola. Ha sottolineato il lavoro fatto con la federazione, compreso il progetto Ava che ha assicurato a suo tempo l’assistenza sanitaria a tanti anziani veneti emigrati in Argentina, col finanziamento della Regione. Una iniziativa sulla quale il sen. Pallaro è stato a suo tempo ampiamente consultato, quando si è deciso di affidare l’assistenza sanitaria degli anziani italiani indigenti, ad un operatore privato, come è stato poi il caso del contratto con la Swiss Medical.In chiusura è stato presentato lo spettacolo "Camba Tango". Una serata di emozioni, di buon clima e di attese di nuovi traguardi del Cava per il futuro. (aise) .

Situazione attuale dei connazionali.

Il presidente del Comites di Moron informa le autorità associative della circoscrizione sulla situazione attuale dei connazionali. (Grtv) Vanno avanti le visite di Francesco Rotundo, presidente del Comites di Morón, presso le vari istituzioni, operanti nella circoscrizione, per informarle e fornire dati precisi sulle problematiche e sulle condizioni attuali dei connazionali.

Rotundo ha partecipato alla riunione della società Italiana Nazionale “Stella Alpina” di San Justo, dove si è affrontata anche la necessità di aggiungere altre attività sportive ed educative da offrire ai soci, oltre che aggiornare i membri della Commissione sulla situazione Consolare di Morón e dei connazionali residenti, con particolare attenzione a quelli più bisognosi, colpiti dalla crisi economica. Tra le richieste avanzate dal Comites, anche quella inviata all’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires in cui si propone che i traduttori certifichino le loro firme nei Consolati e Agenzie Consolari delle Circoscrizioni di appartenenza. Questo per evitare di legalizzare gli atti argentini del “Collegio de traductores”, pratica alquanto costosa e difficile da sostenere specie in questo momento di crisi. Tematiche esposte anche nella riunione di commissione direttiva dell’Associazione Buccinese di Ciudad Madero, al quale Rotundo ha partecipato lo scorso 29 agosto. Il Presidente ha visitato insieme a Jorge Otranto, vicepresidente del Club Sportivo Italiano, la scuola Bilingue Ugo Foscolo di Ituzaingo, dove si è complimentato per il lo straordinario lavoro che ha come scopo quello di trasmettere la lingua italiana, la cultura e i sentimenti di italianità. Con l’occasione è stata consegnato alla scuola un set completo di vestiti della squadra di calcio dello Sportivo Italiano, approdata nella prestigiosa categoria B Nazionale.


Grtv Redazione.

14 settembre 2009

Stampa, Berlusconi: "Oggi sui giornali tutto il contrario della realtà, povera Italia"

Roma,(Adnkronos/Ign) - "Credo che possiate leggere sui giornali di oggi tutto il contrario della realtà. Abbeveratevi della disinformazione di cui siete protagonisti". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, all'uscita dal comando operativo interforze, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dimissioni del direttore di 'Avvenire' Dino Boffo.

Il premier, visibilmente contrariato, ha concluso: "Povera Italia, con un sistema informativo come questo...".Immediata la replica di Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera. "Per una volta Berlusconi ha ragione - ha dichiarato l'esponente di Italia dei Valori - Fa bene a dire 'povera Italia' visto che in nessun altro Paese democratico il presidente del Consiglio controlla l'informazione come nel nostro. Il monopolio dei mezzi di comunicazione nelle mani di una sola persona impedisce all'Italia di essere una democrazia compiuta''.A intervenire in giornata è stato poi anche Dario Franceschini. Secondo il segretario del Pd, "Berlusconi ha in mente un modello di stampa libera in cui il massimo che si può fare è passare dall'adorazione all'adulazione". "Berlusconi continuerà ad avere delle sorprese - aggiunge - perché la democrazia italiana ha degli anticorpi robusti e profondi. Quando qualcuno pensa di sottrarre spazi di libertà gli italiani reagiscono al di là del colore politico che hanno"."Franceschini parla di libertà di stampa con una grande riserva mentale - ribatte il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino - perché in realtà è lui a volere una stampa asservita all'antiberlusconismo. La libertà di stampa è nel dna del centrodestra e se presto ci saranno delle sorprese riguarderanno lo stesso Franceschini al congresso del Pd". Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, definisce quelle del presidente del Consiglio contro i giornalisti ''affermazioni al limite del ridicolo, che però in queste ore suonano tragiche intimidatorie e mettono paura". "Dopo quello che è avvenuto in queste ore, dopo le azioni contro 'Repubblica' e 'l'Unità', dopo le "procurate" dimissioni di Dino Boffo da direttore dell'Avvenire - rimarca Finocchiaro - in un Paese in cui lui controlla quotidiani, decide le nomine dei direttori dei Tg Rai e possiede Mediaset, sentirlo accusare il sistema dell'informazione di rovesciare la realtà fa davvero molto effetto". "La sua sfrontatezza - conclude - è pari ormai solo alla sua arroganza".Alla Finocchiaro risponde per il Pdl Gianpiero Cantoni. "Arroganza, sfrontatezza? Ma di cosa parla? Non è certo quella di Silvio Berlusconi. E' la sinistra che si mostra sfrontata: dov'è l'arroganza a rivolgersi ai giudici per avere giustizia delle offese subite? O forse, la Finocchiaro, da ex magistrato, sa che i suoi giornali 'amici' hanno superato il segno e alza la voce per coprirli?" attacca Cantoni.La Fnsi però non ci sta e rimarca come non passi giorno ''senza che il presidente del Consiglio distilli la sua dose di disprezzo contro l'informazione: l'uomo politico che ha sui media una presa mai nemmeno sfiorata prima da nessun altro uomo politico ha il coraggio di lamentarsi di un sistema che è sfigurato dal suo conflitto di interessi". Per il sindacato unitario dei giornalisti "il presidente del Consiglio manifesta una profonda allergia per la funzione stessa dell'informazione, appena essa sia esercitata in maniera non servile''.Intanto, mentre il leader del Carroccio Umberto Bossi (che ieri ha incontrato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco) ha voluto chiarire che "i rapporti della Lega Nord con la Chiesa sono buoni" sul tema dell'informazione oggi è intervenuto anche il presidente del Senato, Renato Schifani, che esprime "solidarietà umana'' a Boffo e dà ragione a Fini ''quando parla di imbarbarimento, questa fase deve essere superata". Stiamo vivendo "una tensione senza precedenti nel mondo dell'informazione che è contiguo alla politica" dice Schifani. Rispetto a prima dell'estate "il clima si è ulteriormente esasperato - spiega la seconda carica dello Stato - e da questo deriva una mia fortissima preoccupazione" per cui "è obbligatorio uscire da questo clima di cannibalizzazione. E questo lo dico nell'interesse della collettività"..

È online il sito dei democratici nel mondo per Franceschini www.noipd.com


ROMA\ aise\ - È online il sito dei democratici nel mondo per Franceschini www.NoiPD.com, che sostiene anche su Internet la candidatura dell'attuale segretario del Pd alle primarie del 27 settembre.

"Noi PD sta per Noi Preferiamo Dario", si legge in una nota dei "Democratici nel mondo per Franceschini". "Il nostro non è solo un sito", spiegano, "ma un insieme integrato di strumenti online. Esiste la community su facebook dei sostenitori di Franceschini nel mondo ed esiste il canale youtube noipreferiamodario". Quanto al nuovo sito dei sostenitori all’estero di Dario Franceschini, esso "è un segnale importante di attenzione verso gli "italiani nel mondo, ma che sono per noi un pezzo del Paese"".
Emigrazione storica, nuova emigrazione giovanile. Operai e ricercatori. Pensionati e professionisti. Giovani in mobilità. Anziani e giovani, uomini e donne. Storie di sofferenza e sacrificio, storie di eccellenza e successo. "Vogliamo un PD che sappia raccontarle e rappresentarle tutte", dicono dalla redazione. Per i democratici nel mondo che sostengono la candidatura di Franceschini gli italiani all’estero sono infatti "un patrimonio, un valore aggiunto prezioso, dal punto di vista economico, sociale e civile".
"Noi italiani nel mondo", dicono i promotori del sito NoiPD, "siamo legati profondamente all’Italia non solo per l’amore che sentiamo verso il nostro Paese, ma anche per il contributo che possiamo offrire alla rinascita, morale ed economica dell’Italia".
"Noi preferiamo Dario, quindi, perché", sipegano, "siamo convinti che con lui alla guida il Pd saprà valorizzare pienamente il ruolo delle comunità italiane nel mondo, coinvolgendole strategicamente nel progetto di cambiamento dell’Italia".
NoiPD.com vuole essere lo spazio aperto a disposizione di tutti i sostenitori di Dario Franceschini nel mondo. "Vogliamo che sia un luogo interattivo", continuano dalla redazione, "che parta dalla rete ma che possibilmente arrivi nei territori. Un luogo di interazione tra noi sostenitori e i nostri leader innanzitutto". Ma anche il luogo di interazione "tra" i sostenitori, "per dialogare, per costruire proposte, per costruire iniziative comuni, per contribuire a costruire il "movimento" dei sostenitori nel mondo di Dario Franceschini, quelli che, come dice lo slogan coniato dai promotori di www.NoiPD.com, rappresentano la voglia di cambiare l’Italia" (aise) .

28 agosto 2009

Allarme smog. Legambiente: "In 28 città si respira polvere sottile"

Inquinata soprattutto al nord, prima nella 'lista nera' Novara. Ciafani: "Può danneggiare la salute degli esseri umani con gravi conseguenze sull’apparato respiratorio e polmonare. Bisogna intervenire su mobilità".

ROMA (RED SOCIALE) - "In un mese raddoppia il numero dei capoluoghi italiani che superano i limiti consentiti di polveri sottili in atmosfera". Lo denuncia 'Ozono ti tengo d’occhio', la campagna di Legambiente e http://www.lamiaaria.it/ per monitorare l’inquinamento in città, che lancia l'"allarme ozono" nelle città italiane. Dal 2010, per la protezione della salute umana, non si dovrà superare per più di 25 volte in un anno il limite di 120 microgrammi di polveri sottili per metro cubo. Le 'prove generali' già vedono l'Italia lontana dagli obiettivi da raggiungere: a oggi ben 28 italiane hanno superato la quota, e di queste 8 (Novara, Lecco, Mantova, Alessandria, Ferrara, Bergamo, Brescia e Matera) hanno superato i 50 sforamenti. Inoltre altri 4 capoluoghi (Roma, Aosta, Pordenone e Rieti), sono prossimi all'ingresso della lista delle città dall'aria più irrespirabile. Prima nella 'lista nera' Novara, con 67 giorni di ozono off-limits (erano 45 il 15 luglio), seguita da Lecco (62), Mantova (60), Alessandria e Ferrara (57), Bergamo (55), Brescia (53), Matera (51), Varese e Vercelli (49). Una 'top ten' che evidenzia come il problema smog riguardi principalmente il nord Italia, che forse paga in termini di qualità dell'aria una maggiore industrializzazione. Delle 28 città italiane off-limits ben 24 sono del nord, dislocate tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, e Liguria. Legambiente mette quindi in correlazione inquinamento e caldo: l’ozono prodotto dalle emissioni dei veicoli a motore, dai processi di combustione e dai solventi chimici, in presenza di un forte irraggiamento solare, avverte, "può danneggiare la salute degli esseri umani con gravi conseguenze sull’apparato respiratorio e polmonare". Per questo, ricorda l'associazione del cigno, dal 2010 dovrà essere "adeguatamente monitorato" dalle amministrazioni locali che sono obbligate ad avvisare la popolazione quando il livello di concentrazione supera anche solo i limiti della cosiddetta 'soglia di informazione' (la media di un’ora superiore a 180 microgrammi/metro cubo misurata per tre ore consecutive), un fenomeno che avviene per lo più in estate quando le temperature innescano una serie di reazioni chimiche responsabili della formazione del gas. “Nelle nostre caotiche città, l’emergenza caldo dei mesi estivi, si trascina inevitabilmente dietro l’emergenza ozono", avverte Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, secondo cui "il problema dello smog è ormai divenuto cronico e i dati che raccogliamo lo confermano costantemente". Quindi, aggiunge l'ambientalista, "è indispensabile intraprendere in modo urgente azioni strutturali sulla mobilità urbana, penalizzando anche economicamente il traffico privato e promuovendo modalità sostenibili di trasporto di persone e merci". Solo così, conclude Ciafani, "si potrà davvero combattere l’inquinamento atmosferico, liberare i polmoni dei cittadini e le strade delle città”..

27 agosto 2009

Marino Santa Maria - arte pubblica ed interventi urbani


“L’arte modifica l’umore, c’è una necessità della gente di avere colore in città”. BUENOS AIRES – Se cerchiamo una definizione di arte d’indole più “pura”, possiamo definirla come una manifestazione della razza umana capace di esprimere e/o generare un sentimento in una terza persona usando risorse sonore, visive o plastiche.


Questa definizione è quella che più si adatta alla totalità dell’opera del maestro Marino Santa María. I murales che lui realizza sono il fedele riflesso dei sentimenti, di una ricerca di comunicazione ed espressione collettiva, che con il suo divenire dialettico conforma un’opera viva, un flusso di sentimenti e sentire che confluiscono al centro dell’anima umana.
E’ così che ogni persona che abbia il privilegio di essere davanti ad un’opera di questo geniale artista sicuramente sentirà qualcosa e non resterà mai vuoto e se si lascia avvolgere in questo gioco dialettico potrà andare ancor più a fondo nella parte più nobile della natura umana. L’arte smette qui di essere unidimensionale, come ha bene affermato Herbert Marcuse, nell’opera di Marino Santa María l’arte, o meglio detto, LA SUA ARTE smette di essere una rarità o un prodotto di consumo di massa senza contenuto per trasformarsi in un’espressione della collettività, riflettendo tutte le dimensioni del sociale.
Vediamo-sentiamo questa preziosa caratteristica nello spirito urbano che attraversa in maniera trasversale tutta la sua opera. Senza dubbio, Marino Santa María è un artista urbano che possiede una gran sensibilità ed una capacità tecnica invidiabile e se ci lasciamo trasportare dalla sua opera ci sentiremo identificati con la città, con il mondo urbano. Tuttavia, che tipo di mondo urbano ci rappresenta Marino? Sicuramente non è la città caotica, alienante, unidimensionale che subiamo quotidianamente, ma invece il suo è un sguardo nuovo, o per essere più esatti, un ritrovo con la vera essenza della nostra vita urbana. La realtà non è tutto ciò che si vede ogni giorno, la realtà qui è ritrovarsi con la natura innocente della nostra vita collettiva. E’ qui dove smettiamo di essere quell’homo duplex che ha caratterizzato con tutte le sue lettere Charles Baudelaire, per trasportarci all’innocenza del nostro vero essere.
Secondo le sue proprie dichiarazioni in un’intervista esclusiva al programma radio Italia Eterna, condotto da José Conde e Graciela Laino, in onda su Radio Argentina AM 570 ogni domenica dalle ore 12 alle 14, “l’arte urbana modifica l’umore della gente, dando colore alla quotidianità ed aumentando così il potenziale creativo, animando le persone a trovare ed avere la loro propria estetica”. “L’arte pubblica smette di essere qualcosa di intimo, ma invece costituisce un vero contributo sociale, modifica il livello di vita, trasforma il paesaggio, l’interesse per il luogo”, ha sentenziato l’artista.
Questa trasformazione della quotidianità è rimasta plasmata nei due murales dell’Ospedale Italiano, più precisamente nel Primo Piano Sottoterra dove funziona l’Ospedale Diurno della suddetta entità. L’estetica dell’opera, secondo le sue dichiarazioni, consiste nel vedere la salute e l’ospedale come il luogo dei sani.
Tuttavia se si vuole apprezzare la vera natura della sua arte, è imprescindibile conoscere l’opera del Progetto d’Arte Pubblica della Calle Lanín. Questo è un progetto che consta di 38 facciate realizzate con colore e mosaico veneziano, un’opera astratta che si è convertita in una vera icona di Barracas. Altro punto importante è la Calle Zelaya, all’Abasto dove ci sono i volti di Carlos Gardel, che prossimamente saranno recuperati in mosaico veneziano. Il concetto generale dell’opera è quello di trasformare lo spazio in un ambito di colore, dove i passanti che la percorrono si vedranno coinvolti arrivando a far parte della stessa.
Diceva José Ingenieros che per uscire dalla mediocrità, da quell’ontologia dell’essere che è propria degli uomini mediocri c’è bisogno dell’ispirazione e della ricerca delle nostre vere radici per iniziare un processo di cambiamento.
E’ in concordanza con quest’idea che: incitare, trasformare, coinvolgersi e ritrovarsi con la vera identità sono i principi estetici che propone l’arte di Marino Santa María. Un artista che ha il dono e la capacità di poter vedere ciò che il senso comune della gente non vede. Sembra una cosa ovvia, ma non è così, risulta difficile trovare in questa società liquida opere genuine e che con la loro onestà ci incitino a sentire, a vivere l’arte ed essere parte dell’opera, in sintesi: TRASCENDERE COME PERSONE.
Prof. dott. Leonardo Olivieri

Dati Personali
Marino Santa María è nato a Buenos Aires nel 1949, nel quartiere di Barracas ed è di origini napoletane. Ha svolto i suoi studi presso le scuole d’arte Manuel Belgrano e Prilidiano Pueyrredón, conseguendo i titoli di Maestro Nazionale di Attività Plastiche e Professore Nazionale di Pittura rispettivamente. Ha realizzato numerose mostre individuali e collettive in Argentina ed all’estero, ottenendo importanti distinzioni. Tra il 1992 ed il 1998 è stato Rettore della Scuola Nazionale delle Belle Arti “Prilidiano Pueyrredon” e dal 2005 è direttore dell’Atelier Integrale d’Arte Pubblica di Ituzaingó.
Da visitare, oltre alla Calle Lanín, c’è il museo.
MUSEO: risignifica il muro di mattoni albergando quest’intervento artistico che si compone di opere digitalizzate di artisti argentini contemporanei, che presenta contenute in cornici dorate con ornamenti. Le immagini scelte per il suo intervento urbano appartengono agli artisti: Carlos Alonso, Diana Ares, Miguel Bengochea, Carlos Cañás, Nicola Costantino, Juan Doffo, Ana Eckell, León Ferrari, Carlos Gorriarena, Nora Iniesta, Guillermo Kuitca, Andrés Labaké, Juan Lecuona, Jorge Macchi, Matilde Marín, Eduardo Médici, Marta Minujín, Luis Felipe Noé, Marcelo Pelissier, Pérez Celis, Diego Perrota, Duillo Pierri, Jorge Pietra, Eduardo Pla, Rogelio Polesello, Josefina Robirosa, Marino Santa María, Daniel Santoro, Pablo Siquier, Eduardo Stupía, Clorindo Testa, Luis Wells ed Horacio Zabala
www.marino-santamaria.com.ar.